Ne "Il sorriso della meretrice" (microracconti ma che alla fine formano il racconto, il romanzo di una storia di amore che avviene per puzzles) arrivavo fino ai visceri e ai batteri che preparavano le reazioni della vita e la capacità di percepire l'amore. I batteri sottraevano in un certo senso la capacità di libero arbitrio al soggetto interessato dalla vita e dall'amore. Amori però in questo testo negativi e malamente illuminati da una piccola luce di speranza.
D'altronde la Speranza di cambiare il mondo e la vita apparteneva agli anni Settanta. Ora vi è solo la disposizione a subire la globalità, che in primo luogo va a colpire i visceri i batteri e la produzione dei succhi gastrici che predisporranno poi le reazioni agli eventi esterni.
In "Rugìle" scendo ancora più in profondità, l'amore viene visto alla luce dei sistemi semplici: i protoni, i neutroni, i fotoni...le particelle elementari.
Il soggetto più che in preda alla globalità che attacca i sistemi dell'intestino e le reazioni dei batteri interni ai visceri è parte di un programma universale e l'amore ne fa parte in forma di simmetria.
L'amore e il sesso fanno parte di questo programma. E si differenziano in quanto l'amore è una forma simmetrica che tende alla bellezza, il sesso invece fa parte di una funzione di onda entro cui è racchiuso un istinto che nel momento che viene percepito è già difficile da frenare perché già in atto.
Sono due testi ma una saga. La saga dell'amore per donne impossibili, per una vita che si svolge su piani diversi, in mondi diversi. Ogni amore è designato da uno stadio diverso: in "Il sorriso della meretrice" è l'amore batterico, in "Rugìle" è l'amore quantico.
Che il mondo batterico sia il punto di incontro fra quello quantico (realtà invisibile) e quello dei sistemi complessi (realtà visibile)?
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Rugìle
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