I Stazione. Iniquum iudicium ille subiit . Fu un attimo. La testa girò. La luce si spense. Fu inconsapevole. Cadde per terra. Provò a rialzarsi. Qualcosa non lo permetteva. Lo teneva inchiodato a terra. La gamba non si muoveva. Era morta. Alzò gli occhi verso l'acquaio dove prima lavava i piatti. Dal pavimento ove era disteso, guardandolo, gli sembrò così lontano e inarrivabile. Seppe. Seppe, che da quel giorno la vita non sarebbe più vita. Seppe, che le gambe non lo avrebbero più portato. Seppe, che non sarebbe più stato Silvano. Qualcosa di simile, forse, ma non più Silvano. Silvano era finito. E per sempre. Domine, clamor meus ad te veniat. II Stazione Ave Rex noster. Fu posto su un alto letto ut agnus mansuetus. Dopo l’ictus, attaccato alla cannula di una flebo. Un tubo di plastica fuoriusciva dalla punta del pene e terminava in una sacca, dove confluivano i liquidi torbi delle urine. Domine, clamor meus ad te veniat. III Stazione Veniva pulito, rivoltato. Nettato d...
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