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Paolo Maddalena: l'Italia deve ritornare a nazionalizzare le sue aziende e toglierle dalle mani dei capitali stranieri che de facto controllano il paese

Esiste una grande differenza fra chi si è formato nella Prima Repubblica e i politici che venuti oggi dal nulla o entrati in politica per fini personali (i.e. soldi e potere) siedono in parlamento. Paolo Maddalena è uno di quelli che ha vissuto il clima della Prima Repubblica accanto a Statisti di un valore molto superiore ai pupazzi di oggi che si spacciano per statisti. Paolo Maddalena ha soprattutto una levatura morale che si appella al rispetto e all'interesse del Paese in primis, e si muove in tal senso. Vi invitiamo ad ascoltare l'intervista, in cui ci vengono spiegatri gli innumerevoli tradimenti perpetrati ai danni dell'Italia e del popolo italiano, un popolo indubbiamente coriaceo ma troppo abituato a subire e poco a reagire (osservazione questa mia personale e non di Maddalena).

"Liebe, šaltibarščiai und rote Tomaten" ein zensierter Roman

Dies ist eine Frage, die ich mir schon lange gestellt habe. Ich hatte das Gefühl, daß es existiert, aber ich konnte die indirekten Beweise einer Zensur, die auf der Grundlage von Filtern arbeiten, nur durch das Einschränken der Bereichen und Bedingungen, an die sich große Verleger halten, erfassen, indem sie Texte für die Veröffentlichung auswählen (z.B. nur Autoren, die eine bestimmte Anzahl von Verkäufen garantieren , die präsentiert werden von , die ausgewählt wurden von , die nach bestimmten Modellen und Stilen schreiben, die vermeiden Verweise auf ..., die keine ideologische redaktionelle Linie widerspiegeln, die sich von der Unterstützten unterscheidet). Ich suchte nach dem Splitter und bemerkte nicht den Balken, den ich in meinem Auge hatte. Bereits bei "Rugíle" (meinem vorherigen Roman) hatte ich eine Unannehmlichkeit festgestellt, die sich der Text für die explizit behandelten sexuellen Themen bot. Sicherlich gab es keine Zensur durch irgendeine staatliche

Il mondo liquido del globalismo attuale (Dialogo filosofico-politico fra due vecchi)

A novantaquattro anni Silvano cercava solo di resistere. Di forzare il fisico a fare quello che non poteva più fare e la mente di conseguenza aveva difficoltà a stare al passo della volontà. Sabatina era confinata ad una sedia a rotelle. Camminava poco e a malapena. Era troppo grassa. Tante volte glielo aveva detto che doveva dimagrire. — Io grassa? Ho solo lo stomaco gonfio — rispondeva. Lei non si vedeva grassa. Tutt’altro. In quella nebbia di vecchiaia che gli avvolgeva il cervello (pressione alta, prostata, vene varicose, medicine in quantità industriale) cercava di trovare la strada. Di riorganizzare la sua visione che sentiva spengersi. Aveva capito che se si spengeva quella visione avrebbe perso contatto con il resto del mondo. Era l’ultimo legame fra lui e il mondo fuori, quella visione. E aveva lottato negli ultimi anni per mantenerla. Fino al crollo di Craxi era stato un leone. Un cavallo da battaglia, una bestia. Uno che non mollava mai. Che tornava da Rom

The language of honor

At ninety-four, Silvano was only trying to resist. To force the body to do what it could no longer do and the mind consequently had difficulty keeping up with the will. Sabatina was confined to a wheelchair. She barely could walk and hardly. She was too fat. So many times he had told her she had to lose weight. — Me ​​fat? I only have a swollen stomach - she answered. She did not see herself fat. Quite the contrary. In that old-age-fog that enveloped his brain (high blood pressure, prostate, varicose veins, medicines in large amounts) he tried to find his way. To reorganize his vision that he felt close to be extinguished. He understood that if he switched off that vision he would lose contact with the rest of the world. It was the last link between him and the outside world, that vision which desperately he grabbed. And the past years he had fought to keep it alive. Until the collapse of Bettino Craxi had been a lion. A fighter, a beast. He never gave up. He could fa

La lingua dell'onore

A novantaquattro anni Silvano cercava solo di resistere. Di forzare il fisico a fare quello che non poteva più fare e la mente di conseguenza aveva difficoltà a stare al passo della volontà. Sabatina era confinata ad una sedia a rotelle. Camminava poco e a malapena. Era troppo grassa. Tante volte glielo aveva detto che doveva dimagrire. — Io grassa? Ho solo lo stomaco gonfio — rispondeva. Lei non si vedeva grassa. Tutt’altro. In quella nebbia di vecchiaia che gli avvolgeva il cervello (pressione alta, prostata, vene varricose, medicine in quantità industriale) cercava di trovare la strada. Di riorganizzare la sua visione che sentiva spengersi. Aveva capito che se si spengeva quella visione avrebbe perso contatto con il resto del mondo. Era l’ultimo legame fra lui e il mondo fuori, quella visione. E aveva lottato negli ultimi anni per mantenerla. Fino al crollo di Craxi era stato un leone. Un cavallo da battaglia, una bestia. Uno che non mollava mai. Che tornava da Roma la notte