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Showing posts from October, 2024

Quella chiamata tu sei - vivi con lei

  Come esistere senza la più immediata ragione? Come potrà poesia farti beato Quando ne manchi la sua chiamata? Mi pare lontano Vai, allora, e sai - Dio non ti basta. Piccolo è l'orizzonte del mondo. E scolora. Lo sai. S'apre infinito il buio sotto di te. Baratro senza un fine ne vedi. E paura ne hai. Temi che anche sarai, tu, una figura. Altro sarai da quel che vivrai - di altro che te. Quella chiamata tu sei - vivi con lei.

Lascerò a voi figure

Penso al giorno che lascerò questo mondo. Lo lascerò a tante figure e pochi uomini. E io anche diverrò l'alone di una figura che era e passata è, via. O se un santo fossi stato, almeno nella fede sarei stato ben radicato. La vita avrei donato al più grande postulato. Oh, fossi stato freddo o caldo, almeno. Ma probabilmente sarò vomitato. Lascerò, a voi figure, questo mondo. Ma abbiate zelo e ravvedetevi. Non fate la mia fine. Corvi, che ho non amato, il vostro ricordo porterò con me ogni giorno avete a mio lato camminato. Figlie, il dolore della vostra distanza porterò con me che vi ho amato. Amore, porterò te con me, e la notte verrò di nuovo a guardarti. Fratello, ti auguro il bene quello stesso che ti volevo - nei tuoi undici anni. Lituania, porterò con me la neve e il gelo gli alberi secchi e neri coperti di corvi scuri - e le foglie gialle e rosse dell'autunno. Italia, la tua bellezza terrò nel cuore ma anche il dolore di un popolo bacato e imbecille - che nel nulla vive e...

A quel suo domandar - di sé indovino

  Se mi guardo allo specchio non son mica Lui. Che solo un estraneo è quello. È uno che non è me. Lo maledica Natura! Di chi ero è zimbello. Un estraneo guarda e mi sfida. Davanti sta e offende - muto tarda. È dei suoi contrari così avida Natura? Nel molteplice si salda. Vero, che pur cercando mai i limiti Troverò di mia anima. Gli anni Della mia vita, io, li sono tutti - Tutti quei morti i loro vivi affanni A cui io parlai lungo la via. Tutti i loro occhi che guardai. I corpi che amai e tuttavia Più tardi poi lasciai e non più pensai. Ecco io sono tutto il provato Il pensato, sofferto e gioito Che giorno dopo giorno scivolato Via, dal bambino al vecchio s' è unito. I trenta, i quaranta, i cinquanta... Sono: il vecchio e ancora il bambino Che ero sta in me. E sempre s'incanta A quel suo domandar - di sé indovino.

Poetry in Itself Considered and Poetry as a Mirror Considered

Poetry has the power to lead me along the path of interiority, just as prayer draws me into the closeness of God. When I pray, I am brought close to His presence. When I write a poem, I am brought into the closeness of the summit of poetry and blessed by its light. Poetry, which arises from both the external and internal worlds ( quaedam extra nos, quaedam intra nos ), is a way of receptive listening with the heart. Everything within me and out of me can be a sign of poetry’s voice—of God’s voice. Without listening to those signs ( quaedam extra nos, quaedam intra nos ), there can be no poetry. Without listening to our hearts, we cannot hear God’s voice. Poetry leads us to the summit of Beauty, THE Beauty that resides within us. Prayer leads us to God.  Those who have the will to perceive its voice recognize Beauty as a sign of God. Beauty draws us to its highest peak—the threshold where it “ respicit rerum existentiam in arte aeterna ” (turns its gaze back to the existence of thin...

Potessi rivedere quel bambino

  Potessi rivedere io, potessi Ritornar ai lontani Anni, e così incontro ti andassi... Come un sogno rimani, Quasi che a me pari esistito Mai, così definito. Potessi veder te, quale bambino Piangerei calde lacrime Dal cuore di un me, quel ragazzino, Prima che a sé azzime Il destino distanti le portasse Che nemmeno più fosse Quel dove che, remoto, non vedevo Ma dentro già crescevo. Gli direi Fabrizino... Stringerei a me forte quel bambino. Le guance bacerei... Seme della mia vita, dove sei ?

Figure

  Vedo figure, figure - figure circondano me. Mai le figure io so - quelle davvero Sono che vedo reali o sembrano essere tali? Sono i sintomi là vera realtà? Prodeunt , penso, larvati . Cammina un vecchio avanti. Strana figura. Sarà quello che vedo, sarà? Vuoto di sé simulacro lui è? Imbevuti di nulla Siamo. Cultura di che? Nulla di tutto. Morto colui che garante di tutto faceva, larvati Imus e vuoti di sé, persi viviamo.

The triad responsible for the cultural crisis of the West

The cultural crisis of our time represents the triumph of nihilism and the destruction of Catholicism at the hands of Freemasonry through Gnosticism. These are the weapons with which the mali cooperatores (evil cooperators) have manipulated history, philosophy, politics, economics, society, religion, and literature.  The cultural crisis is the complete infiltration of these disvalues into the larger human fabric that constitutes Western human society, acting as an ἐνέργεια πλάνης:  "καὶ διὰ τοῦτο πέμπει αὐτοῖς ὁ θεὸς ἐνέργειαν πλάνης εἰς τὸ πιστεῦσαι αὐτοὺς τῷ ψεύδει" ("And for this cause, God shall send them strong delusion, that they should believe a lie" - Second Letter to the Thessalonians 2:11).  The signs that the majority of Western society   perceives in the surrounding world are like icons devoid of any underlying value. They are empty icons without a truth to reveal.  The icon is the message. Beyond it, there is nothing. It perfectly combines the tria...

La via del cuore

Mi sono chiesto il senso delle voci. Quelle voci in cui, tu, ti dissoci. Degli istinti che urlano ragioni e di natura paion diversioni della morale, degl' imperativi . Se del corpo in cui, tu, ti dividi i diritti lo stesso valor abbiano delle imposte regole e diano all'unico esister che rimane voce. Il dubbio resta. Come cane alla fede abbaia che lontana rimanga via, dall' opera insana dei diavoli. La carne è la voce del demone che intende, ma lo tace , viver solo secondo se medesimo. Separar è diabolico battesimo. Unire è la lotta del tuo cuore. Non unisce il cuore il dolore il soffrire e gioire a sé del corpo? Grave errore la cogitans purtroppo dall' extensa res fu così disgiungere. Possa la via del cuore al ciel giungere!

Creatura nordica

  Ricordo. Sei uscita da un giorno Grigio - quasi di buio - creatura Nordica. E non immagino, non posso, Come sia una vita in quel grigio Intera una vita così stare. E il sole che mai vedi sperare. Il massimo rispetto al tuo lungo Resistere, e forza del dolore Tuo in un oceano di grigio E di ghiaccio per anni respirare Calma. Il tuo divino augurare: Di chi crede e senza veder vive Nel sentire. E Santi i tuoi occhi Dico. Che anni e anni l'infinito Grigio hanno bucato e cercato Il mondo che sognavi. Il mondo tuo. Voluto, sperato - sempre amato.

De interpretatione recta - Focus on reading the texts, leaving the interpreters aside

  I recommend to everyone, though I acknowledge this is nothing new, to begin reading philosophers or poets directly from their original texts, completely ignoring the interpreters (or rather, the interpretants) of these authors. Interpreters represent the worst possible perspective one could choose when accessing an author. A simple observation suffices: when these interpreters step outside their area of expertise, they often offer the most significant interpretive errors in matters of politics, society, and geopolitics. If they are unreliable in one domain, how can they be credible in another? They may be scholars, but they are not capable of penetrating the world’s true essence. They may serve as “historians of” a subject, but they often fail to grasp the underlying truth.

Lotta infinita fra il sopra e il sotto

  E se gli organi sono a posto Tutto funziona - meraviglia tutto Tiene. Piacere corre nelle vene. Tuo tocco estasi dà al mio pene. Pronto m'innalzo pronto, a benedirti Del seme mio di tale condizione. Che solo dura a quell'immortale Bestia ignorante e pur animale, Di giovinezza eterna petizione, Che a vent' anni incendia e brucia Nel folle attimo che lo dissocia Da quel che sta di là di ogni foia, E nell'impulso cerca scappatoia. E lui non sa che di ugual menzogna In sua vecchiaia ne patirà gogna.

Lo sguardo e il cuore

Autrui est le moi qui n'est pas moi (Jean-Paul Sartre) La distanza è il problema è dei corpi il teorema. Se il corpo si distrae La mente ecco si contrae. Che il cuore avvicina Ciò il corpo allontana. Il cuore sa ascoltare dei silenzi gli intervalli e gli spazi sa abitare da indifferenza nati e che lo sguardo avalli per aver a sé cercati. Nel silenzio che vi abita il cuore se da me volgi mi porta via da tua vita dall'istinto che indulgi. Che nel corpo tu prepari, quello spazio ci separi.

Don Alessandro Minutella – the latest events after Father Farè’s outing

  Since 2020, I have listened to all of Don Alessandro Minutella's teachings. I've missed very few. I've learned a lot from him. I rediscovered my faith thanks to him. He has a fiery personality, a man with ten times the courage of an ordinary person. He has faced enormous attacks that would have destroyed a bull, but not him. But yesterday, during the latest episode of Santi e Caffè, after Father Farè's outing and the following problems, it pained me to see how far his aggressiveness has gone. The way he aggressively interacts with people who make the slightest criticism during the livestream. If someone tells me I have a flaw, I don't pay attention if it's just one or two people. But if it becomes 20, 30, or 50 people... well, then there must be some truth in it. And something needs to change. Don Alessandro should listen to the criticism. He should distinguish between criticism and attacks. Or maybe he should take a moment of silence, a break from his teachin...

Don Alessandro Minutella - gli ultimi avvenimenti dopo l'uscita di padre Farè

Dal 2020 ho ascoltato tutte le catechesi di Don Alessandro Minutella. Ne ho perse pochissime. Ho imparato moltissimo da lui. Ho ritrovato la fede grazie a lui. Lui ha un carattere di fuoco, un uomo con dieci palle invece di due. Ha subito attacchi immani che avrebbero distrutto un toro, ma non lui. Ma ieri nell'ultimo Santi e Caffè, dopo l'outing di padre Farè e i problemi che ne sono seguiti, mi ha fatto male vedere a che punto la sua aggressività si sia spinta. Il modo in cui in diretta si rapporta aggressivamente con la gente che fa la minima critica. Se qualcuno dice a me che ho un difetto, fino a che sono una o due persone non ci faccio caso, ma se le persone diventano 20 o 30 o 50...beh allora qualcosa di vero deve pur esserci. E qualcosa devo cambiare. Dovrebbe ascoltare Don Alessandro le critiche. Dovrebbe distinguere le critiche dagli attacchi. O dovrebbe anche prendersi un attimo di silenzio, di assenza dalle catechesi su YouTube. Forse ha davvero bisogno di ritrovar...

Quale casa divisa in se stessa

  et si domus in semetipsam dispertiatur, non poterit domus illa stare (Marco, 3,25) Immagini il corpo mi produce. Veloci rovinano, che moleste In rapida caduta non richieste Un soffrir lancinante le induce. Chi le manda? Non è voce. Arrivano. Vanno. E quasi sorgon inattese. Chi le manda? E bucano. E gettano Lo sconforto - a non farcela protese. Quale casa divisa in se stessa In piedi potrà stare, se in lotta L'unità a distruggere mai cessa E ogni dì chi le manda, fa distorta?

Angelo caduto (epigramma)

  Se i tuoi anni quaranta soppesi, ben sai il perché. Resi leggeri per vía, cadon ormai. Nasci ancora lo sai? Che gli dèi riplasmarono te. Leggi la mano perché? Vivi quaggiù, Vieni però da lontana regione - caduta sei tu. Qual la cagione, che qua chiedi: verrà?

Die Krise der Moral: Nietzsche und Jokubaitis im Vergleich

Nachdem ich Nietzsches Zerstörung der Moral thematisiert habe, möchte ich die Bedeutung der Moral aus der Perspektive des litauischen politischen Philosophen Alvydas Jokubaitis beleuchten. Im Gegensatz zu Nietzsche, dessen Ziel es war, Gott zu „töten“ und das Christentum zu zerstören, argumentiert Jokubaitis aus einem wahrhaft christlichen Standpunkt heraus und betont, dass die Moral unverzichtbar ist, um den Verstand und das Denken zu leiten. Jokubaitis schreibt: Moralė nukreipia protą išminties keliu, nes pats lengvai pasiklysta ir pasimeta. Žmogaus minčiai būtina laisvė, tačiau be moralės ji virsta intelektualiniais eksperimentais. Net jeigu moralė yra laisvę varžantis jungas, tai vienintelis pateisinamas jungas. Tėvai ir mokytojai manipuliuoja vaikais, tačiau žino, kad moralė nėra tik manipuliacijos. Kadangi žmonės tik dėl kūno mirties nustoja būti moralės subjektais, pagrįstai galima kalbėti apie sielos nemirtingumą. Tai tinka ir politikai. Kai buvo sunaikintas tarpukario Lietuvos...

Living in the 'As If': Heraclitus and the Suspension of Reality

  ζώουσιν οἱ πολλοὶ ὡς ἰδίαν ἔχοντες φρόνησιν Most people live as if they possess discernment of their own. —Heraclitus (DK B2) Yes, most people live in the ὡς — the "as if" — which is more indefinite and suspended than the Heideggerian Da ("there"), which provides a clear location or grounding in space. ὡς , by contrast, offers no such coordinates in either space or time. This sheds light on another part of Heraclitus' thought in fragment DK B1: "Men are unaware of what they do when awake, just as they forget what they do in sleep." In this ὡς-structure , οἱ πολλοὶ (the many) live in a liminal state, between life and death, caught in the "as if." This suspended existence mirrors the typical condition of the masses, their lives unfolding in a vague, ungrounded "as if," lacking awareness of either their actions or the deeper reality around them.

Fatiscere (epigramma)

  Tu credi possa essere quel che vedi, vero? Ma noti, sì?, fatiscere ogni giorno il corpo e vecchio te decrescere, stanco storto smorto? Ma credi tu ancora e vedi quello ch' eri, giovane? Illuso vecchio guardati! Specchio - tu - gli menti?

E dolce allo sguardo suo colore

Il mondo vive che tante parole Ogni parola ti fa percepire e se talor essere scordata vuole or inattesa fa eco un suo dire che torna e tesa dentro punge e duole. Non chiesta la memoria si ottunde spiazzata come luce sovrappone un'immagin che altra va in sue onde. Mi chiedo "che?". Qual è questa regione che sale sù - che più non si nasconde? Un dolore? Il colore? O amore? La tazza di caffè emana aroma. Il nome dell'amico nel vapore. Nell'attimo gettato forte chiama. E dolce allo sguardo suo colore.

Hinter der Maske der Substanzlosigkeit: Die Entdeckung der wahren Philosophie

  Das Problem vom Werthe der Wahrheit trat vor uns hin, — oder waren wir's, die vor das Problem hin traten? (F. Nieztsche, Jenseits von Gut und Böse) Sicherlich tritt die Wahrheit hervor, aber nicht für jeden – nur für diejenigen, die die Fähigkeit entwickelt haben, ihr zuzuhören. Zunächst zeigt sie sich durch Zeichen. In dem Moment, in dem wir beginnen, diese Zeichen zu erkennen, treten wir der Wahrheit entgegen, und sie beginnt, sich uns zu offenbaren. Wir leben in einer substanzlosen Welt, die von substanzlosen Vorschläger vorgeschlagen wird, in der die Herde dominiert und der Mut fehlt. Nur wer die Wahrheit sucht, hat Mut. Der Mut, die Wahrheit zu suchen (die eine ist), lässt uns von einer substanzlosen Welt in eine substanzielle Welt übergehen. Diese substanzielle Welt ist mit jener oberflächlichen, scheinbar entgegengesetzten Welt verknüpft – verflochten, verhakt, und doch grundlegend verschieden. Um diese substanzielle Welt, die substanzielle Wahrheit, zu entdecken, müss...

Ho visto te - ho visto te

. Nel gesto verso di me si allunga sua La mano a cercarmi che era la tua. Dal corpo di lei fuoriesci come forma Agli occhi miei indimenticata quale Eri tu che - lei sveglia - dal sonno suo vieni tale. Ha quel volto uguale - che vedevo te, mamma

La lingua dei morti

  In un sol gesto - ecco riconosco. Nel movimento arrivi. E non sei morto. Che giammai partivi. Stai in me or che rinasco. In me - la lingua dei morti rivive. Del corpo vivo s' imbeve. Cresce nei grumi dura - rafferma. Poi se ne scioglie - s'afferma. Per lunghi giorni, mesi, anche anni Nei corpi dormono - svegli. Li pensi morti, ma davver t'inganni. Quei grumi - neri - tu figli.

Contra Nietzsche

  εἰδέναι δὲ χρὴ τὸν πόλεμον ἐόντα ξυνόν, καὶ δίκην ἔριν,  καὶ γινόμενα πάντα κατ' ἔριν καὶ χρεώ "Sapere bisogna che tutto è conflitto, e giustizia - conflitto,  e tutto diventa per conflitto e necessità" (Eraclito DK B80) Lotta in corpo l'ammetto. E Eraclito ne parla. Ma giustizia - non v'è altra? E sfuggir quella perché? Lì un regno è - in cui Tutto chiede e vi tende. Lí le voci, lí, si fanno E oscene e dure battono. E assenza è totale  Di morale. Sia in guerra Né di arbitri né giudici! Ma di sangue e di muscoli Di ossa e della pelle Ignorare le ragioni Perché mai lo si dovrebbe Se l' istinto sì esiste? E persiste la domanda Che rimane - tuttavia. Che umano non sarebbe Troppo umano la morale Via dal corpo evirare. Perché mai lo vuol negare, E uccidere nel mondo Necessario crede, Dio?

Crear es tener coraje

Una cosa de la que estoy cada vez más convencido es que el escritor debe abordar el desafío de su creatividad. Ser creativo implica y requiere avanzar en terreno desconocido. ¿Cuántos autores, debemos preguntarnos, tienen el coraje de adentrarse en un campo completamente inexplorado, donde el riesgo de fracaso es muy alto? Al final, crear significa tener el valor de enfrentarse a lo incierto. ¿No sería mucho más fácil entregarse, apoyarse en una moda o tendencia? ¿En una ideología? ¿En algo que no te deje completamente solo? Es parecido a la búsqueda de la verdad, que también requiere coraje. ¿No es mucho más cómodo seguir al rebaño y pensar lo que todos piensan, en lugar de enfrentarse solo a los lobos, dispuestos a despedazarte cuando intentas descubrir la verdad que ellos esconden? Si queremos crear una literatura sustancial, que aporte algo nuevo, todos los actores del sector literario deben reconocer algo clave: el coraje juega un papel fundamental. Escritores, editoriales, crític...

Inferno

Volano in aria e grigi e neri orribili come Zolfo vapori, oh Dío!, calano uniscono - via! Vengono deformi veloci e scendono strisciano giù. Tengo le mani io, no!, urlo ma strette le sento vostre contraggo sobbalzo le stringo le due mi date che forte, oh sí, chiedo a me consegnate. Muoiono loro e fuggono scappano orridi versi. Paura che vivo io - mostro divengo di più. Poi mi afferra il polso un angelo biondo il nome Mormora e torno e tutto finisce non so - Dire non ora potrò - sogno non era però.

"Jaunistė " di Salomėja Nėris (traduzione in ottonari)

Abbiamo reso in ottonari Jaunistė "Gioventù" di Salomėja Nėris, una grande poetessa lituana che amiamo. La traduzione non è letterale. Abbiamo cercato di mantenere l' accento sulla settima sillaba e cercato la rima. Insomma abbiamo tradito probabilmente Salomėja ma diversamente, che senso avrebbe tradurre una poesia con la prosa? Saule nudegusi, basa - Tu - piemenaitė murzina! *** Tau akyse dangaus šviesa. - Tu man viena, viena, viena! Žiedų nei auskarų brangių, Nei šilko rūbų neturi, - Plaukuos tau - gėlės iš rugių, O veide - šypsena skaidri. Kur tie nameliai, kur takai? Sakyk man - kur tu gyveni? Bet tu šypsais ir nesakai - Tu ateini ir nueini. Di sole bruciata e pazza - Sei tu - pastorella scalza! Negli occhi - di cielo e luce - Più più più! a me sei duce. Né anelli cari o seta, Né porti gli orecchini - Fior di segale i crini, Di volto - e sorriso cheta. Dove vivi - dove vai? Ma dimmi - dove ora sei? Con sorriso mai dirai? Se vieni o vai - non saprei. --------------...

Perché Mute parlate crudeli?

  Duro ricordo si fa maledetto - non muore giammai. Vive e urla a me: Sono ancora - non vado! Io non trapasso - non passo e getto un'ombra lunga e viva di qua. Dio! la parola mi bagna. Tento allora di spingere via il dolore - lontano. Quanto mal fanno saprò - or che il male conosco Quëi fantasmi, discosti compagni di vita e nemici tutti gli anni che so - porto pesanti con me. Resta il male una voce - opprime il cuore e cervello. Sol irrisoria virtù, piccolo luogo che fu Cui la pur unica gloria un ponte che sopra un fiume ruppe la noia in me - grida vendetta, ora. Vuol che io alla polver dei libri ritorni pauroso Quando vivevo i dí come ho oggi passati e Giovane stavo versato in antiche parole rapito Senza sapere il perché. Dove io sarei finito. Voi ossessione ormai divenute davanti mi state. Piango ma piango perché? Cuore, perché? La ferita Sanguina sempre - non dà di trovare la pace - tacere. Ero leggero lo so. Chiedo abènto però. Credo avevo diritto tentare provare cercare Strade...

Tace il segno - lontan duole esitando

Fuori il grigio e nero abbraccia silenzio nel cuore. Tace il segno - lontan duole esitando. Perché? Do al Signore il mio assoluto assenso per là e Eccolo, mormoro, è! Eccolo! Eccolo! È! Scendono cupi pensieri di morte sovrastano tutto. Eccolo, mormoro, è! Eccolo! Eccolo! È! Viene di qua e vicino si fa - l'impossibile vedo. Credo allora aprirà e forte in faccia dirà ciò che la vita nascosto mi ha - pusillanime scruto. Guardo discosto - sarà? Portami via con te, solo! Solo io nacqui e solo di qua morirò. Patirò? Tua si allunga da là viene la mano - mi prende. Fuori il grigio e nero abbraccia - in silenzio tace. Tutto.

Che esser giovani oggi sia né bello né facile immagino

  Che esser giovani oggi sia né bello né facile immagino. Il modello improprio che da dietro in avanti come l'asino fa con la carota il fine e la natura lor espianti e ripianti è palese e idiota. Vittime vive sotto la potenza d' inganno si dimenticano il tempo di guardarsi di dentro - che influenza il fine. E la natura è di inciampo. Rimane, ciò di cui sono essenza, ignoto nome e felicità per cui al mondo si pensa ognun sta.

An audience matters

  An audience! The audience matters too in life! When they fall asleep, forget and you're alone. Nobody loves you now. You have a wife no more and children no. A clown you are, a sad, forgotten clown. But warm, red blood still flows in frail, weak veins. Your buried life within your mind remains. The ecstasy of youth, of faith - and passion And love are gone — Outcast! This name reclaims You just found out what being old entails!

Nos vivimos manipulados

  Nunca estamos donde nos encontramos, vivimos desplazados de nosotros mismos y por lo tanto no somos donde pensamos, y manipulados ya no vivimos como nos creemos. Y una proyección nos continuamos de algo que detrás hacia delante nos empuja - y por eso yo te digo en la medida deténte - y actúa bien para el presente - el futuro nunca llega porque el va siguiendo como el burro con su zanahoria

Io ti ricordo babbo

  Io ti ricordo babbo - che serravi Forte i pugni e stringevi mascelle. Era l'ultimo filo di una rabbia, Quella rabbia che dentro sí avevi In tutto la gettavi - tu ringhioso. Con quella rabbia sempre hai vissuto Che per tutta la vita maledivi. Mai hai amato te stesso - no mai. Mai sorridevi, e cupo vivevi. Eppure il tuo cuore era buono. Io, tuo figlio, lo so che buono eri. In quel cuore di gatto nero solo Che ti portavi - e in cui vivevi, Alternativa al destino avevi? Era il cuore di una nervosa Vita che di rabbia sola saziavi. Ma io amato ho il tuo randagio Cuore di gatto nero - solitario Che in selvatico animal chiudevi.

I Maestri del Nulla

  Non enim habendo carnem, quam non habet diabolus, sed vivendo secundum se ipsum, hoc est secundum hominem, factus est homo similis diabolo "L'uomo è divenuto simile al diavolo non perché ha la carne, che il diavolo non ha, ma perché vive secondo se stesso, cioè secondo l'uomo" (Sant'Agostino, De Civitate Dei XIV, 3,2) C'è chi vuole il male in questo mondo. Questi io chiamo, i cooperatori del male che del genio hanno l'aura e la morte di Dio loro proclamano. Che è preliminare, perché l'uomo sia. Bisogna Dio uccidere e la storia tacere deve quel nome bannare - il saeculum dell'uomo sol parlare. Far di se stesso Dio per prodigioso statuto acquistare - il corpo deve odiare rinnegare disprezzare - che dal nulla venuto al nulla torni. È l' Eterno Ritorno, così chiamano di morte il desiderio, che i poeti scrittori e filosofi - pur nella loro sì breve vita nulla amato hanno - come un dio sempre il Nulla cercato e nella tecnica indiato. Io così imbe...