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Il bello nella poesia è in virtù della luce divina







E' interessante notare come Sant'Agostino rimandi tutto ciò che riguarda le strutture del saeculum a una struttura superiore: quella dello spirito. Parlando della preservazione della pudicizia, qualcosa che generalmente si ritiene legata al corpo, e che dovrebbe conseguentemente appartenere al saeculum, ci fa capire che la preservazione della pudicizia corporale non può esistere senza la preservazione della pudicizia spirituale. Nel De Mendacio Liber Unus (VII, 10), Sant'Agostino pone il caso di una persona degna della massima stima che corra da noi in cerca del nostro aiuto e chieda insistentemente che si dica una menzogna perché è insidiata da uno stupratore che solo si potrebbe tenere lontano con una menzogna. Ma dal momento che mentire per Sant'Agostino non è, in nessun caso, ammissibile così risponde: nullam esse pudicitiam corporis, nisi ab integritate animi pendeat; qua disrupta cadat necesse est, etiamsi intacta videatur; et ideo non in rebus temporalibus esse numerandam, quasi quae invitis possit auferri. Nullo modo igitur animus se mendacio corrumpit pro corpore suo, quod scit manere incorruptum, si ab ipso animo incorruptio non recedat.
"Non vi è pudicizia del corpo se non dipende dall'integrità dell'anima, caduta la quale deve necessariamente cadere [anche quella del corpo], anche se quest' ultima sembri rimanere intatta. Non si deve perciò considerare la pudicizia come un elelemento naturale, che possa essere sottratta anche a coloro che si oppongono. In nessuna maniera l'anima deve contaminarsi con la menzogna per venire in aiuto al corpo suo, che sa che rimarrà incorrotto se lo stato di incorruttibilità non venga meno alla sua anima".
Che ci dice questo?
Ci dice, che anche nel caso della poesia (che è il tema che ci interessa) la poesia si manifesterà nella sua forma, verrà al mondo nella sua forma, che si impone nell'attimo che viene percepita, se, e solo se, si riconosce che la luce interiore che fa riconoscere la poesia, manifestazione del bello umano, è qualcosa che sta oltre la soglia dell'umano, quella soglia [1] di percezione che postula Dio, e che Sant'Agostino ci ha insegnato in molti modi a riconoscere.
E' vero che la poesia è espressione del BELLO umano che appartiene al saeculum, ma ciò avviene in virtù della luce interiore divina che porta il bello a manifestarsi come bello, cosa che non tutti possono, perché la maggioranza rifiuta di ammettere che una luce divina vive nell'uomo. 
Quella luce che è la garanzia del riconoscimento del Bello in sé che partorisce arte e poesia nel momento che viene riconosciuta.
Può il demonio partorire il Bello? Ovviamente no, lui fin dall'inizio per suo libero arbitrio [2], ha negato la luce divina ed è decaduto. E chi decade nello stesso modo, attraverso la negazione della luce divina, è impossibilitato a partorire il bello.

[1]  Sul tema della soglia nella poesia si veda QUI
[2] Sulla decisione del demonio di scegliere il male di sua propria volontà si veda QUI

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