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All'uomo non è meglio divenire ciò che vorrebbe

  ἀνθρώποις γίνεσθαι ὁκόσα θέλουσιν οὐκ ἄμεινον All'uomo non è meglio divenire ciò che vorrebbe (Heraclitus) Vorrei la pace del cuore. Stanco di essere frainteso dalla vita, che mi spinge in direzioni che a malavoglia accetto. Per questo rinuncio a decidere. Non io decido. L'ho detto, non vado controcorrente, seguo la Fortuna, fino in fondo. Perché in quel fondo vi è ciò che mi è stato riservato. Andare controcorrente è opporsi al tuo likimas , ciò che ti è lasciato, calcolato per esserti lasciato. Questo denota la parola in lituano, quello che noi chiamiamo con la parola "de-stino" che invece si lega a uno stare allungato nel tempo ( stin-are ) e rafforzato dall'attesa ( de- ), per cui si è sotto l'agenzia di un'attesa di qualcosa che impende sulla fine o è su di noi per tutta la vita. In entrambi i casi non è manifesto. Se vai controcorrente non sarai portato al tuo likimas dove la corrente vuole spingerti e consegnarti. E capisco, che la pace nel cuor

An absurd idea: why I wrote my most recent book (still under revision) "Islands of Happiness"

This story begins a year before and ends almost one year later. A span of time in the human being life relatively short but long, nonetheless. As life on earth: long but relatively short yet. It all started with a photo, which looked as many other photos, only a photo which aimed to fix a moment of happiness. And it fixed it forever, that is to say, for as long as it will exist. But happiness is not  only a moment of our lives, happiness is not even eternal, as eternal are not photos and people. But why then we look for happiness? What strange idea is this odd idea of ours? An absurd idea, but substantially possible though, in spite of everything. Because of that picture taken at the beginning of this book the destiny (but destiny does not exist — it's just a way of talking about life directions) wanted to be discussed for many pages to narrate the life of a family that in Vilnius, Lithuania, fought for their happiness in a time frame that corresponds to almost twelve mont

Un'idea assurda: perché ho scritto il mio più recente libro (ancora in fase di revisione): Isole di Felicità

Foto Živilė Abrutytė Un’ idea assurda  Questa storia comincia un anno prima e termina quasi un anno dopo. Un arco di tempo nelle vite di alcuni esseri umani relativamente breve eppure lungo. Come la vita sulla terra, lunga ma relativamente breve. E tutto comincia da una foto, che cerca come tutte le foto, di fissare un attimo di felicità. E lo fissa in eterno, ovvero per tutto il tempo che essa esisterà. Ma la felicità non è un attimo e la felicità non è neppure eterna, come eterne non sono le foto e le persone. Ma perché allora cercare la felicità? Che idea strana è mai questa idea? Un’idea assurda, eppure possibile, nonostante tutto. Da quella foto il destino (ma il destino non esiste — è solo un modo di dire) ha voluto che si parlasse per molte pagine di una famiglia che a Vilnius, in Lituania, ha cercato la propria felicità in un lasso di tempo che corrisponde a quasi dodici mesi di esistenza. È una storia vera, come vere sono tutte le narrazioni che ci fanno credere