Chi desiderasse leggere il testo lo può trovare QUI.
Il rosario è
l'arma piú potente contro i nemici della fede. Fare appello al rosario,
cercare in esso la forza, da parte di singolo individuo è connettersi
direttamente al cielo perché il rosario è di origine divina, portato
dalla Madonna a San Domenico di Guzmán. Ora (all’epoca dei fatti del testo di Math Cassidy) come allora (all'epoca di Guzmán) il rosario sarà usato per combattere chi vuole distruggere
la fede cristiana i valori cristiani, usando lo stesso strumento che è stato
usato nella battaglia di Vienna e di Lepanto contro i turchi (per citare solo
due esempi).
Il rosario nel
testo di Cassidy è il simbolo della battaglia indivuale, per la resistenza
dell’uomo, come individuo, che si trova in una situazione di completa
solitudine in un momento in cui il mondo impazzisce e segrega l’uomo, la pandemia
con tutte le sue assurde restrizioni e limitazioni della libertà individuale.
L’imperativo categorico di questo uomo diviene: RESISTERE e combattere con quello
che ha a disposizione.
Nella sua
completa solitudine, in un paese straniero, non può unirsi in forme di lotta politica
comunitaria, in associazione con altre persone. E sceglie la via del sentiero
interiore.
Quindi si rivolge
alla vita spirituale interiore, che è la prosecuzione della via del cielo
nell’uomo, che è la catena del rosario che da una parte è terrena e dall’altra
è del cielo.
Questa arma,
perché è un’arma, lo guida nella sua resistenza, verso un mondo soprannaturale
di cui fino ad allora non aveva avuto sentore.
E lo scoprire
questo mondo soprannaturale lo fa credere fermamente nell’esistenza di questo
mondo soprannaturale e rinforza la sua determinazione a proseguire lungo questa
strada.
La strada che
porta alla città di Dio, che vive mischiata alla città del saeculum, che si
rivela nelle piccole e grandi cose, attraverso un’azione continua e incessante,
come una sorgente di acqua viva che mai cessa di sgorgare [1].
Si ntrova così in
connessione con queste forze portentose e soprannaturali che gli si rivelano
apertamente.
E alla fine
aspetta il compimento definitivo e conclusivo che le forze hanno promesso da
molto tempo a questo mondo ormai vicino all’implosione, secondo le profezie.
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[1] Quocirca cuivis iam non difficulter occurrit utroque coniuncto effici beatitudinem, quam recto proposito intellectualis natura desiderat, hoc est, ut et bono incommutabili, quod Deus est, sine ulla molestia perfruatur et in eo se in aeternum esse mansurum nec ulla dubitatione cunctetur nec ullo errore fallatur. “E’ evidente a ognuno che la natura intelletuale può raggiungere la felicità che desidera in entrambi i casi, cioè godere del bene immutabile che è Dio senza inquietudine e permanere in quello stato eterno non mosso da dubbio alcuno e senza essere ingannato da qualsivoglia errore.”(Sant’Agostino De Civitate Dei, XI, 13)
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