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Molto spesso ho pensato che nella mia vita ci sia stata come una mano che nei momenti che sembravano andare dalla parte opposta rispetto a quello che cercavo, invisibile, quella mano, mi spingesse...








Molto spesso ho pensato che nella mia vita ci sia stata come una mano che nei momenti che sembravano andare dalla parte opposta rispetto a quello che cercavo, invisibile, quella mano, mi spingesse, me inconsapevole, nella direzione che quella mano voleva e sapeva, che era la direzione che chi muoveva quella stessa mano  invitava me a comprendere come giusta.

Ma leggendo Sant'Agostino mi sovviene un altro paragone, ovvero che non fosse tanto una mano che spingeva ma una nuova direzione che, provenendo da uno stato futuro, si inseriva lentamente e gradatamente, in modo inavvertibile e inappercebile, come lo scambio di un treno, che senza che te ne accorga ti porta da un binario a un altro. Solo che il binario una volta attivato è obbligato, non ti fa scegliere.
Ma quello stato che si succede quasi proveniendo dal futuro per imporsi sul presente e gettarlo come ormai passato è attivato dal libero arbitrio che consiste nell'ascolto interiore (cosciente o meno).

Nonne ab infantia huc pergens veni in pueritiam? Vel potius ipsa in me venit et successit infantiae?

"Forse non fu che dall'infanzia, procedendo verso l'età in cui mi trovo ora, passai nella fanciullezza? O piuttosto fu la fanciullezza a venire in me succedendo all'infanzia?" (Le Confessioni, 8-13).

Certo io potevo seguire o oppormi a quello mano o stato che si succedeva venendo dal futuro, e in questo avrei comunque esercitato il mio libero arbitrio, se però in me non fosse già stato sviluppato un meccanismo che è il motore che fa sì che si riesca a sentire, quando non a vedere, quei signa che non molti sentono o non lasciano essere perché stimano più forte l'opporsi alla apparente swerve, de-viazione, dai propositi del momento, inattesa e sgradita perché contro i propri piani.
Perché ci siano persone che al di là delle apparenze contrarie terminino per seguire il flusso e altre no, lo stesso Sant'Agostino lo spiega con una di quelle sue frasi che si contorgono per mostrare, con le parole, insinuandosi nel volere di quel flusso (Dio) difficile da spiegare con le parole stesse perché oltre l'intellegibile e che solo una specifica forza della capacità umana (Fede) aiuta a comprendere (crede ut intellegas):
Ad illud enim hominis ita loquitur, quod in homine ceteris, quibus homo constat, est melius, et quo ipse Deus solus est melior.
"A quella parte dell'uomo infatti parla, che è migliore di tutte le altre, di cui l'uomo è fatto, e di quella parte solo Dio è migliore" (Sant'Agostino De Civitate Dei, XI, 2),
Perché: profecto ea sui parte est propinquior superiori Deo, qua superat inferiores suas, quas etiam cum pecoribus communes habet
"Certamente in quella parte è più vicino a Dio, che gli è superiore. E in virtù di quella parte supera le sue (altre parti) inferiori che ha in comune con le greggi." (Ibid.)

Chi ascolta solo la voce della città terrena, la chiacchiera (per dirla con Heidegger) ascolta le "altre parti" e non quella parte, che lo fa vicino al flusso che proviene inavvertito nella storia dalla città celeste (Dio). E non distingue i segni che nella città terrena sono sempre mischiati e ingarbugliati e per capirli bisogna sviluppare le componenti che indirizzano all'ascolto di quel flusso che proviene dalla città celeste e che si manifesta nella storia, attraverso le piccole cose (signa)

Fecerunt itaque civitates duas amores duo,
 terrenam scilicet amor sui usque ad contemptum Dei, 
caelestem vero amor Dei usque ad contemptum sui.
(De Civitate Dei, XIV,28)


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