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Showing posts from June, 2019

Trattoria Papa Re (Bologna): un'isola felice in mezzo al globalismo selvaggio

Bologna, piazza dell'Unità. Zona lunare.  Un altro mondo. E' Italia mi chiedo? Per queste vacanze in Italia già me lo sono chiesto altre volte, a Siena a Empoli a Firenze, a Castiglion della Pescaia. Ma qui, nel regno di quelli che hanno sempre sostenuto l'immigrazione ad oltranza, la fantasia sbianca davanti alla realtà. Qui diciamo ci sono alcuni italiani fra il resto del mondo, che non sembra avere nessun rispetto per quella piazza, per quelle architetture italiche. per il clima torrido dell'estate italiana. Non ho sentito aggressività fisica ma culturale. Totale mancanza di adesione alla società in cui vivono, perché portatori di un virus globale che li rende resistenti, pari ad anticorpi. Poi varchi la porta del limen, dell'ultimo avamposto di una cultura italiana vera, reale, l'ultimo limen di quella cultura che viene fagocitata dalla nuova. Varchi la porta della Trattoria Papa Re . Come dietro si te si chiude la porta della trattoria, dell'ultim...

Ritorno alla Matrix - estratto da "Il giorno in cui l'Italia morì"

L’uomo non muore più per la strada, ma in casa sua, nella storia, nel pieno di un’attività consacrata a vincere la morte (Boris Pasternak – Dottor Zivago) Fabrizio capì che quella sarebbe stata l’ultima delle loro estati. Dopo quella, per loro su questa terra, non ce ne sarebbero state altre. I segni si erano saldati in tanti insiemi sotto quel calore che coceva l’aria e chiedeva solo ai corpi sani di fargli resistenza. Erano segni che venivano dalla carne, dal mondo che era fuori infocato dal sole di luglio, dalle TV - ormai erano solo uno scorrere di immagini che non parlavano a nessuno. Dalla politica - una deriva che nemmeno Silvano capiva più (e sì che aveva lottato fino all’ultimo barlume di senno per riuscire a trovarvi un significato nuovo). Erano segni certi, quanto era certo che non potevano più essere ignorati. Un mondo, il loro mondo, che era alla fine. E le ultime derive di quel mondo erano loro due. Quante volte aveva sentito suo padre dire “E’ morto Vitalian...

Love, šaltibarščiai and red tomatoes - text analysis and the nature of love

This book was written between 2016 and 2017, in six months. Published in 2018. One of the advantages (or disadvantages) of talking about a book that has been given to the press almost one year ago is that you forget (at least me) all of what you wrote. In this lapse of time you took a break from the tension that created you to write the book, because of reading the text ad infinitum to find errors, mistakes and things that did not work, which almost led to hate what you wrote; because of proofreading, which collapsed you into the stress you seemed to have forgotten - and which perhaps, in my case at least, causes you more stress than when you wrote it. Finally, this long pause brings you out of that excessive accumulation of energy and concentration that prevents you from any detached reading. But reading again this text one year later leads you to evaluate the text according to a range of possibilities that you didn't have before, brings you in a universe that you didn'...

Amore, šaltibarščiai e pomodori rossi - esame del testo e della natura dell'amore

STRUTTURA DEL ROMANZO. Questo libro è stato scritto fra il 2016 e il 2017, in sei mesi. Pubblicato nel 2018. Uno dei vantaggi (o svantaggi) di parlare di un libro che hai consegnato alla stampa da un anno è che dimentichi (almeno io) tutto di quello che hai scritto. Ti prendi una pausa dalla tensione che ti ha creato lo scrivere, dal rileggerlo ad infinitum per trovarvi difetti e cose che non funzionano, che porta quasi a odiare quello che scrivi; dalla correzione delle bozze, che ti collassa in quello stress che parevi aver dimenticato – e che forse, nel mio caso perlomeno, ti causa più stress di quando lo scrivevi. Ma soprattutto questa lunga pausa ti fa uscire da quell'accumulo eccessivo di energia e concentrazione che ti impedisce una lettura distaccata. Soprattutto rileggerlo un anno dopo ti porta a valutare il testo secondo un trovarsi in una ampiezza di possibilità che prima non avevi, in un universo altro a cui prima non appartenevi, rispetto al momento in cui scriv...

" Amore, šaltibaršciai e pomodori rosssi" a Firenze!

LIBRERIA "LIBRI LIBERI" VIA SAN GALLO 25 ROSSO 50129 FIRENZE MERCOLEDÍ 19 GIUGNO 2019 ALLE ORE 18,30

Il ricordo dell'olio (da "Il giorno che l'italia morì")

Il 1993, già l’abbiamo detto fu un anno orribile. Non solo per la politica. Vi furono attentati da parte della Falange Armata (mafia arruolata?). E fu l’ anno del “Io non ci sto!” di Scalfaro. Fu l’anno in cui la politica italiana, i politici italiani, impararono a capire che il potere che viene concesso loro è l’orticello di casa, il campetto dell’oratorio. Che le decisioni non le avrebbero mai più prese loro, se mai le avevano prese, ma sarebbero state prese altrove. In centri di potere cammuffati da Istituti di ricerca, con sedi in paesi anglosassoni, da cui si sarebbero emanate direttive che sarebbero state applicate via Bruxelles. Fu l’anno in cui Jean Claude Trichet divenne presidente della BCE, amico e frequentatore di François Mitterand che, secondo l’economista Alain Parguez, fu il promotore dell’idea dell’Europa unita dall’euro, che la impose prima di tutto alla Germania, con cui poi avrebbero costruito l’Europa a loro misura, devastandola.Fu l’anno in cui comi...