Skip to main content

Posts

Showing posts from December, 2022

La potenza destabilizzante

Se si legge le parole di Sant'Agostino “Qui sunt qui descendunt in lacum? Omnes peccatores mergentes in profundum. Lacus est enim profunditas saeculi. Quae est ista profunditas saeculi? Abundantia luxuriae et nequitiae [1]“ (En. in psalmos XXIX, II, 13) , si vede come le persone fisiche che stanno nei poteri forti ( mergentes in profundum ) che guidano il mondo e che stanno dietro i governi, e i rappresentanti che attuano nei governi i loro piani (e non si può non vedere) lentamente, sebbene appaiano forti, potenti e invincibili, si vede come scendono verso il lacum , il gorgo, che li inghiotte uno ad uno muti. Essi hanno scelto il saeculum , ovvero Babilonia, la città di Satana, in cui vivere di onore e potere e denaro al servizio di quel Demone, e vivono talmente immersi in quel saeculum e in quel servizio da non rendersi conto come la città di Cristo trasversalmente emerga da lontano, da molto lontano, e come un lento tsunami si incunei minacciosa nelle inarrestabili falle di ...

The Masses Are Not Asking to Be Saved

  There is much talk about "awakening" people, about the salvation of the masses, without considering a simple truth: the masses do not want to be saved. The mass is, by definition, something to be kneaded, shaped, and moulded—it exists to be acted upon. The essence of the masses is formed from a single ingredient: complicity [1]. Complicity means accepting guilt without acknowledging it, acting not from personal conviction but simply following orders. It removes the sense of personal responsibility, for in complicity, one merely complies. But who asks for this compliance? Others. These "Others"—and perhaps "that" would be a more accurate term—are not individual humans in a moral or thoughtful sense but extensions of the collective mindless will. They are complicit but without awareness of their complicity.Complicity, in this sense, is participation in an endless chain of obedience, a chain without a visible end because the end is deliberately obscured. Ev...

Memoria di un padre

  In me il tuo ricordo sono i vuoti Il vigore violento Delle cose non dette allora Che ora invece si fanno chiare La tua rabbia soprattutto Ora diviene certezza Della sofferenza che ti dava la forza immane del vivere Non da quietista Ma da guerriero Da cavallo, da puledro pronto Alla carica affrontavi i giorni Calando giù dall'erta collina bardato a guerra ‐--------------- E mi guardo intorno E non vedo l'eredità del tuo cuore Solo uomini femmine E femmine non più tali E senza gloria un popolo che smuore In quel nulla di cui complice non trova reo.

Andrò a ritroso negli anni...

  Andrò a ritroso dei nostri anni di poco passati che mai mi sorprese il loro corso E mi restano come grumo, non sciolti dormono dentro in un inverno senza fine. -------- O neve che in questa terra eterna sei, e gelo infinito di una città straniera e di una terra senza giorno e sempre bianca tuttavia. -------- O putrida parte di me, che sgretoli il bene o tu, che senza misericordia sospendi da me il cuore a cui mi aggrappo che caldo brama resistere

Molto spesso ho pensato che nella mia vita ci sia stata come una mano che nei momenti che sembravano andare dalla parte opposta rispetto a quello che cercavo, invisibile, quella mano, mi spingesse...

Molto spesso ho pensato che nella mia vita ci sia stata come una mano che nei momenti che sembravano andare dalla parte opposta rispetto a quello che cercavo, invisibile, quella mano, mi spingesse, me inconsapevole, nella direzione che quella mano voleva e sapeva, che era la direzione che chi muoveva quella stessa mano  invitava me a comprendere come giusta. Ma leggendo Sant'Agostino mi sovviene un altro paragone, ovvero che non fosse tanto una mano che spingeva ma una nuova direzione che, provenendo da uno stato futuro, si inseriva lentamente e gradatamente, in modo inavvertibile e inappercebile, come lo scambio di un treno, che senza che te ne accorga ti porta da un binario a un altro. Solo che il binario una volta attivato è obbligato, non ti fa scegliere. Ma quello stato che si succede quasi proveniendo dal futuro per imporsi sul presente e gettarlo come ormai passato è attivato dal libero arbitrio che consiste nell'ascolto interiore (cosciente o meno). Nonne ab infantia hu...

Una interpretación personal del sentido de sufrimiento en Unamuno

Un tema recurrente en Unamuno es el sufrimiento,  porque "el sufrimiento es la sustancia de la vida y la raíz de la personalidad, ya que solo el sufrimiento nos hace personas". Sólo en el sufrimiento el hombre reconoce al hombre como hermano; "el hombre de carne y hueso; el hombre que nace, sufre y muere, sobre todo, quien muere; el hombre que come y bebe y juega y duerme y piensa y quiere; el hombre que es visto y escuchado; es el hermano, el verdadero hermano." En nuestro sufrimiento reconocemos el sufrimiento de Cristo, que es la expresión misma del sufrimiento de Dios. El sufrimiento es agonia (ἀγωνία) que es lucha, y la lucha de hecho produce sufrimiento. Pero lleva a conocerse a sí mismo: en el sufrimiento de la lucha uno se conoce a sí mismo.  Sobre todo finalmente sabes de qué lado vas a estár. «El cristianismo es como el cólera que pasa sobre un país para arrebatar a cierto número de elegidos, y después desaparece.» Esto le oyó el padre Jacinto a M. Gazier,...

Actual sentences - Immanuel Kant: das höchste Gut

  Today, more than ever, we need morals, we need to be inspired by the highest transcendency in terms of morals, we need to adequate our actions to a summum bonum that will lead our moral action because we postulate it putting our deeds under its agency.  We must follow what Kant expressed in clear and unequivocal words: Wir sollen das höchste Gut (welches also doch möglich sein muß) zu befördern suchen (I:Kant, Kritik der praktischen Vernunft 225) We should try to promote the highest good (which must therefore be possible after all).

I dubbi di Silvia sull'eredità morale del padre morto al ritorno delle vacanze

  Dal capitolo XVIII del mio libro in progress "Essere mio padre" Il ritorno a casa dopo le vacanze non fu indolore. Ritornare dalle vacanze non è mai indolore, perché il passaggio da uno stato in cui il dolore della vita quotidiana è momentaneamente sospeso e ridotto a livello di piacere pigro di esistere (il sole, la spiaggia, il caldo, il mare, il riposo...) di ritmi bassi e lenti, provoca un improvviso quanto indesiderato ritorno a quel dolore che pare infinito e frenetico di ogni giorno e ci procura spesso ansia, paura, smarrimento e depressione. Soprattutto si incontrò improvvisamente gettata, dopo l’intervista di pochi mesi prima, in un mondo nuovo a cui non era usa, in cui tutti ora la cercavano per avere una parola su quel padre che di colpo era divenuto uno scrittore celebre, post-mortem. E lei essendo la figlia maggiore era reputata come la persona adatta a parlarne. In questa situazione, si ritrovò appunto gettata alla fine delle vacanze, ora che era tornata a cas...

Actual sentences - Ričardas Gavelis: a fog of obedient, sickening fear

  Today we want to present another very topical phrase. The phrase is by Ričardas Gavelis (1950 - 2002), author of one of the most famous Lithuanian novels,  Vilniaus Pokeris . written in Vilnius between 1979-1987, first published in 1988. There is a good English translation  by Elizabeth Novickas. Turbūt dar visai anksti, bet Vilnius tuščias. Vilnius kasdien vis tuštesnis – juo tuštesnis, juo didesnė gatvėse spūstis. Apmiręs miestas, o viršum jo kybo nuolankios, šleikščios baimės rūkas. Vilnius, kurį myliu, Vilnius, kuris esu aš pats, palaidotas tarsi Pompėja po lava, tarsi Atlantida po vandenimis. O mudu su Lolita esam šešėliai: gyvieji vilniečiai, ta skruzdžių minia, drumzlina upė, neklajoja vakaro gatvėmis, nešneka taip, kaip mes "It's probably still early, but Vilnius is empty. Vilnius is getting emptier day by day - and the emptier it gets, the more congested the streets. The city is dead, and above it hangs a fog of obedient, sickening fear. The Vilnius I love, the...

Silvia se pregunta sobre la herencia moral de su padre fallecido a su regreso de vacaciones

  En esta situación completamente deprimente, se vio arrojada al final de las vacaciones, ahora que ya estaba de nuevo en su casa, haciendo un balance de las ventajas  e inconvenientes, de los gozos y las penas que llevaba en aquel momento a causa del apellido de un padre que una vez muerto había comenzado a tener éxito gracias a un libro y se estaba volviendo famoso, cosa que el nunca había pensado. Y lo trágico de todo esto era que no podía decir lo que sentía, porque nada de lo que dijese serviría para explicar a qué herencia la había arrojada su padre. Para entender lo que le pasaba, se habría tenido que haber vivido con él como ella había vivido, cuando no era un escritor célebre, iconoclasta y revolucionario, como la gente lo consideraba ahora. Su padre era su padre y para siempre habría sido el mismo padre que ella había conocido cuando era su hija menor y nunca el célebre escritor que la gente hoy queria que fuera. 

Píldoras de literatura española - el grupo del 98

  En estos tiempos de valores líquidos, de evaporación de principios, de absoluta dictadura del relativismo necesitamos certezas, y por eso vamos a buscar certezas en quienes se han planteado el problema del sentido de la vida, como valor primario de su investigar. Es el caso del grupo del 98 en España porque compagina esta investigación con la búsqueda de la identidad del Estado, como vuelve a ocurrir hoy con la multipolaridad frente a el globalismo.  Cuando hablamos del grupo del 98 nos estamos refiriendo a seis escritores: Miguel de Unamuno, Pio Baroja, Ramiro de Maeztu, José Augusto Trinidad Martínez Ruiz (más conocido por su seudónimo Azorín), Ramón María del Valle-Inclán y Antonio Machado. Los temas principales  del grupo 98 son dos: la reflexión sobre el sentido de la vida y que es España y que son los españoles.  Nos fermeremos nuestra atencion sobre Miguel de Unamuno e mas tardes sobre Pio Baroja. Y vamos a hablar de ellos  en las próximas "Pildoras"

Pills of Lithuanian Literature: Vincas Mykolaitis-Putinas - or the drama of poetry experienced in the Spirit of Time

Can poetry bring to the point of making a man choose between a life dedicated to God and one dedicated te poetry? Can poetry get to the point where it becomes the drama of a man's own existence? Yes, it can. Vincas Mykolaitis-Putinas devoted a long novel to this drama: Altorių šešėly (In the shadows of the altars). The novel was published in 1933. Vincas Mykolaitis-Putinas (1893 - 1967) was a Lithuanian poet, writer and playwright. His most famous novel is "Altorių šešėly", a psychological novel. The novel is about the life, feelings, and inner conflicts of Ludos Vasaris, a young priest. The work deals with many psychological problems: the priesthood, the search for a life path, and the freedom of the artist's personality. The crucial theme of the novel is: can the same person be both, a priest and a poet? No, it cannot because that will lead to schizophrenia. The main character of the work is the intellectual Liudas Vasaris, who enters the priestly seminary and stud...

Actual sentences - Vincas Mykolaitis-Putinas: the decorative people

From today onward I start a new section in this blog. I will publish sentences of writers from the past that have a high significance for the present time we live in, as if they would have foreseen what one day would have surfaced ia n total and unquestionable way. Here is a sentence from a Lithuanian writer, Vincas Mykolaitis-Putinas (1893 - 1967) poet, writer and playwright. His most famous novel is " Altorių šešėly " (In the shadows of the altars). “Yra žmonių, kurių vienintelis paskyrimas — puošti pasaulį ir daryti kitiems malonumą. [...] Jie bus gerai išauklėti, malonūs, turės geras manieras, bet absoliučiai niekam nenaudingi. Jie neturės jokių pareigų ir nedirbs jokio darbo. Nedarydami niekam naudos, jie nedarys niekam nei žalos. Ir į klausimą, koks tų žmonių buvimo pateisinimas, nerasi jokio atsakymo kaip vien tai, kad jie puošia pasaulį. Kai kas tokius žmones vadina visuomenės parazitais.” ( Altorių šešėly) "There are people whose only purpose is to decorate the ...

The social vision of suffering in Coetzee or finding the root of that cause in the people around

  When you read J.M Coetzee, in quite many works (here we take into consideration Disgrace and Summertime ) what hits or blows you is dolour, suffering that ultimately generates also physical pain. The characters of these books are prisoners of themselves, prisoners of the place where they live and belong to: South Africa. His dolour seems to spring from the reason of being a white person who does not find the right way of living because is living in an inappropriate place where to live. The story of Disgrace is the best example, where David Lurie and his daughter Lucy have to bend their personalities to the disquieting's will of Petrus, a native that used to be the assistant on the farm of Lucy, which/who also through the complicity of three criminals who rape Lucy and brutalize David he (Petrus) will slowly take possession of. In Summertime , where the main character, Coetzee himself, recollects his life through a fictitious biographer, who is writing a biography of Coetzee by ...