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Showing posts from September, 2024

Sulle labbra rimanete e sospese passate

Non so se sia il tempo circolare, Se vada avanti e poi indietro torni. Di sovrapposizioni però, io lo so, io vivo. Nelle vostre parole e azioni mi vedo già vissuto, già tanti anni prima. Oddio! è l'unica parola che tutti li congiunge - tutti. Anche io una volta così vivevo e agivo. E speravo quando con loro stavo, come tu ora Con le tue figlie stai e vivi e speri. Tutti, mio amore, speriamo e in avanti tendiamo - per istinto. Io vi guardo e ricordo me nel vostro stesso e medesimo destino. In voi, in voi, e in voi, io rivedo chi ero e come io, io, come voi tendevo. Ed è un pianto senza lacrime. Di dolore. Un impensabile pianto. E quando lei, tua figlia Elinga, ti viene leggera vicina E ti bacia timida io mi vedo così lontano e giovane, e stanco ora - come tu vicina e giovane, e viva ora. Anche io, allora, avevo figlie. E per loro come te io vivevo.  E in avanti tendevo e dove io non sapevo. Ma ora sospeso resto. E loro remote. E non più tendo. Esisto nel prima e nel dopo, in un gio...

Heraclitus on True Happiness

Confusing happiness with bodily pleasure, happiness with the satisfaction of instinct, is typical of animals, as Heraclitus explains in his fragments Si felicitas esset in delectationibus corporis, boves felices diceremus, cum inveniant orobum ad comedendum (DK B4) If happiness were in bodily pleasures, we would call oxen happy when they find vetch to eat It seems to me that the majority, the masses, live in this confusion.

Soggettità

La soggettità è lo stadio preliminare alla soggettività, in cui il soggetto non ha ancora la potenza di dominare le cose, ma vive nelle cose, davanti alle cose e sottoposto alla forza delle cose perché non ha ancora la potenza per dominarle . Altro inverno di freddo, di neve, di gelo verrà. Ghiaccio e grigio e bianco e cielo coperto infinito. Voci che dentro derive i giorni di qua cresceranno. Buïo grigio sarà e non luce mai gl'occhi vedrà. Ma sopravviverò? Chiedo al corvo nero che gracchia sull'albero secco in questa terra avara a due passi che dall'apocalisse tutti tiene in sospeso nel gorgo del si dice e dove i più vivono stregati. Eppure questa terra ha bellezza nell'asprezza del cielo di autunno nel verde che acceso brilla al sole. Nel dolore dei volti, che traspare. Gettato vivo in un mondo non mio. Lo vedo. E fo come il cuneo fa. M' incuneo - entro - ma rimango estraneo.

Overrated authors : Jacques Prévert

  A long time ago, I started a column, which was later abandoned for reasons unknown, about boring and overrated books, and sometimes an authentic huge load of rubbish. I would like to revive it now, given the enormous number of absolutely useless authors circulating. I would like to bring the French poet Jacques Prévert and his book "Paroles" to the forefront. I think that Prévert is responsible for significantly lowering the intellectual quotient of the masses. My judgment is limited to this, probably his most famous book: Paroles . If this is what constitutes poetry, I am not surprised by the decline of contemporary poetry, which aligns perfectly with narrative. It is said that people read little. People are right not to read if these are the authors they are expected to read. Below is the most illustrative example: Pay attention to the final, the conclusion of a great poet, for sure :- ) POUR TOI MON AMOUR Je suis allé au marché aux oiseaux Et j'ai acheté des oiseaux ...

I mostri vivono

  Io ho i mostri dentro. Ogni volta che mangio, Io cambio di essenza. Ciò che ero poi non sono. Mi trasformo in tutto di quello che orribile di cattivo me abita . Lo vedo e lo sento dopo e dopo, dopo io cambio e poi fremo. Veramente io sono l'orribile presenza e di cibo putrescenza?

Libero arbitrio

Dici in una parola, "Oddìo!" - tutto Sta in quella parola - di cambiare Sta la disperazione, che non puoi Nulla fare e nulla tu mutare. Chiede il cuore, chiede un diverso Vivere. Ma "Oddìo!" ripeti e piangi Quasi. E già lo sai che questa è la Vïa. Assurda, sì. E sol sperare Puoi in Dio. O cader giù - tua follia.

Il vento di Lituania

  Quando la voce ascolto del vento lituano che piega con sua forza tenace gl' alberi - voglio tornare a morire in Italia. È un vento che parla, è il vento della morte che annuncia la fine e mi rammenta gli ultimi amori che ancor vivon là nella terra ove nato sono, la terra madre, e la voce allora sofferenza si fa in me e l'ascolto come se mi portasse via, lontano. Ma non piega il cuore mio il vento di Lituania. Ha un suo vigore il cuore - una forza che di questo mondo non è. Ma parla come dèmone il vento: che fai qui? Non è il posto tuo. Non è la natura tua - che figlio di altra madre sei. Vattene. Tu non a qui appartieni. E forse è non il vento. Il vento, io lo sento, scorre mobile, fruscia tra le foglie, rapido piega l'albero , però non lo rompe. L' abbraccia con amore, quasi in un amplesso. E allora la voce, quella voce che è dentro, di una brama mai estinta è il dèmone. Bisogno d' infinito che non trova la pace e mai tace.

Cancellare la storia

  Mamma il corpo guardo che a me hai donato: i piedi, mani, gambe, Più non sono gli stessi - ma l'odore Quello tuttora permane. Il tuo era, Che ancora io porto in me, vivo. Un odore antico, e che lontano Sale. O mamma tu sai fin dove sale L'odore, tuo? Perché lui fissa l' anima Nella storia? La storia, che ha il sapore Della mamma e del figlio, e che del tempo Vive, e sempre ai luoghi si lega. Ma un' antilope nera una madre Ha diversa. La storia degl' odori  Mischiar, satanica via. E le madri Dall'anima slegare, è dannare, Di un uomo la storia cancellare.

Antilopi nere

  Guardo dall'autobus antilopi nere che perse van in paesaggio nordico. Goffe stan nella neve - che il bianco suo, ora detiene. Perché così nere si ostinano ad andare? In un colore, che per sua natura, non a loro pertiene?

L'apocalisse che viene

  Sto confuso davanti i neri rami Guardo i corvi bruni - il loro canto Tetro e zoppicante - che discanto Senza vita lanciar quei richiami. Non voglio altro inverno qua passare Fino in fondo all'anima marcire. Né prima del mio tempo qui finire. E sotto grigio cielo eterno andare. Tremolano fiammelle fredde d'aria. Non ancor la chiamata, non certezza. Chi pregando il miracolo carezza Non bisogna che creda solitaria La manna a cader giù da quel suo cielo Inizi come neve e poi di gelo? Ma per ogni miracolo pagare Con la vita, l’amore, e il cuore Si deve. E allora il dolore Di quei corvi non è da rifiutare. Con tutto questo male che attorno Mi vive, infernale, io a credere Ai miracoli inizio - a vedere Che l'apocalisse a me intorno D'ogni piccola gioia è prodigio Dopo anni nutriti al sole grigio. Davanti un cespuglio ora la verga Batto su dura pietra che fiammeggia. E aspetto la mente qui diverga Che lontano rosso il fuoco albeggia - Ma qui si fa di fiamma terso dramma.

Perché la terra tace

Dimmi, mamma - perché la terra tace? Perché tace e il giorno e la notte? Non alle stelle, né al sole parla. E sul petto un peso grave giace. Mai un solo lamento, e calma va. Piana strada in eterno assegnata. Crudele beve sangue caldo - viva, Prati di fiori fiorisce - lei beata. Tace chi alla terra è tornato –  Mai, mai, mai parlerà a noi ancora. In una bacca rossa consegnato. Nel vento volerà come una spora. Perché la terra tace, e non il sole? Non so bambino mio, non so– perché. Non muore né scompare - questo vuole. Chi la terra ha preso chiuda in sé.

Salomėja Nėris: tavo kelią džiaugsmas lydi (traduzione)

  Sotto abbiamo fatto una traduzione di una poesia la più letterale possibile in ottonari (come nel testo originale) di una poesia di Salomėja Nėris, poetessa lituana, probabilmente la più famosa poetessa lituana. I temi sono quelli tipici della poesia di Salomėja Nėris; natura, viaggio, ritorno, vento, morte. Tavo kelią džiaugsmas lydi, Tavo nakčiai žvaigždės žydi Mano kelias - pasmerkimas, Amžina nyki kelionė, Nieks manęs juomi nelydi. Tavo žingsniams gelės žydi. O ant mano liūdno tako Tik lapus nešioja vėjas Ir numirėliai kvatojas. Il tuo viaggio gioia sia, Per tua notte stelle sia. In mia via - maledizione, Infinita cupa azione Sola io su questa via. Ai tuoi passi ecco i fiori Al tuo triste camminar solo foglie porti il vento E di morti il tormento.

L'angelo custode mi si rivela una notte

  Quando sei dall'autobus scesa le tenebre era. Ecco - venivi incontro - o mio solo angelo vero. Satana tiene in mano il mondo - il sopra e il sotto. Uomini persi - gettati, smarriti in cose create Dove gli enti a esser vanno per sua metafisica: Muore il senso confonde il vero - il soggetto fa oggetto. Quando sei dall'autobus scesa le tenebre era. Angel custode che sfida in mezzo al buio- camminavi. Verso me il dopo e il prima portavi e nuovo mi davi Dono - sí prossima stavi - in mano levate le chiavi Tu - intersecavi la luce obliqua - di strada brillavi Lucide loro, ch'avevi in mano e per varchi or chiusi Ecco le usavi - dall'autobus scesa venivi incontro. Occhi cobalto fissavi e dal buio m' apparivi - mandata.

Social conformism is the basis for which the masses do not question the fundamental issues of life

The section of Heidegger's Being and Time that deals with death is unsurmountable in many respects. It captures well, for example, how all fundamental human responses lie within the horizon of death, yet the majority of humanity avoids it out of fear and an innate instinct for social conformity, which views death as something that should always be considered as an event concerning others and never oneself. Das Man läßt den Mut zur Angst vor dem Tode nicht aufkommen. Die Herrschaft der öffentlichen Ausgelegtheit des Man hat auch schon über die Befindlichkeit entschieden, aus der sich die Stellung zum Tode bestimmen soll. In der Angst vor dem Tode wird das Dasein vor es selbst gebracht als überantwortet der unüberholbaren Möglichkeit. [ ***]. "Das Man" [the They] does not allow the courage to confront the fear of death to emerge. The dominion of the public interpretation of "Das Man" has already decided the state of mind from which our attitude toward death is det...

Empoli

  Quando vivi lontano dal mondo dove sei nato, alla fine, vivi in una terra di nessuno, dove il presente non ha colore e il passato nemmeno. Vivi in un limbo che di fuochi si accende. E quella è la tua penitenza. Empoli, Empoli, Empoli eri la unica casa Eri la unica noia, eri il mio nulla. Empoli, Empoli, Empoli, eri la mia voglia fuggire, eri soffrire, errare - la rabbia eri. Eri errori, dolori e debole vivere eri. Empoli, Empoli, Empoli brilli lucida ora. Stella polare a cui di guardare non stanco io sono Ora - che oltre, varcato il limite, vaga ti vedo. Senza un gesto a pensare ritorno - al tuo solo mondo. Mondo di fiaba e di fato ricordo - di dramma ricolmo. Piango? Socchiudo gli occhi - e sento te calda salire.

Perché tu mi accompagni?

Questa poesia è per un nome che sopra tutti mi fa soffrire e della causa, per quanto mi sforzi, non so la ragione. Alla fine diviene ossessione - di amore. Il nome, segreto, brilla dentro l'animale natura che abbarbica alla vita e mi vuole a lei uguale. Ma il nome-ossessione dolce diviene. Me vivo tienen gli impulsi furenti, sfrenati istinti che la vita reclama che matti gridano lontani e dementi. Non vanno - salgono su come di brama. Io cedo - e loro si appiattano - alteri. Invan li grido alla vita che svía. Mi portano dentro mi prendono - neri. Rimangon voci e oscene - pazzia! Ma tu ma tu - solo il nome sentire e in mio dolore, indïato, unire! Perché sei fitta e in profondo tenuta? Perché sei tu che m'accompagni cocciuta? Il mondo teme la sua fine - eppure sei tu vicina - infinito amore.

Monsters white eyes

Monsters white eyes ne’er going 'way cries thoughts I’ve ne’er let and ne’er meant to be kept. Beauty eyes - always forbid, for, Alas!, ne’er slid. This - the truth is  alive in their squiz. Gazing at people eyes double 'nd triple my going through thus unending queue. Want me to be not - what I now plea.

Oggi non sai che sarà

  al mio vivere Vattene notte su vai, i fantasmi oscuri su prendi, prendi la paura tua e fattene carico - vai! Spazio fai alla luce - inganni non vuole - discendi! Apro gli occhi e già vedo - che sì finirai. Sporco mi lava la grigia zona e indugia stanca. Sta e non va aldilà, sta, ma avanza - cadrà. So che per ultima dura incerta - ma pallida sbianca. Apriti anima dì fa' - che or non sai che sarà.

You cannot flee what you are - III

  The still-fascinating lady, the directress, believed in being what you are, in the energy you are, even as one evolves over time. She knew she was no longer what she was, yet she was aware she still was what she was before - under her skin. Her name was Paola. She believed in Beauty. Love is beauty, breathing is beauty, gazing at the sky is beauty, and above all, poetry. “Beauty makes people better,” she would often declare in meetings. She was intelligent but not cerebral. She lacked a tendency to be introspective. Part of her sharp mind consisted in recognizing that too much hesitation can paralyze the creativity of beauty. Luca, the Italian writer was a creator of beauty. He had recently composed such beautiful poems. She had been captivated by his way of crafting poetry. By his words about poetry: "Poetry unveils in the human being the need for Beauty, the need for feeling the Beauty in itself, and this feeling is supported by the divine light. It halts us on the threshold o...

Non so se io mai potrò esser te

Non so se io mai potrò esser te. Ma qualche volta lo sento che Quasi tocco quell' Esser te e tu me. E quando tu mi chiedi di continuo Di abbracciarti e dirti "ti amo", Allora la carne tua e il profondo degli occhi vedo. E mi avvicino - odo in quella carne e quegli occhi In me, farsi il tuo vero te. E amo la tua pelle, il tuo odore, il tuo calore. E si tiepida lontano e muore, sì, il dolore.

Si rompe qua il filo quasi spezzato

  A Claudina Si rompe qua il filo quasi spezzato ormai - dolce vi stavo solo e appeso. In fondo starci non era peccato. Sentirlo triste è - si rompe sorpreso. Ma una voce chiama forte - distante e dà speranza - oltre è la vita, sì. E vedo questo mondo qui - spaesante che senza luce muore ogni miser dì. Un nome ho e soffro te - non so perché. Non chieder mai - dolore grande inquieta. Con me sarai - di là amor vivrà finché con mia leggera mano te farò lieta.

The foundation of average people lies in the 'One says' (Man sagt) — in this, they see the justification of themselves

Heidegger clearly grasps the foundation of the average and massified human being. All of his being is grounded in the "They" (Das Man) rather than in an original and personal vision of events. Heidegger provides a perfect interpretation of this in his discussion of death: Das Man hat für dieses Ereignis auch schon eine Auslegung gesichert. Die ausgesprochene oder auch meist verhaltene »flüchtige« Rede darüber will sagen: man stirbt am Ende auch einmal, aber zunächst bleibt man selbst unbetroffen (***) "Das Man (The They) has already secured an interpretation for this event. The explicitly or usually implicitly ‘fleeting’ talk about it suggests: one dies eventually, but for now, one remains personally unaffected." The attitude of the average and massified person is not only correlated with "one says" ( man sagt ) but also with "remaining unaffected" ( sich unbetroffen bleiben ). "One dies" ( man stirbt ) has the same significance as ...

You cannot flee what you are - II

  To my friend Corrado, unforgettable The old man follows the structures of his thoughts when he considers her. The structures surface in the emerging light of his soul, undeniably. He is Italian, an Italian of seventy, a vigorous seventy, a writer. He has come to Vilnius to lecture for a small but discerning circle of readers. His way of looking at her, in the embryonic gleam he saw in the woman taking form, could seem too dry and severe but it was incisive, in a way that made him a distinct enough personage in her eyes. But how did the two of them come to meet? The invitation had come from The Italian Culture Institute that staged monthly lectures, and she happened to be the directress.  Þæt wæs ġehæp “that was fitting, it was appropriate to be. All that happens fits to happen in the form that is convenient to happen.  The pieces fell into place, as they do, in ways that seem random but are not.

In me che vedo te tu sei riflessa

In fondo fondo il tuo io è pari al mio quando riesco - ché lo so cessa lí mio dire e male - far che appari uguale te a me - e vivi riflessa. In me che amo te - vedi tu stessa.

You cannot flee what you are - I

  How does the beauty of a woman evolve when she goes in for her forties? She's still beautiful and has the beauty of her remote wild young attraction slowly fading away. She's not sexy anymore like she probably was, but she acquires a mature aura that keeps you watching her and you are never sated. Her dark hair and eyes, high cheekbones, full mouth—are striking and her voice, a low contralto, has a suave attractive power, you cannot move your look away from her. She's feeding your need to imagine women like an old man properly needs to think. The thinking has structures and you are following them, they work like an inner subtle light. You cannot flee what you are bound to follow, it comes from afar and never dies.

Non mi chiedere passione - Clizia

  Dato di me sapevi il lato scuro  talora ambiguo persino lascivo. Perché da me Clizia - hai chiesto passione?

Essere poeti oggi

  Il mondo pieno è di poëti Che buttan parole, e apron spazi vacui. Lascian margini bianchi e vuoti. Son di Satana afflati e da lui ispirati. Eo ipso poëti - son coronati.