Con "Il sorriso della Meretrice" e "Rugìle" ho messo a punto una saga sul sesso e l'amore, sulla corporeità e sulla forza di condizionamento di ciò che va oltre la superficie epidermica dei corpi su cui si riversano gli accadimenti dell'amore. Ne "Il sorriso della meretrice" (microracconti ma che alla fine formano il racconto, il romanzo di una storia di amore che avviene per puzzles) arrivavo fino ai visceri e ai batteri che preparavano le reazioni della vita e la capacità di percepire l'amore. I batteri sottraevano in un certo senso la capacità di libero arbitrio al soggetto interessato dalla vita e dall'amore. Amori però in questo testo negativi e malamente illuminati da una piccola luce di speranza. D'altronde la Speranza di cambiare il mondo e la vita apparteneva agli anni Settanta. Ora vi è solo la disposizione a subire la globalità, che in primo luogo va a colpire i visceri i batteri e la produzione dei succhi gas...
Laboratorio di scrittura