Un’ altra cosa che la distrasse dall’indagare sul cambiamento di Silvano, fu che finalmente Sabatina cominciò a lavorare, a rendersi indipendente da Silvano. Nella nuova casa, la moglie del padrone, Rosina, fasciava i fiaschetti in paglia. Fu così che anche Sabatina volle provare. Un lavoro umile, massacrante, ma per chi veniva dalle vigne, dal lavoro nei campi, da Villambosco, un acquitrino in inverno, una savana in estate, fasciare i fiaschetti rappresentava la liberazione dalla schiavitù, la possibilità di riscattarsi da una condizione di eterna dipendenza: prima il padre, poi la vita in casa con lo zio, poi con Ida ma finalmente ora l’Italia che cominciava a progredire offriva lavoro un po’ a tutti. Anche a Sabatina. La ditta Piccini dell’ Ambrogiana, un paese vicino (o meglio una frazione di ) Montelupo gestiva un lavoro a domicilio di impagliatura dei fiaschi (“fiaschetti” come venivano chiamati all’ epoca) che distribuivano a una filiera di donne esterne alla ditta, che
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