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Succhi gastrici e effetti collaterali (Microstorie e microriflessioni in tempi di crisi) - La cantante

Stare in scena è una smania, un orgasmo che inizia già molto prima, appena stai dietro le quinte e aspetti. Una smania come prima di un viaggio tanto atteso. Come quando indossi un vestito comprato per far crepare d'invidia le pettegole. «Culo. Fica. Aria. Voce. Corpo» mi ripeto sempre prima di salire sul palco. Serro stretti i glutei. Provo una sorta di piacere tra le cosce e sento salire la voce da tutti i muscoli del corpo. La gente pensa che io canti con il cuore. Io canto con il culo e la vagina. Ma questo non lo sanno. Quando canto ho orgasmi. Per questo mi dicono che la mia voce ha timbri cupi, rari... ma non sanno nulla del suo parto. È frutto di orgasmi. È un ascensus che principia dal piacere. È sporca di umori. Mi rende lupo. Mi rende regina. Mi dà la forza attraverso l'arroganza della scena. La carne è incompatibile con la modestia: l'orgasmo fa di un santo un lupo. Amazon: Fabrizio Ulivieri Books and author page

Succhi gastrici e effetti collaterali (Microstorie e microriflessioni in tempi di crisi) - La santità della disperazione

“No se muera vuestra merced, señor mío, sino tome mi consejo y viva muchos años, porque la mayor locura que puede hacer un hombre en esta vida es dejarse morir, sin más ni más, sin que nadie le mate”  (Don Quijote) La disperazione è una sirena. La sua voce incanta e attira il naufrago verso il suo letto di onde cullanti. “Aujourd’hui maman est morte. Ou peut-être hier, je ne sais pas”   (A: Camus   L’étranger ).  Parole terribili di una solitudine disperante su questa terra. Le più terribili che siano mai state scritte. Un grido che nessuno sente. La visualizzazione immediata di uno stato assurdo. E-straniamento senza via di uscita. Eppure una beatitudine entro cui abbandonarsi quasi felice di quell’e-straniamento. Di una consapevole distanza dal mondo che ti esclude per sempre, che intacca, crudele, ogni tuo progetto di vita. La disperazione è in fondo santità del proprio stato di abbandono. «Sono finito in questo letto di onde che mi cullano. Potrei affogarvi e tutta

Succhi gastrici e effetti collaterali (Microstorie e microriflessioni in tempi di crisi) - Il fuoco nero

È fuoco nero, fuoco di pazzia. È fuoco di una resa dopo lunga battaglia. Fuoco partorito dal retto perineale, fuoco di pazzia globale. «Es solamente dolor. No es locura»  direbbe Rose, la mia editor morale.  «Este mundo está lleno de dolor. Te equivocaste, confundiste un dolor profundo por locura». «Rose esta es locura, lo sé lo sé... la calidad de la vida es la calidad de la mierda. Todo está medido por el producto interno bruto ¿Qué puede decir el producto interno bruto sobre la felicidad de los hombres? Nada. Puede decir mucho sobre la calidad de la mierda humana, eso sì.» «Professore, la merda è il nuovo fuoco eracliteo.» «Ma no, caro. Eraclito vedeva nel Fuoco l’ archè : la fiamma animata da un vorticoso dinamismo, cangiante in ogni istante che, purtuttavia, restava sempre la stessa e si prestava quindi a indicare la compresenza di unità e pluralità della realtà. Il fuoco per lui era uno e multiplo, il se stesso che a ogni istante era diverso da sé. Eraclito aveva

Succhi gastrici e effetti collaterali (Microstorie e microriflessioni in tempi di crisi) - Ninfomane

«Ηθος Ανθρωπῳ Δαιμων» Demone all'uomo l'indole (Eraclito) Gli uomini mi chiamano "puttana". Dicono che sono una puttana. La psicologia degli uomini è molto semplice. Per loro o sei madre o sorella o santa, o puttana. Ho venticinque anni. Ho avuto circa duecento uomini. Ho fatto l'amore la prima volta quando avevo diciotto anni. Non ricordo tutti i loro volti. Non ricordo tutti i loro nomi. Ma ricordo i loro odori. I loro sessi. Il piacere che ho provato con ciascuno. Gli uomini non capiscono. Non sono una puttana. Ho solo bisogno di sesso come si ha bisogno di mangiare o respirare. Il sesso mi calma. Mi fa stare bene. Quando sono nervosa ho bisogno di un uomo. Il suo corpo, il calore della sua carne, mi tranquillizzano. Non mi fanno più sentire sola. Il suo membro mi toglie la pena e l'angoscia profonda che mi porto dietro. Un'angoscia che viene di lontano. Sconosciuta. Mi masturbo ogni giorno. Dentro di me c'è la paura d

Succhi gastrici e effetti collaterali (Microstorie e microriflessioni in tempi di crisi) - L'homme de paille

Mi chiamo Ernin Vangels. Con il mio nome hanno investito in Kazakistan. Hanno coperto traffici d'armi dall'Ucraina al Sudan. Lo hanno usato per dare copertura a una prigione segreta della CIA in Lituania dove torturavano presunti terroristi di Al-Qaeda. Non sono un "Homme de paille". Ho un corpo, invece. Una mente. Respiro. E il mio cuore batte ancora regolarmente, nonostante i miei sessantanni. Sono un "sans-domicile-fixe" semicieco. Vivo a Riga. Non so niente delle aziende a cui presto il nome. Non rischio niente. Non ho niente. Nemmeno sensi di colpa. Per aver sensi di colpa ci vuole una colpa. Io non ho nemmeno quella. La colpa l'hanno loro, quelli che stanno dietro di me. Cani avidi di denaro. Io sono solo un'ombra. Un ombra capace di stendersi su 4.000 società offshore. Io sono un'ombra. Già ero morto il giorno che son nato. Predestinato all'ombra dalla materia stessa che mi ha generato. Eppure c'è chi