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Showing posts from April, 2023

Midday malaise

It has been beautiful to sit quietly down at that coffee along Pilies gatvė. It has always been something he wanted to do. Many times passing by he had seen people sitting there outside. One day I will sit there having a coffee me too, like a tourist. He said to himself many times, every time he was passing by. Why, he wanted that so much? Well, he couldn't have that picture clear about that "Why". His condition, he thought, was not far, he thought, far away from being a tourist. A tourist is far from his country and he doesn't belong to the place where he is. So, am I. He thought it, while blissed by the unusual sun was sitting finally at the coffee, outside, like a tourist. Blissed, was the right word. Every moment of those moments he was cherished in that pond of a midday sun was a blessing in which he remained immersed, as if seized by his inward explorations. So, he lived lost to the sun, gripped in that malaise, where he knew he was in a no-where land, being da...

Fine di un giorno

Il giorno sta per finire. Volge al termine. Ho lavorato tutto il giorno allo spazio Ikea del centro commerciale di Panorama. C'era il sole. Poi come sempre in Lituania, all'improvviso il tempo cambia e si volge al peggio. E ora dalle ampie finestre dello spazio Ikea, vedo giù le strade bagnate e l'aria nera e la pioggia che cade a dirotto. Che giorno è stato? mi chiedo. E non mi so rispondere. Non so trovare una risposta. Vita strana la mia vita ultimamente. Non vi è una ragione, più. Un motivo fondante. E' quasi un gioco fra me e...e non lo so. E davvero quel "non lo so" è il mio avversario ormai, di tutti i giorni, con cui lotto e combatto e per ora perdo, perché una risposta non la trovo. Gli ultimi due anni hanno lasciato il segno, ed è profondo. Il mondo ha conosciuto l'orrore e ancora non è finito. E potrebbe essere ancora più orrore di quello che abbiamo patito. Ma il giorno è finito nella pioggia e il buio scende. E mi ricordo che anni fa quando c...

Piccolo saggio di esistenza quotidiana - la forza del vivere

Ci sono giorni che sono dominati dal nulla. Dall'indecisione. E quei giorni non sono facili da risolvere. Il senso di pesantezza in tutto quello che fai domina. Non trovi la forza per iniziare. Eppure sai che devi iniziare. Che non puoi lasciarti andare e annegare in quell' inedia. E in quei giorni allora mi raccolgo in me stesso. E vorrei pregare, ma mi rendo conto che nemmeno quello riesco. E mentre cerco una via di uscita, arrivo a un punto decisivo: ora che gli anni si sono accumulati e ho perso molte aspettative, tendo a guardare indietro. Ma non al passato. Al presente che vivo, invece. Solo che cerco di guardarlo con i modelli che scoprivo allora quando guardavo al futuro e ignoravo il presente. E riscopro Dante, Leopardi, Foscolo, il Parini... che avevo non dimenticato, ma come dei file, li avevo salvati da qualche parte. E ora riapro quelle cartelle e apro i PDF che vi stavano salvati e di nuovo li trovo interessanti, più di allora, di quando li avevo archiviati e cred...

Joseph Roth's writing techniques - from what already is into what is coming

I recently started reading Joseph Roth, his famous novel "Radetzkymarsch". There is a technique in his writing style, a sophisticated technique, that struck me.   It is possible to observe a starting point, from a focalized close object, which opens the field where the object is situated, and then enlarges towards more ample horizons where the thought is going to resonate in a fading step-by-step analysis. When the resonance has almost faded, the descriptive action of the resonating starting point ends in a logical but turning point resolution. A technique which I would resume in moving from what already is into what is coming Sump up. After being wounded in battle, saving the emperor's life, Lieutenant Joseph Trotta was appointed captain and granted the noble title by the emperor himself. After his recovery, the Lieutenant tries to return to everyday life as before. At this point of the novel, it starts a long tracking shot backwards, from a close-up of his face reflecte...

Poetry dwells near the divine light's breath

  The comparison between poetry and divine light that we proposed HERE finds its perfect explanation in Saint Paul, Letters to the Romans I,19: τὸ γνωστὸν τοῦ θεοῦ φανερόν ἐστιν ἐν αὐτοῖς, ὁ ⸂θεὸς γὰρ αὐτοῖς ἐφανέρωσεν , what can be known of God was manifested to them (in men), indeed God manifested to them. Poetry unveils in the human being the need to be human, i.e.the need for Beauty, for feeling the Beauty in itself and with itself, and this feeling is supported by the divine light. As we are influenced by the idea of Saint Augustine of saeculum , we maintain that poetry belongs to the saeculum and therefore stops on the threshold of the divine light [ I] without crossing that threshold, but it senses the light beyond that threshold. We are taken to that threshold by the human feeling of Beauty within us that leads us up to there: up to that door that it is not possible to cross in our being human, but nevertheless, the very dwelling on that threshold is illuminated by the ve...

La poesia abita in prossimità della luce divina

Il paragone fra la poesia e la luce divina che abbiamo QUI inaugurato trova una sua esemplificazione in San Paolo, lettere ai Romani I,19: τὸ γνωστὸν τοῦ θεοῦ φανερόν ἐστιν ἐν αὐτοῖς, ὁ ⸂θεὸς γὰρ αὐτοῖς ἐφανέρωσεν, ciò che si può conoscere di Dio è stato manifestato a loro (negli uomini), Dio infatti ha manifestato a loro. La poesia manifesta negli uomini il bisogno di essere umano, il bisogno cioè della bellezza, del sentimento del bello in sé e con sé, ed è supportata dalla luce divina, ma la poesia appartiene al saeculum e dunque si arresta sulla soglia di quella luce [I] senza oltrepassarla, ma presentisce la luce oltre la soglia. Fino a quella soglia ci conduce l'umano in noi: fino a quella porta che non è possibile varcare nel nostro essere umani ma che tuttavia il dimorare in quella soglia illumina nominando i nomi delle cose che la poesia chiede al poeta di manifestare [II] , e il poeta cerca il modo e le parole per manifestarle, per nominare qualcosa che non si può nomina...

La mediocrità nel cinema italiano e della società italiana. Un'affermazione di Cesare Sacchetti

Riposto e faccio mio quanto afferma Cesare Sacchetti nel suo canale Telegram. Opinione che condivido al 100%. Cesare Sacchetti è un analista politico incredibile. Ha una capacità di visione globale che pochi hanno. Ha un solo difetto: crede molto in questa massa indistinta e amorfa chiamata "popolo italiano", non ha ancora ben capito con che materiale ha a che fare. Con il Nulla, praticamente. "A quanto pare, Nanni Moretti ha fatto l'ennesimo film con Silvio Orlando e l'ennesimo film dove al posto della vespa stavolta c'è il monopattino. Il mondo dello spettacolo è lo specchio del mondo della politica. Pieno di mediocri che si trovano lì solo per la loro fedeltà all'establishment." Aggiungo che Nanni Moretti se poteva avere un senso all'inizio (Bianca, La messa è finita) da allora fa sempre lo stesso film con più o meno gli stessi tempi, battute, attori e gli stessi temi. Follow me on Substack  

Vivir al extranjero

Octavio Paz en " El labirinto de soledad " habla del pachuco, un tipo de mexicano que vive en el extranjero, y en un pasaje de este libro en el cual describe el pachuco, reconozco exactamente la misma existencia de mi que vivo fuera de Italia. " El pachuco ha perdido toda su herencia: lengua, religión, costumbres, creencias. Sólo le queda un cuerpo y un alma a la intemperie, inerme ante todas las miradas. Su disfraz lo protege y, al mismo tiempo, lo destaca y aisla: lo oculta y lo exhibe ." Al final viviendo en el extranjero acabas viviendo en una tierra de nadie, en un no-lugar. Una existencia irreal y casi virtual, en la que experimentas los recuerdos de un país que ya no es real y al cual ni siquiera quieres volver, como el pachuco, que no quiere volver a su origin y tampoco desea fundirse a la vida de la sociedad en la cual vive. Follow me on Substack  

La poesía en el momento en cual nombra crea

  Tuve que llegar a Octavio Paz para averiguar algo que no había notado antes. Cuando la poesía quiere subir a la luz, a la superficie para vivir como pide, requiere, en ese momento es tarea del poeta dar un nombre al descubrimiento, dar un nombre a las cosas que descubre en el mismo momento en el cual escucha la voz de la poesía: que es la voz de la belleza, divina, que vive en el hombre . Esta es la lección de Octavio Paz, que me perdí antes de leerlo. Nombras el árbol, niña. Y el árbol crece, lento, alto deslumbramiento, hasta volvernos verde la mirada. Nombras el cielo, niña. Y las nubes pelean con el viento y el espacio se vuelve un transparente campo de batalla. Nombras el agua, niña. Y el agua brota, no sé dónde, brilla en las hojas, habla entre las piedras y en húmedos vapores nos convierte ...... Follow me on Substack  

Disquieting hours

  While he was spending his lonely nights in that library, he often imagined being saved by a beautiful girl in a white dress rambling into the reading room and remaining distractedly after closing time and waiting for him; he imagined showing her over the mysteries of the bindery and cataloguing room, then moving with her into the starry night. It never happened. He had many dreamy moments like those, every night when he worked in the library. There was a little for him to do. Few students made use of the evening opening; few were even aware of it. The librarians, women for the most part, preferred not to work after five o'clock, because the campus, up on the mountainside, was too bleak and lonely at night. And went they home. It was easy money, what he earned. But the discomfort he suffered was not inconsequential. The loneliness was heavy, the hours he spent there ticked boring. And when no one was there it was even creepy to sit down in the big room with dim lights hanging like...

Italia - a land of idiots

This article stems from a reflection by Massimo Fini [1] on Italian wine. In Italy, there is a widely spread opinion that "wine" is not above all an economic fact but essentially a cultural fact. The article appeared in COME DON CHISCIOTTE  [2]. I admit that I can agree, in principle, with Massimo Fini. Especially living abroad, as I live, you realize how many cultural universes surround every act of opening and enjoying a bottle of wine in Italy. How to open a bottle correctly. How long before a bottle must be open, in reference to the year of harvest. The right temperature at which a red or a white must be drunk. Matching wine and food... But in Fini's article, I also see a lot of the typical Italian arrogance, as in "What do those loutish Americans want to know about wine?" Fini like almost many Italians (all or almost all) believes, and claims to believe, that what is Gospel in Italy is also the same Gospel in other countries of the world. In many countries,...

Italia un povero paese morente e inetto

Questo articolo nasce da un riflessione di Massimo Fini sopra il vino che non sarebbe un fatto economico ma soprattutto un fatto culturale, in COME DON CHISCIOTTE . Potremmo anche in linea di principio essere d'accordo con Massimo Fini. Soprattutto vivendo all'estero ti rendi conto di come attorno ad ogni atto di aprire e gustare una bottiglia di vino in Italia vi siano tanti universi culturali. Come aprire in modo corretto una bottiglia. Quanto tempo prima aprire una bottiglia, in riferimento all'annata. Temperatura giusta a cui bere un rosso o un bianco. Combinazione vino cibo... Ma nell'articolo di Fini vedo anche tanta arroganza italica, come in "che cosa vogliono sapere di vino quegli zotici degli americani". Fini come quasi tanti italiani (tutti o quasi tutti) crede, e pretende, che quello che è Vangelo in Italia sia anche Vangelo negli altri paesi del mondo. In tanti paesi il cibo e il vino italiano sono solo una sovrastruttura rispetto alle loro strutt...

Il bello nella poesia è in virtù della luce divina

E' interessante notare come Sant'Agostino rimandi tutto ciò che riguarda le strutture del saeculum a una struttura superiore: quella dello spirito. Parlando della preservazione della pudicizia, qualcosa che generalmente si ritiene legata al corpo, e che dovrebbe conseguentemente appartenere al saeculum , ci fa capire che la preservazione della pudicizia corporale non può esistere senza la preservazione della pudicizia spirituale. Nel De Mendacio Liber Unus  (VII, 10), Sant'Agostino pone il caso di una persona degna della massima stima che corra da noi in cerca del nostro aiuto e chieda insistentemente che si dica una menzogna perché è insidiata da uno stupratore che solo si potrebbe tenere lontano con una menzogna. Ma dal momento che mentire per Sant'Agostino non è, in nessun caso, ammissibile così risponde: nullam esse pudicitiam corporis, nisi ab integritate animi pendeat; qua disrupta cadat necesse est, etiamsi intacta videatur; et ideo non in rebus temporalibus ess...

Perché la poesia? Riflessioni sciolte sul tema

Il bisogno di poesia viene dalla vita, da ciò che ti circonda, dai volti, dai luoghi, dalle ore, dal tempo, dal sole, dalla pioggia, dalla neve, dal vento e dal ghiaccio, dalla natura... quando filosofia, finzione e pensiero si dimostrano chiaramente incapaci di rivelare ciò che nemmeno la religione può aiutarci a rivelare: la parte umana che soffre e ha irrevocabilmente bisogno di BELLEZZA, per sperimentare la bellezza che si radica in quello che sant'Agostino chiama saeculum e dove l'uomo lavora, soffre, nasce e muore, odia, uccide ma AMA anche, prima che si diparta. La poesia è quella parte umana, che è proprio l'opposto di quell'altra parte che Dostoevsky ha magistralmente rivelato: la follia. E quando quella sensazione di bellezza tutta umana, che è concessa all'uomo, come la follia, GRIDA per farsi sentire, per venir su, per sollevarsi, perché gli appartiene, è dell'uomo, e vuole vivere, venire a galla, poi, quando la BELLEZZA chiede una voce per essere de...

Why poetry? Some considerations on the subject

The need for poetry comes from life, from what is around you, from faces, places, hours, weather, sun, rain, snow, wind and ice, from nature...when philosophy, fiction, and thought clearly prove themselves incapable of revealing what not even religion is able to help us reveal: the human part that suffers and irrevocably needs BEAUTY, to experience the beauty that is rooted in what Saint Augustine calls saeculum and where mankind works, suffers, is born and dies, hates, kills but also LOVES before departing.  Poetry is that human part, that is precisely the opposite of that other part which Dostoevsky masterfully revealed: folly. And when that sensation of beauty that is wholly human, which is granted to man, like madness, SCREAMS to be heard, to come up, to rise up because it belongs to him, it belongs to man, and it wants to live, to come to the surface, then, when the BEAUTY asks for a voice to be spoken, and finally imposes itself to come into the world forever, then art is bo...

Al cuore mio uguale nemico

 (a mia moglie Živilė) Ti immagino piccola in questa landa di gelo E il cuore mi duole Perduta di Dio I tuoi sospiri le tue paure La voglia di andare Via e fuggire lontano E sognavi l'Italia Terra promessa Ascoltavi le sue canzoni Le sue melodie e i tuoi biondi capelli I tuoi occhi di ghiaccio Blu profondi un'ombra Passava che di esistere temevi Eterna - incontrare e rimanere Senza voce. E mi affaccio a questa stessa Finestra della camera dove tu  Vivevi i sogni tuoi - e vedo oltre quei vetri Il dolore uguale, che mai muore E mi guarda anemico ora Come a te allora - era orribile silenzioso E pauroso - al cuore mio uguale nemico Tace. Follow me on Substack

Chiudi gli òcchi cuore

Chiudi gli òcchi cuore e il sapore gustati di caffè amaro - il mondo che apre la bocca e sveglia te vivo e rinuncia allo zucchero che uccide. Il corpo ascolta e la voce che dentro ti parla - e era vita quando tu vivevi ma con tanti difetti eri e tu sapevi l'uomo che abitavi ed ora più non sei - più non risuona e ti abbandona a nuovo destino e certo vai, e più rabbia sai che non hai e di quiete troppo quiete stanze senza speranze ormai apri le porte e non credi che mute aspettano il tuo arrivo e senza volti cari a salutar vuote attendono perdute. Follow me on Substack

La boca que miente, mata el alma

Lectura de San Agustín De Mendacio donde cita a LIBER SAPIENTIAE 1.11 Os autem quod mentitur, occidit animam "la boca que miente, mata el alma". Si es cierto lo que sostiene San Agustín citando a LIBER SAPIENTIAE , y no hay razón para dudarlo, desde un punto de vista espiritual, es claro cómo todo lo ocurrido desde 2020 hasta hoy bien podría entenderse como una estrategia. Efectivamente muchos afirman que detrás de esta propaganda furiosa, de una narrativa evidentemente completamente falsa, hay un espíritu satánico, que apunta no solo a la destrucción del cuerpo, a través de agentes patógenos (y no únicamente), sino también y sobre todo a la destrucción de las almas humanas. De lo contrario, ¿cómo explicar esta inexplicable falsedad que ha penetrado cada milímetro del planeta tierra? Follow me on Substack

The mouth who lies, kills the soul

  Reading Sant'Agostino De Mendacio where he quotes Sapientia 1.11 Os autem quod mentitur, occidit animam "the mouth who lies, kills the soul". If what St. Augustine maintains quoting Sapientiae is true, and there is no reason to doubt it, from a spiritual point of view, it is clear how everything that has happened from 2020 to today could very well be understood as the strategy, as it is claimed by many, that behind this furious propaganda, of an evidently completely false narrative, there is a satanic spirit, which aims not only at the destruction of the body, via pathogenic agents (and not only), but also and above all that of human souls. Otherwise how to explain this inexplicable falsehood that has penetrated every millimetre of the planet earth? Follow me on Substack