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Showing posts from July, 2023

What I love in Milan Kundera II

  Another Kundera feature is his skill to connect the unexpected, what clashes, what is conflicting and usually is not convenient to put together. A great example of this  I found in Slowness where he is masterfully able to put in a connection the white, diaphanous, and angelic beauty of a woman with the liberating powerful thought of her ass hole. The full moon emerges from the foliage. Vincent looks at Julie and suddenly he is bewitched: the white light has endowed the girl with the beauty of a fairy, a beauty that surprises him, new beauty he did not see in her before, a fine, fragile, chaste, inaccessible beauty. And suddenly, he cannot even tell how it happened, he imagines the hole of her ass. Abruptly, unexpectedly, that image is there, and he will never be rid of it.   Ah, the liberating ass hole! Thanks to it, the elegant fellow in the three-piece suit (at last, at last!) has completely vanished. What several glasses of whisky could not accomplish, an ass hole h...

La forza dell'amore

Ultimamente Silvia, quando era a casa, passava molto tempo alla finestra di camera, quella dei bui giorni di novembre, guardando giù verso la valle dell’Arno. Era il suo nuovo modo di interrogarsi. Di porsi le domande e cercare le risposte. E le cercava giù nel profondo della valle dove si congiungeva all’ampia ansa dell’Arno che in quel punto si piegava, rallentando la corrente. E così i suoi pensieri si allentavano in quella stessa piega. Stava in tale postura cercando di mettere insieme i pensieri che giravano lenti e difficili da selezionare. Perché stava lì? Nemmeno lei lo sapeva. Ma evidentemente era un luogo che si adattava a quel tipo di pensieri che ora aveva. Non si può pensare certe cose in ogni posto, indifferentemente. Certi luoghi favoriscono certi pensieri. Li portano a maturazione. Ne aiutano il compimento. E forse stava lì per quello, per maturarne alcuni che nascevano in lei per la prima volta, che si concentravano tutti su quell’ansa del fiume che piegava a destra e ...

What I love in Milan Kundera I

What I love in Milan Kundera (a writer I've finally and successfully managed to read after having cancelled and abandoned reading at least a hundred writers) is his talent for opening windows that consequently open other windows (a bit like Chinese boxes) without closing the former windows he leaves open behind. He starts with one story, then a window opens and you glance at another story, until that window opens another story without closing the previous one. And so on... A masterful example of this technique, even if not perfectly successful, is "The Book of Laughter and Forgetting", while a less masterful but perfectly successful example is "Ignorance". Too many windows, too many characters and too many situations in the first book, and the rather boring Tamina character, who occupies a large part of the book and slows down the pace. Unbearable for me is the story of Tamina on the island with the kids who live there. More calibrated and well-balanced the seco...

L'arte della memoria in chi vive lontano dalla propria terra

  Si può dire di una città, una terra, che perde la memoria? Sì, si può. Il mondo intero può perdere la memoria. Lo abbiamo visto durante la pandemia. La gente ha dimenticato tutto. E soprattutto il rispetto di se stessi. Mi ricordo Vilnius, il giorno prima era piena e viva di vita, il giorno dopo era vuota, Non vi era più il suono della sua vita. Dei caffè, delle macchine. Era il silenzio. Il vuoto assordante di chi dimentica tutto e fugge stordito il vuoto. Cancella la vita di una città e cancelli la memoria di quella città. Una città senza rumori colori odori sapori, una terra senza rumori colori odori sapori, come puoi immaginarla? Immagini, ma è qualcosa che non è quello che cerchi di ricordare. Così l'Italia, ora che vi sono ritornato: come è diversa dalla memoria di quello che cercavo di ricordare. E' come vivere in un multiverso passare da Vilnius aalla Toscana dove mi trovo. E quando passi da un universo all'altro cessa la realtà dell'uno vivendo nell'altro...

Another form of losing memory: the induced one

In a totalitarian regime, like the one we are experiencing in Europe, now, I realize that there is a particular form di losing memory, which is induced and forcibly planned by a system deeply routinized: the emptying of individuum. The more each single person is emptied of the memory of his/her inner Self the more can comply, because this individuum has nothing of his/her own to oppose that system. Into the people that are affected by the system, into the minds of these people, one discovers utter nonsense. The system makes them clear that everything they own is part of their historical formation - their occupations, their clothes, their gestures and expressions, their beliefs and ideas. In the end, they fell into a force of inertia, i.e. they exist but not in and by themselves. They exist to eat, drink, dress, earn money, and fornicating...They lost the concept of being souls, of their unity with God, with the upper world that is the light of their memory, the principle of their memor...

The humiliation of living without light

The grey had lasted for about one year. The sun did not exist in that forgotten land for that long time. He was sure he had seen the sun for a few hours at some point in that never-ending winter. A perennial grey was stifling his mind, like in Kazuo Ishiguro's The Buried Giant . As he remembered. That greyness was certainly not an impediment to remembering, like the fog in Ishiguro's book, but to living, yes, it was, indeed. That greyness was a shame, a degradation. It brazenly slammed the misery of human life in his face every morning he got up. He was looking for relief from that squalor. But how could it have been? He had always the same word in mind, day by day. And it was "heart". The heart? Following the heart? He concluded that yes, that was what he had to do. And so he used to stand up and wait for that voice to say: "Do this, now". While the early scarce dawn light was leaking in through the big window of the bedroom. Actually, it wasn't a voice...

Il tempo può umiliarti

  Da un anno durava il grigio. In quel paese il sole non esisteva. In un anno forse era apparso qualche ora. Vi era un grigio perenne. lo stesso che aveva respirato leggendo The Buried Giant di Kazuo Ishiguro. Quel grigiore era un impedimento non, forse, a ricordare, come la nebbia nel libro di Ishiguro, ma a vivere sì.  Quel grigiore gli sbatteva in faccia la miseria del vivere umano, ogni mattina che si alzava Cercava dei rimedi a quello squallore. Ma quali avrebbero potuto essere? Gli venne una parola sola. Il cuore. Ma che voleva dire "il cuore". Seguire il cuore? Concluse che sì, era quello il senso. E lo faceva. Si alzava e aspettava che la voce gli dicesse "Fai questo, ora". Non era una voce, in verità era una specie di illuminazione. Si diradava il nero che aveva dentro, e si illuminava l'immagine di quello che avrebbe dovuto fare. E lo faceva. Senza fretta. Non avere fretta era essenziale, La fretta avrebbe cambiato tutto. Avrebbe rovinato la voce inter...

Un uomo senza memoria

  Quando se n’era andato, era fuggito. Non si può dire che se ne fosse andato. In realtà era fuggito. Aveva preso poche cose. Il minimo. Quelle a cui era più attaccato, ed era fuggito. Era fuggito da quel paese che oramai lo disperava, era fuggito verso un altro paese, in cui nemmeno sapeva che vi avrebbe fatto. Aveva una sola certezza in quel paese. L’amore. Ma si sa, gli amori nascono ma anche muoiono.  E invece era sempre lì quell’amore. Dopo nove anni era sempre lui. Forte come il primo giorno. Ma i segni erano molteplici. Non era solo l’amore. Era una mano dietro che lo aveva spinto e lo aveva, non senza sofferenza, spinto verso dove ora si trovava. Ma in quella casa da dove era fuggito aveva lasciato cose che allora gli parevano insignificanti e che ora invece capiva erano fondamentali. Le foto. Le foto della sua vita. Quelle foto che anno dopo anno erano rimaste, rispetto a quelle che erano scomparse. Forse perché erano irrilevanti, erano scomparse. E giustamente erano ...

Riguardo alla controversa memoria della più grande poetessa lituana - Salomeja Nėris

Una personalità della cultura lituana che mi affascina, per la sua complessità è Salomėja Nėris. Una poetessa che ha sicuramente saputo interpretare come nessun altro poeta il sentimento della sua patria. Allo stesso tempo però una personalità politicamente scomoda, da quello che si ricava dalla critica lituana, per la sua adesione al comunismo. Per cui è stata ed è senza sosta tacciata di tradimento. Quanto questa adesione fosse vera, o fosse anche un' adesione sincera inizialmente ma abbia poi costituito un fardello che le rivelò quanto inadeguata fosse stata quella adesione è un tema aperto. Quello che è certo è che si può inquadrare la conversione al comunismo di Salomėja Nėris come la caduta della memoria della sua origine cristiana (che sembra aver ricordata solo in punto di morte) per credere nel comunismo. Ma poi lo stesso sembra aver fatto con il comunismo attraverso l'intenso dolore per il desiderio di νόστος,  intenso e lancinante, che provava per la sua patria (da...

La donna ha dimenticato

  Lui insisteva con quel metodo. Lo chiamava il metodo di Sant'Agostino. Ovvero tutto ciò che portava alla ragione o al cuore per essere deciso, lo portava poi alla luce che viene dall'alto, dalla Città di Dio, per essere illuminato, rischiarato e confermato o respinto. Si ricordava come nel '68 aveva conosciuto una donna. Era una femminista accesa. Quasi mistica nel suo élan . Sosteneva il diritto al piacere. Tutto nel corpo di una donna è dirittto al piacere. Mangiare, bere, avere le mestruazioni, scopare, orinare, defecare. Nulla che sia della donna non ha il diritto di non essere un piacere. Questa femminista arrivava al punto di dire che la morte in sé non è che è un frammento di jouissance per la donna. Solo il maschio la teme, perché è miseramente attaccato al suo piccolo io e al suo piccolo potere, ovvero il cazzo. Simbolo del potere fallico che ha dominato il mondo finora. Diceva. Poteva capire. Era il '68. La donna usciva da anni di sottomissione al padre, ...

Power doesn't want you to remember

  I've never thought the fight against power could be a fight against memory.  Power deliberately brings lapses of memory by using media and propaganda. "Allende's assassination quickly erased the memory of the Russian invasion of Bohemia, the bloody massacre in Bangladesh made Allende forget, the war in the Sinai desert stifled Bangladesh's tears, the Cambodian massacre made Sinai forget. and so on...until everyone completely forgets everything." (Milan Kundera - The Book of Laughter and Forgetting). Many people fought and died for their country and their memory has gone lost or manipulated by the current Power that speaks on behalf of them who fought for something that really was the opposite of the new power that is now speaking in their name. This is what we call, betrayal of memory. I like thinking that the will of remembering is like being fond of your own destiny. Not forgetting is what gives you the strength and energy to go on with your ideas and to keep ...

il metodo "sutor, ne ultra crepidam" degli storici universitari

La Croce, oltre ad essere simbolo della passione di Cristo, può essere simbolo di tante altre cose. Il suo essere considerata come la congiunzione del verticale all'orizzontale può far nascere molte riflessioni. Per esempio, può essere vista anche come il simbolo della ricerca storica. Spesso storici di nome, e famosi, e pieni di vasta cultura, si muovono solo sul piano verticale, che è quello dell'ambito universitario a cui appartengono. Ovvero un metodo, sutor, ne ultra crepidam , che garantisce l'appartenenza ad un metodo orizzontale di vedere la realtà, in virtù della loro sottomissione preventiva a e accettazione della miopia del metodo, per cui concepiscono la realtà come fosse un organismo vivente indipendente dagli uomini che la producono e soprattutto la manipolano.  Infatti molti storici universitari che parlano con dovizia di particolari, e in modo accattivante, degli "antichi", Tucidide, Platone, Cicerone, Cesare...cadono poi al momento che cessano d...