Skip to main content

Posts

Showing posts from October, 2024

Quale casa divisa in se stessa

  et si domus in semetipsam dispertiatur, non poterit domus illa stare (Marco, 3,25) Immagini il corpo mi produce. Veloci rovinano, che moleste In rapida caduta non richieste Un soffrir lancinante le induce. Chi le manda? Non è voce. Arrivano. Vanno. E quasi sorgon inattese. Chi le manda? E bucano. E gettano Lo sconforto - a non farcela protese. Quale casa divisa in se stessa In piedi potrà stare, se in lotta L'unità a distruggere mai cessa E ogni dì chi le manda, fa distorta?

Angelo caduto (epigramma)

  Se i tuoi anni quaranta soppesi, ben sai il perché. Resi leggeri per vía, cadon ormai. Nasci ancora lo sai? Che gli dèi riplasmarono te. Leggi la mano perché? Vivi quaggiù, Vieni però da lontana regione - caduta sei tu. Qual la cagione, che qua chiedi: verrà?

Die Krise der Moral: Nietzsche und Jokubaitis im Vergleich

Nachdem ich Nietzsches Zerstörung der Moral thematisiert habe, möchte ich die Bedeutung der Moral aus der Perspektive des litauischen politischen Philosophen Alvydas Jokubaitis beleuchten. Im Gegensatz zu Nietzsche, dessen Ziel es war, Gott zu „töten“ und das Christentum zu zerstören, argumentiert Jokubaitis aus einem wahrhaft christlichen Standpunkt heraus und betont, dass die Moral unverzichtbar ist, um den Verstand und das Denken zu leiten. Jokubaitis schreibt: Moralė nukreipia protą išminties keliu, nes pats lengvai pasiklysta ir pasimeta. Žmogaus minčiai būtina laisvė, tačiau be moralės ji virsta intelektualiniais eksperimentais. Net jeigu moralė yra laisvę varžantis jungas, tai vienintelis pateisinamas jungas. Tėvai ir mokytojai manipuliuoja vaikais, tačiau žino, kad moralė nėra tik manipuliacijos. Kadangi žmonės tik dėl kūno mirties nustoja būti moralės subjektais, pagrįstai galima kalbėti apie sielos nemirtingumą. Tai tinka ir politikai. Kai buvo sunaikintas tarpukario Lietuvos

Living in the 'As If': Heraclitus and the Suspension of Reality

  ζώουσιν οἱ πολλοὶ ὡς ἰδίαν ἔχοντες φρόνησιν Most people live as if they possess discernment of their own. —Heraclitus (DK B2) Yes, most people live in the ὡς — the "as if" — which is more indefinite and suspended than the Heideggerian Da ("there"), which provides a clear location or grounding in space. ὡς , by contrast, offers no such coordinates in either space or time. This sheds light on another part of Heraclitus' thought in fragment DK B1: "Men are unaware of what they do when awake, just as they forget what they do in sleep." In this ὡς-structure , οἱ πολλοὶ (the many) live in a liminal state, between life and death, caught in the "as if." This suspended existence mirrors the typical condition of the masses, their lives unfolding in a vague, ungrounded "as if," lacking awareness of either their actions or the deeper reality around them.

Fatiscere (epigramma)

  Tu credi possa essere quel che vedi, vero? Ma noti, sì?, fatiscere ogni giorno il corpo e vecchio te decrescere, stanco storto smorto? Ma credi tu ancora e vedi quello ch' eri, giovane? Illuso vecchio guardati! Specchio - tu - gli menti?

E dolce allo sguardo suo colore

Il mondo vive che tante parole Ogni parola ti fa percepire e se talor essere scordata vuole or inattesa fa eco un suo dire che torna e tesa dentro punge e duole. Non chiesta la memoria si ottunde spiazzata come luce sovrappone un'immagin che altra va in sue onde. Mi chiedo "che?". Qual è questa regione che sale sù - che più non si nasconde? Un dolore? Il colore? O amore? La tazza di caffè emana aroma. Il nome dell'amico nel vapore. Nell'attimo gettato forte chiama. E dolce allo sguardo suo colore.

Hinter der Maske der Substanzlosigkeit: Die Entdeckung der wahren Philosophie

  Das Problem vom Werthe der Wahrheit trat vor uns hin, — oder waren wir's, die vor das Problem hin traten? (F. Nieztsche, Jenseits von Gut und Böse) Sicherlich tritt die Wahrheit hervor, aber nicht für jeden – nur für diejenigen, die die Fähigkeit entwickelt haben, ihr zuzuhören. Zunächst zeigt sie sich durch Zeichen. In dem Moment, in dem wir beginnen, diese Zeichen zu erkennen, treten wir der Wahrheit entgegen, und sie beginnt, sich uns zu offenbaren. Wir leben in einer substanzlosen Welt, die von substanzlosen Vorschläger vorgeschlagen wird, in der die Herde dominiert und der Mut fehlt. Nur wer die Wahrheit sucht, hat Mut. Der Mut, die Wahrheit zu suchen (die eine ist), lässt uns von einer substanzlosen Welt in eine substanzielle Welt übergehen. Diese substanzielle Welt ist mit jener oberflächlichen, scheinbar entgegengesetzten Welt verknüpft – verflochten, verhakt, und doch grundlegend verschieden. Um diese substanzielle Welt, die substanzielle Wahrheit, zu entdecken, müss

Ho visto te - ho visto te

. Nel gesto verso di me si allunga sua La mano a cercarmi che era la tua. Dal corpo di lei fuoriesci come forma Agli occhi miei indimenticata quale Eri tu che - lei sveglia - dal sonno suo vieni tale. Ha quel volto uguale - che vedevo te, mamma

La lingua dei morti

  In un sol gesto - ecco riconosco. Nel movimento arrivi. E non sei morto. Che giammai partivi. Stai in me or che rinasco. In me - la lingua dei morti rivive. Del corpo vivo s' imbeve. Cresce nei grumi dura - rafferma. Poi se ne scioglie - s'afferma. Per lunghi giorni, mesi, anche anni Nei corpi dormono - svegli. Li pensi morti, ma davver t'inganni. Quei grumi - neri - tu figli.

Contra Nietzsche

  εἰδέναι δὲ χρὴ τὸν πόλεμον ἐόντα ξυνόν, καὶ δίκην ἔριν,  καὶ γινόμενα πάντα κατ' ἔριν καὶ χρεώ "Sapere bisogna che tutto è conflitto, e giustizia - conflitto,  e tutto diventa per conflitto e necessità" (Eraclito DK B80) Lotta in corpo l'ammetto. E Eraclito ne parla. Ma giustizia - non v'è altra? E sfuggir quella perché? Lì un regno è - in cui Tutto chiede e vi tende. Lí le voci, lí, si fanno E oscene e dure battono. E assenza è totale  Di morale. Sia in guerra Né di arbitri né giudici! Ma di sangue e di muscoli Di ossa e della pelle Ignorare le ragioni Perché mai lo si dovrebbe Se l' istinto sì esiste? E persiste la domanda Che rimane - tuttavia. Che umano non sarebbe Troppo umano la morale Via dal corpo evirare. Perché mai lo vuol negare, E uccidere nel mondo Necessario crede, Dio?

Crear es tener coraje

Una cosa de la que estoy cada vez más convencido es que el escritor debe abordar el desafío de su creatividad. Ser creativo implica y requiere avanzar en terreno desconocido. ¿Cuántos autores, debemos preguntarnos, tienen el coraje de adentrarse en un campo completamente inexplorado, donde el riesgo de fracaso es muy alto? Al final, crear significa tener el valor de enfrentarse a lo incierto. ¿No sería mucho más fácil entregarse, apoyarse en una moda o tendencia? ¿En una ideología? ¿En algo que no te deje completamente solo? Es parecido a la búsqueda de la verdad, que también requiere coraje. ¿No es mucho más cómodo seguir al rebaño y pensar lo que todos piensan, en lugar de enfrentarse solo a los lobos, dispuestos a despedazarte cuando intentas descubrir la verdad que ellos esconden? Si queremos crear una literatura sustancial, que aporte algo nuevo, todos los actores del sector literario deben reconocer algo clave: el coraje juega un papel fundamental. Escritores, editoriales, crític

Inferno

Volano in aria e grigi e neri orribili come Zolfo vapori, oh Dío!, calano uniscono - via! Vengono deformi veloci e scendono strisciano giù. Tengo le mani io, no!, urlo ma strette le sento vostre contraggo sobbalzo le stringo le due mi date che forte, oh sí, chiedo a me consegnate. Muoiono loro e fuggono scappano orridi versi. Paura che vivo io - mostro divengo di più. Poi mi afferra il polso un angelo biondo il nome Mormora e torno e tutto finisce non so - Dire non ora potrò - sogno non era però.

"Jaunistė " di Salomėja Nėris (traduzione in ottonari)

Abbiamo reso in ottonari Jaunistė "Gioventù" di Salomėja Nėris, una grande poetessa lituana che amiamo. La traduzione non è letterale. Abbiamo cercato di mantenere l' accento sulla settima sillaba e cercato la rima. Insomma abbiamo tradito probabilmente Salomėja ma diversamente, che senso avrebbe tradurre una poesia con la prosa? Saule nudegusi, basa - Tu - piemenaitė murzina! *** Tau akyse dangaus šviesa. - Tu man viena, viena, viena! Žiedų nei auskarų brangių, Nei šilko rūbų neturi, - Plaukuos tau - gėlės iš rugių, O veide - šypsena skaidri. Kur tie nameliai, kur takai? Sakyk man - kur tu gyveni? Bet tu šypsais ir nesakai - Tu ateini ir nueini. Di sole bruciata e pazza - Sei tu - pastorella scalza! Negli occhi - di cielo e luce - Più più più! a me sei duce. Né anelli cari o seta, Né porti gli orecchini - Fior di segale i crini, Di volto - e sorriso cheta. Dove vivi - dove vai? Ma dimmi - dove ora sei? Con sorriso mai dirai? Se vieni o vai - non saprei. --------------

Perché Mute parlate crudeli?

  Duro ricordo si fa maledetto - non muore giammai. Vive e urla a me: Sono ancora - non vado! Io non trapasso - non passo e getto un'ombra lunga e viva di qua. Dio! la parola mi bagna. Tento allora di spingere via il dolore - lontano. Quanto mal fanno saprò - or che il male conosco Quëi fantasmi, discosti compagni di vita e nemici tutti gli anni che so - porto pesanti con me. Resta il male una voce - opprime il cuore e cervello. Sol irrisoria virtù, piccolo luogo che fu Cui la pur unica gloria un ponte che sopra un fiume ruppe la noia in me - grida vendetta, ora. Vuol che io alla polver dei libri ritorni pauroso Quando vivevo i dí come ho oggi passati e Giovane stavo versato in antiche parole rapito Senza sapere il perché. Dove io sarei finito. Voi ossessione ormai divenute davanti mi state. Piango ma piango perché? Cuore, perché? La ferita Sanguina sempre - non dà di trovare la pace - tacere. Ero leggero lo so. Chiedo abènto però. Credo avevo diritto tentare provare cercare Strade

Tace il segno - lontan duole esitando

Fuori il grigio e nero abbraccia silenzio nel cuore. Tace il segno - lontan duole esitando. Perché? Do al Signore il mio assoluto assenso per là e Eccolo, mormoro, è! Eccolo! Eccolo! È! Scendono cupi pensieri di morte sovrastano tutto. Eccolo, mormoro, è! Eccolo! Eccolo! È! Viene di qua e vicino si fa - l'impossibile vedo. Credo allora aprirà e forte in faccia dirà ciò che la vita nascosto mi ha - pusillanime scruto. Guardo discosto - sarà? Portami via con te, solo! Solo io nacqui e solo di qua morirò. Patirò? Tua si allunga da là viene la mano - mi prende. Fuori il grigio e nero abbraccia - in silenzio tace. Tutto.

Che esser giovani oggi sia né bello né facile immagino

  Che esser giovani oggi sia né bello né facile immagino. Il modello improprio che da dietro in avanti come l'asino fa con la carota il fine e la natura lor espianti e ripianti è palese e idiota. Vittime vive sotto la potenza d' inganno si dimenticano il tempo di guardarsi di dentro - che influenza il fine. E la natura è di inciampo. Rimane, ciò di cui sono essenza, ignoto nome e felicità per cui al mondo si pensa ognun sta.

An audience matters

  An audience! The audience matters too in life! When they fall asleep, forget and you're alone. Nobody loves you now. You have a wife no more and children no. A clown you are, a sad, forgotten clown. But warm, red blood still flows in frail, weak veins. Your buried life within your mind remains. The ecstasy of youth, of faith - and passion And love are gone — Outcast! This name reclaims You just found out what being old entails!

Nos vivimos manipulados

  Nunca estamos donde nos encontramos, vivimos desplazados de nosotros mismos y por lo tanto no somos donde pensamos, y manipulados ya no vivimos como nos creemos. Y una proyección nos continuamos de algo que detrás hacia delante nos empuja - y por eso yo te digo en la medida deténte - y actúa bien para el presente - el futuro nunca llega porque el va siguiendo como el burro con su zanahoria

Io ti ricordo babbo

  Io ti ricordo babbo - che serravi Forte i pugni e stringevi mascelle. Era l'ultimo filo di una rabbia, Quella rabbia che dentro sí avevi In tutto la gettavi - tu ringhioso. Con quella rabbia sempre hai vissuto Che per tutta la vita maledivi. Mai hai amato te stesso - no mai. Mai sorridevi, e cupo vivevi. Eppure il tuo cuore era buono. Io, tuo figlio, lo so che buono eri. In quel cuore di gatto nero solo Che ti portavi - e in cui vivevi, Alternativa al destino avevi? Era il cuore di una nervosa Vita che di rabbia sola saziavi. Ma io amato ho il tuo randagio Cuore di gatto nero - solitario Che in selvatico animal chiudevi.

I Maestri del Nulla

  Non enim habendo carnem, quam non habet diabolus, sed vivendo secundum se ipsum, hoc est secundum hominem, factus est homo similis diabolo "L'uomo è divenuto simile al diavolo non perché ha la carne, che il diavolo non ha, ma perché vive secondo se stesso, cioè secondo l'uomo" (Sant'Agostino, De Civitate Dei XIV, 3,2) C'è chi vuole il male in questo mondo. Questi io chiamo, i cooperatori del male che del genio hanno l'aura e la morte di Dio loro proclamano. Che è preliminare, perché l'uomo sia. Bisogna Dio uccidere e la storia tacere deve quel nome bannare - il saeculum dell'uomo sol parlare. Far di se stesso Dio per prodigioso statuto acquistare - il corpo deve odiare rinnegare disprezzare - che dal nulla venuto al nulla torni. È l' Eterno Ritorno, così chiamano di morte il desiderio, che i poeti scrittori e filosofi - pur nella loro sì breve vita nulla amato hanno - come un dio sempre il Nulla cercato e nella tecnica indiato. Io così imbe