Skip to main content

Posts

Showing posts from August, 2022

All'Italia la crisi non farà che bene e più forte sarà più sarà benefica

Si dice che in Italia stia per arrivare una grossa crisi economica. Le previsioni sono che circa 120.000 aziende chiuderanno. Forse non saranno 120.000 ma sicuramente molte. Tuttavia, personalmente, credo che una bella crisi all'Italia e agli italiani non farà che bene. Perderanno forse un po' dell'arroganza che hanno nei confronti del mondo, riacquisteranno forse voglia di lavorare anche se 1+1 non fa più 5 ma farà 2 o forse anche meno. Soprattutto le aziende italiane forse cercheranno di avere mentalità più flessibili e avere voglia di fare, rischiare e mettersi in gioco e sperimentare vie più nuove e non quelle antiquate tracciate dai loro padri negli anni Sessanta che ostinatamente ripetono meccanicamente, senza una ragione che sia loro evidente del perché fanno cosí. Sì, perché la crisi dell'Italia non è per cause economiche, quello è solo il corollario. La crisi dell'Italia è prima di tutto individuale, dell'essere umano in sé. Morale, ma non solo. E' ...

Das Dasein ist Angewiesenheit (auf Gott)

In anderen Beiträgen haben wir über die Fähigkeit des Menschen gesprochen, die Zeichen des Göttlichen zu erfassen, die im saeculum geschehen – in jener Welt, in die der Mensch „geworfen“ wird, um ihn zu seinem Schicksal zu treiben. Dies geschieht aufgrund der menschlichen Natur, die mit einer Ausrichtung (-fähigkeit) ausgestattet ist, die sich in der göttlichen Natur widerspiegelt. Martin Heidegger beschreibt dies treffend, und obwohl er sich sicher nicht auf derselben Ebene bewegte, kannte er sicherlich die Philosophie von Augustinus: „Das Dasein hat sich, sofern es ist, je schon auf eine begegnende ‘Welt’ angewiesen; zu seinem Sein gehört wesenhaft diese Angewiesenheit.

Die Besiegten

  Und die Besiegten mit Blindheit geschlagen werden, immer. Alles, was sie wissen müssen, wird sich vor ihren Augen abspielen, und sie werden nichts sehen. Weil sie akzeptieren, dass ihre Gefühle von ihrer Blindheit besiegt werden. Und so ist es eben.

Ne fiat ut sit - Prima riflessione sull'atto di abbandono

                                                               ...or da’ trastulli prendi riposo... Arriva un punto, che mai avresti pensato. Un punto che va oltre quello che pensavi. in cui muore il fare e ci si abbandona. Quando la tua volontà viene meno e accetti che non ti sia più da guida. Ma ti affidi ad altro, ti affidi a quella mano che ti spingeva quasi contro i tuoi desideri, contro le tue paure. Ti affidi ai segni che finora cervavi di interpretare e ora lasci che siano. Che siano quello che sono e chiedono. E' come non soffrire più della sindrome del dì festivo, in cui soffri e senti fieramente la stretta al cuore per lo spaesamento di quel giorno, in cui l'azione cessa e quasi è imposto il riposo a chi riposare non vorrebbe. E allora, in quel distacco dal prima, non cerchi più la tua gloria ma ti abbandoni in qu...

Il cuore immacolato della Madonna di Math Cassidi a Barnes and Noble

  https://www.barnesandnoble.com/w/il-cuore-immacolato-della-madonna-math-cassidy/1139656648 https://www.ibs.it/libri/autori/math-cassidy https://www.argentinabooks.com.ar/autor/282472/math-cassidy

H O P E

  When the world seems dark we need a dogged and deliberate choice, that we call H O P E . And that depends on a feeling of faith. Faith in a voice who sometimes speaks within us, faith in a gentle hand that is pushing us towards our likìmas [1], faith in unquestionable signs that speak to you from the very heart of the things around you. Hope is hearing, hope is practising (like a difficult piece on the violin) the exercise of listening to those things that speak the truth which comes from above, beyond the saeculum [2]. Hope surges above all in a society of slavery as we are now. And we need prophets, because they talk the language of truth, carrying out hope to the people who don't accept the condition of slavery we are thrown into, and rise up, in virtue of a hope that comes out from the mouth of new prophets who have the power to endure and resist. [1] As for the concept of likìmas see  https://princasvilniuje.blogspot.com/2022/04/non-e-un-bene-per-luono-che-diven...

And the sky covers those who do not have an urn

  Today I would like to deal with a rare subject, which certainly is no longer part of the majority's thinking and probably, in many cases, not even belongs to the best and most sympathetic consciences: the importance of the burial of the dead. A subject so uncommon that only St. Augustine could take charge of it and deal with it. In particular, the benefit that being buried under a saint's memory can bring the deceased. In fact, St. Augustine speaks of it in DE CURA PRO MORTUIS GERENDA LIBER UNUS (On the care due to the dead), 4,6. The burial itself could also have no value since coelo tegitur, qui non habet urnam , if the burial were not a μνήμη, a memory, and the memory did not benefit the deceased, and the memory did not find the basis in the affection of he who remembers and prays for the deceased and beloved and entrusts and associates his prayers and remembrance with the name of a holy place or a martyr or a saint. It is in the power of merit, in having deserved the affe...

Il mistero della parola IO

  Di questo uomo che ero non è rimasto che qualche monco ricordo Di tanti  che mi facevano essere ciò che ero non è rimasta che qualche velata ombra Eppure la parola IO suona viva come prima E credo di essere lo stesso anche se nulla  di prima vive in me stesso

Il cielo copre chi non ha un'urna

Vorrei trattare oggi un argomento raro, che di certo non fa parte più del pensiero della maggioranza e probabilmente, in molti casi, nemmeno di quello delle migliori e compasionevoli coscienze: dell'importanza della sepoltura dei morti. Un argomento così raro che solo Sant'Agostino poteva farsene carico e trattarlo. In particolare del giovamento che l'esser sepolto presso la memoria di un santo può recare al defunto. Ne parla infatti Sant'Agostino in DE CURA PRO MORTUIS GERENDA LIBER UNUS (Sulla cura dovuta ai morti), 4,6. La sepoltura in sé potrebbe anche non avere valore dal momento che c oelo tegitur, qui non habet urnam,  se la sepoltura non fosse una μνήμη,  una memoria, e la memoria non giovasse al defunto, e la memoria non trovasse la base nell'affetto di colui che ricorda e prega per il defunto amato ed affida e associa le sue preghiere e il suo ricordo al nome di un luogo santo o di un martire o di un santo. E' nel merito, nell'essersi meritato l...