Il caldo, la folla, i colori e i suoi odori. I tramonti che ti lasciano senza fiato. E i ponti, il fiume placido, il caldo afoso e cocente dell'estate. I colori e le luci pastello e la mitezza in inverno. I colori delle vetrine, l'odore fresco e piacevole della vita in inverno. E la tramontana gelida che ti entra nelle ossa, e mulina ai crocicchi. In inverno. Eppure mi soffocava quella città. E l'ho amata tuttavia e l'ho odiata quella città. La città della mia vita per lunghi e interminabili anni, dei miei amori, delle mie sofferenze , delle mie rade gioie. Di un lavoro monotono ed inutile. Per lunghi e interminabili anni. Delle speranze e delle illusioni che si sovrapponevano alla disperazione del vivere in tanta bellezza e non sentirsene parte. E come ricorda Palazzeschi le "scalinate, dunque, o strade così ripide il cui nome basta a rivelarne il carattere: Costa Scarpuccia, Erta Canina, Rampe di San Niccolò..." Quella era un'altra parte indimenticabile...
Laboratorio di scrittura