lituano che piega con sua forza
tenace gl' alberi - voglio tornare
a morire in Italia. È un vento
che parla, è il vento della morte
che annuncia la fine e mi rammenta
gli ultimi amori che ancor vivon
là nella terra ove nato sono,
la terra madre, e la voce allora
sofferenza si fa in me e l'ascolto
come se mi portasse via, lontano.
Ma non piega il cuore mio il vento
di Lituania. Ha un suo vigore
il cuore - una forza che di questo
mondo non è. Ma parla come dèmone
il vento: che fai qui? Non è il posto
tuo. Non è la natura tua - che figlio
di altra madre sei. Vattene. Tu
non a qui appartieni. E forse è
non il vento. Il vento, io lo sento,
scorre mobile, fruscia tra le foglie,
rapido piega l'albero , però
non lo rompe. L' abbraccia con amore,
quasi in un amplesso. E allora
la voce, quella voce che è dentro,
di una brama mai estinta è
il dèmone. Bisogno d' infinito
che non trova la pace e mai tace.
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