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Editoria italiana: un muro di gomma




Ho pubblicato "Rugíle" a aprile 2017. Questo libro cosí atipico per questa terra di vecchi (mentalmente) mi ha dato tanta sofferenza.
Ma anche gioia. Gioia quando una donna di settanta anni, ex democristiana, tutta casa e chiesa legge il libro e mi dice entusiasta che le piace.
Gioia quando baristi insegnanti portieri di palazzi parrucchieri, muratori....leggono il libro e mi dicono che gli piace.
Gioia quando tanti ragazzi giovanissimi giovani e millennials leggono il libro e mi dicono che gli piace. Gioia quando lettori accaniti di Don Winslow leggono il libro e gli piace...
Gioia quando vedo gente viva ormonale che gli piace il libro perché è un libro vivo che ha qualcosa da dire!

Tristezza e depressione quando parrucconi con la puzza sotto il naso sentenziano. Rabbia quando editor di case editrici importanti che osannano libri che equivalgono al valore di una scoreggia perché abituati a un trend di pubblicazioni anodine senza contenuti forti ti evitano come la merda che la scoreggia preannuncia.
Quando hai a che fare con questa gente è come cozzare contro un muro di gomma che ti rimbalza indietro in modo ottuso (perché meccanico) ogni volta che ti ci scontri .

Mi viene in mente il titolo di un film di qualche anno fa: Il muro di gomma.
Il film del 1991 di Marco Risi parlava dell'omertà che seguì per dieci anni l'evoluzione delle indagini sull'incidente che vide coinvolto il volo civile IH870 della compagnia Itavia, nel quale morirono 81 persone. Ma a distanza di anni il muro si è deteriorato usurato crepato e la verità si intravede.
Si è squarciato però solo grazie alla fede incrollabile di chi cercava e voleva la verità.

Una scoreggia alla fine rimane una scoreggia anche se ben vestita.


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