Skip to main content

Posts

Showing posts from March, 2025

Estar conectado con el mundo invisible

  Estar conectado con el mundo invisible sólo puede hacerse a través del algún tipo de imágenes o de narración y ritual. La experiencia de la comunión (cuyo origen es ‘con unión’, ‘en unión de’) tiene lugar a través del contacto con algo invisible en tu interior, algo que sigue siendo invisible incluso cuando estás en contacto con ello y lo sientes. (Josep Mª Fericgla)

Bello, felice - e coglione andavo

  Ogni giorno io prego il rosario E vivo meglio in questo calvario. Ogni giorno mi preparo a morire. Ogni giorno perché tanto soffrire Capisco meno e perché ho vissuto. Il mondo tace parola, non parla Vedo i confini e segni darla. E arriva qua in questa regione dove vivo in stretta connessione. Vedo i morti e sento le voci. A che è servito il mio vivere? Da idiota un'intera vita scrivere? Il sole mi amava e m'ha accecato Figlio idiota, beatificato, Bello, felice - e coglione andavo.

Il confine non più tiene

Porto sul corpo i segni Graffi rossi sul torace Improvvisi e maligni Dal confine che ora tace (No non è immaginario) Passano e viene rapace Del suo volto originario Mi dà l'impronta il demone Giù vivo il purgatorio.

Cos'è la vita di un uomo?

  Che è la vita d' un uomo? Mi chiedo. Vagare sotto il cielo, e non vedere L'immensa sua altezza di sé avido? A testa bassa curvo lui incedere mai guardare le alte nubi bianche Per il sole e l' azzuro mai fremere? È ricco il cielo di nubi stanche Di stare là, sopra, e giù guardare Quell'uomo che muto provi neanche Con lo sguardo di sé a interrogare Se oltre vi sia altro cui il cuore A più ampio orizzonte alzare. Ma quando il sole cede suo amore Ne teme l'uomo il male oscuro Che dal cielo cresca giù un dolore. Regna allora gettato il buio scuro Regna allora la paura viva Che nel gorgo sol lui, scenda duro.

Il confine sottile

Io sento che il sottile confine Che durava - ormai qua si spezza E s' apre e lascia entrare infine. Di ombre e morti la vita si sazia. Di spiriti il vagare loro qua vedo. Più non regge del confine l'inerzia. All' altro mondo al dilagare cedo E in mezzo io vivo senza sapere In quale dei due mondi dunque siedo. Come in questo paese al vento vivere? Facili calano l'ombre dal cielo  di neve, pioggia e gelo noi dividere?

Vivo nel "fra"

  Vivo in uno spazio che pare nel mezzo Fra il qui e il là, fra ciò che è e non ha Vivo nel non dove, in un intermezzo Che mi apre al sole, alla luce che dura A cui so che appartengo come al centro, d' una radura. Come il padre il figlio, il figlio il padre Conosco lo spiazzo, il suo radore che s'apre E cresce nel fra, nel suo, stesso, cuore. Che pare angusta la particella - ma immensa S' apre qui ed ora e mi getta nell'oltre - che tutto trascende. Che tutto mi eccede e non io ma lui me, di là, già comprende.

Qualcosa di incompleto

  La notte quando il sole ormai dorme Vivo io di incubi, e tu vieni allora Claudina - assillo mio è tuo nome. Degli errori miei il peso affiora Nei sogni del sonno che è inquieto L'amor di te in incubo trascolora. Non so, ma qualcosa di incompleto Nel mio passato se arrivi la notte Nel sonno agitato vive segreto Che mi prende di lacrime coatte E di grandi abbracci mi fa largo. Silvia no, non viene, lei in altra parte Dei figli, del marito mi accorgo Fa di lor vita sua arte - tu vaghi Tu, nel mondo sola e a te porgo Io la mano disperata che appaghi Il dolore infinito che provi Te che confusa tormentata vaghi. A te la mia grande ferita giovi Che duole, Claudina, oh come forte! Che nel dormir d'amore mi rinnovi. Terrà lontani neanche la morte Noi - a carezzar tua testa verrò In sogno, a starti vicino la notte.

Upon a new spirit’s rise

  So much of what we live comes from the light The world, the forms, the joy, the bright In your eyes, all around me tell my days What lightness of unspoken words Can nothing conceal or belie Upon a new spirit’s rise, is all that aside And a mirror of light is then to your eyes.