La morte viene esperita nella quotidianità del proprio esistere (Dasein), come la presenza di Dio si esperisce nella quotidianità del proprio esistere.
L'esperire, come ci insegna Heidegger, è un rapportarsi a se stesso (sich verhalten zu sich selbst).
Ma mentre per Heidegger questo rapportarsi si costituisce nella chiacchiera (Das Selbst der Alltäglichkeit aber ist das Man das sich in der öffentlichen Ausgelegtheit konstituiert, die sich im Gerede ausspricht: Il Sé della quotidianità è il Si, che si costituisce nell’interpretazione pubblica, che si esprime nel CHIACCHIERA ***), l'esperire Dio si costituisce nella ricerca di un dialogo interiore che noi chiameremo CUORE).
Per sviluppare questo dialogo ci vuole disposizione all'ascolto, ovvero avere una particolare disposizione emotiva che inclini ad ascoltare la voce del cuore, altrimenti si rimane nella superficialità dell'essere-con-gli-altri, dove tutto viene determinato dalla Chiacchiera.
E' vero che la parola di Dio è dappertutto ma solo chi ne sa cogliere i segni, ha quella determinata disposizione. Disporre è appunto un organizzare, un mettere insieme quello che per essenza disperso e separato.
Attraverso questa disposizione è possibile cogliere ciò che non è immediatamente visibile.
Infatti quelle cose di cui cerchiamo i segni vengono esperite perché di per sé sono già esperibili, ovvero le comprendiamo per il loro essere già da sempre comprensibili, quae nota cogitamus, et habemus in notitia etiam si non cogitemus, che pensiamo in quanto conosciute, che ci sono conosciute anche se non le pensiamo (Sant'Agostino, De Trinitate, X, 17).
La morte per Heidegger si esperisce per sé nella morte dell'altro, la parola di Dio in quei pensieri che già sono di per sé noti. Lì si trova la parola di Dio, perché: in principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum.
Heidegger si occupa delle strutture esistenziali dell'uomo, per cogliere la parola di Dio occorre l'homo interior che non è certamente il Dasein di Heidegger.
Heidegger si occupa delle strutture esistenziali dell'uomo, per cogliere la parola di Dio occorre l'homo interior che non è certamente il Dasein di Heidegger.
Solo nell'esercizio dell'ascolto si diviene capaci di ascoltare quella parola.
Se si segue il alto orizzontale, quello di Heidegger, si è più vicini al lato animale dell'uomo, quello del branco (il Man, di Heidegger - il Dasein di Heidegger è infatti compleatamente immerso nel saeculum, di cui la chiacchiera è il riempimento del Man), quanto più ci si distanzia dal lato orizzontale e si segue quello orizzontale tanto più ci si avvicina all'ascolto della parola di Dio.
Si veda su ciò questo nostro articolo: https://princasvilniuje.blogspot.com/2022/03/why-is-it-so-difficult-to-hear-gods.html
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*Sein und Zeit § 51
** Sant'Agostino, De Trinitate, X, 17
*** Sant'Agostino, De Trinitate, XI, 21
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