Paura?
Non ne era sicuro. Si sentiva
inquieto però e per questo aveva preso a cambiare strada ogni volta che rientrava.
Evitava di fare sempre lo stesso percorso e soprattutto si controllava le
spalle.
Avrebbe potuto essere dovunque.
Dietro un angolo, mentre camminava, mentre apriva la porta. E’ vero che aveva
la pistola sempre con sé…ma prima di usarla avrebbe dovuto essere morto e poi
usarla. Troppe restrizioni, troppe limitazioni. Anche un poliziotto, un
carabiniere, doveva pensarci su bene prima di usare le armi. Qualche volta si
chiedeva che paese fosse divenuto l’Italia. Un paese di sminchiati?
Ad ogni modo teneva sempre la mano
vicino alla pistola. Forse meglio sotto processo che ammazzato.
Perché avesse quel timore non ne
aveva idea. Non aveva ricevuto minacce, avvertimenti…nulla.
Forse era la solitudine che
cominciava a pesare. Troppo tempo che era solo. Di quando in quando qualche
puttana cinese per sfogarsi ed era tutto.
Forse quello stato di solitudine
amplificava tutto. E immaginava cose che non c’era motivo di immaginare. Eppure
dentro si sentiva spinto a esporsi. Spinto a cercare il rischio. A prendere
decisioni pericolose.
Cambiare strada ogni sera, guardarsi
le spalle, immaginare un agguato contribuivano a fargli sentire quello stato di
perenne adrenalina che stava disperatamente cercando.
Quella sera lasciando la caserma di
Borgo Ognissanti dove lavorava decise di cambiare strada e passare per via Maso
Finiguerra, fino all’inizio di via dell’Albero e poi giù a destra per via del
Palazzolo sino a via dei Fossi per raggiungere la libreria Todo Modo dove
avrebbe fatto una sosta per comprare un libro.
Aveva così percorso una delle zone
più islamiche di Firenze e in divisa, quasi a sfidare quegli uomini dalla
carnagione scura.
Anche in Sicilia, a Palermo, dove
era cresciuto c’erano molti di pelle scura, ma erano “siculi”, “picciotti” ora
i tempi erano cambiati. Non c’era più e solo la mafia, c’erano anche gli
islamici e i terroristi. Si trovava proiettato da zone mafiose a ambienti popolati
di islamici. E potenziali terroristi.
Più difficili da capire. Altra
lingua, altra razza. Lupi solitari, spesso. Indottrinati dal web. Senza radici.
Imprevedibili.
Ma erano poi lupi solitari?
Ne dubitava qualche volta. Stesse
tecniche. Stesse provenienze. Esplosivi preparati in modo sempre più
professionali. Passaporti e carte di identità false. Soldi per viaggiare come
turisti. Coperture delle polizie.
Ma chi aveva messo in giro la voce
che i terroristi sarebbero arrivati con i barconi dalle coste libiche?
Quando lui era giovane vi era una
cultura della vita. Si saltava da un ponte per tuffarsi in un fiume, si faceva
a pugni, si lottava ma solo per dimostrare di essere vivi. Oggi c’è solo la
cultura della morte. Ci si converte a forme di radicalismo per morire. Si ha
vent’anni e si preferisce farsi saltare imbottiti di esplosivo.
Che cultura è? Non era la sua. Non
la condivideva. Era una cultura in cui si trovava proiettato, la cultura del
mondo globale.
Finalmente aveva percorso tutta via
dei Fossi per arrivare a Todo Modo.
Vide la bandierina esposta fuori che
sta a significare che la libreria è aperta.
Decise di entrare per cercare un libro
del generale Mori sul terrorismo.
Voleva confrontare il suo pensiero con
quello del generale, che per ò gli pareva un po’ annacquato.
Non vedeva i finanziamenti e le coperture
occulte di cui godevano questi terroristi. O se li vedeva non ne parlava.
Fu quando entrò a Todo Modo che
sentì il boato.
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