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Showing posts from May, 2024

Why is human being essentially mass-dependent and constantly lives in inauthenticity?

  If you pay attention to this Heidegger's sentence from "Sein und Zeit" Das Dasein kann, zumal da es wesenhaft Mitsein mit Anderen ist, eine Erfahrung vom Tode gewinnen (Dasein can acquire an experience of death, especially because it is essentially being-with-others) you realize that this explains not only how Dasein, human being, acts in view of death but also in view of relating itself to the mass and persistently discloses itself according to one of the constituents of his essence: wesenhaft Mitsein mit Anderen . For this reason, those who live wesenhaft Mitsein mit Anderen , experience doing in relation to others, experience their being by virtue of others, and live fully immersed in Das Gerede , the chatter, that therefore dominates the Mitsein which is utterly prevented from distinguishing itself from the chatter. By doing so, Dasein experiences through others, conforms to others and seamlessly obnubilates the Spirit that lives in Dasein from the very beginning. 

I cooperatores del Male e il concetto di saeculum

  L'essere umano (la maggioranza) sta in rapporto al saeculum in modo non attivo, ovvero di continua apertura, ma passivo, di continuo chiudersi (massificazione), ovvero il saeculum tende a coprire e annullare la parte spirituale dell'uomo, che invece lo apre e costituisce davvero quello che Heidegger individuava come un costitutivo del Dasein e che era il Sichvorweg , l'avanti a sé, che nell'ottica di heidegger invece lo dischiudeva al senso del saeculum . Dal nostro punto di vista invece l'uomo (il Dasein heideggeriano) si chiude perché diviene fictus , plasmato secondo l'immagine di controlla il saeculum , e lo determina (ovvero i cooperatores del Male a cui si ispirano e per cui operano - il Male è reale, come il Bene che è opera dello Spirito). I contenuti del saeculum non sono strutture metafisiche di per sé esistenti e date come interpreta Heidgger, ma sono contenuti prodotti, elaborati intenzionalmente dai cooperatores del Male, che operano nel saec...

Todavía

  A Silvia y Claudia Éramos inocentes Éramos transparentes, como agua de lluvia, que golpee la ventana Salíamos fuertes y valientes A la suerte cercana. Salíamos fuertes y valientes Y creíamos que todo eso nunca moriría Que ni siquiera el diablo nos cambiaría. ¿Cuando todo eso se empezó a parar? ¿Cuando todo eso se empezó a estropear? Y creía - todavía que podría tenerte a mi lado eternamente. Lo creía simplemente. Porqué éramos tan perfectos Tan valientes tu y yo Y parecíamos como el resto Como todos de aquellos días Teníamos nuestro puesto Y queríamos melodías que igualmente nos deslucían. Parecía perfecto - todavía y honesto Y nunca veíamos que todo se volvía. Éramos tan fuertes Éramos tan valientes tu y yo. ¡Oh como lo creía - todavía! Que podría tenerte a mi lado eternamente A mi lado - amargamente...

Il significato dello spaesamento - dell'essere senza Heimat - la ricerca di un linguaggio per esprimerlo

  Il linguaggio è alla base del pensiero. Come immaginare un Heidegger senza il suo linguaggio? Come immaginare uno Shakespeare senza il ritmo cadenzato, martellante, dei suoi versi e l'unicità del suo linguaggio tagliente e costruttivo delle azioni che delinea in modo rapido e deciso? Quale può essere allora il linguaggio dello spaesamento? Di uno che si trova a vivere senza Heimat? E in che relazione sta il dolore rispetto allo spaesamento? Prima di tutto il dolore è il riempimento che precede la preparazione allo svuotamento. Rilasciato il dolore ci si svuota, si fa luogo lo svuotamento che prende il posto del dolore rilasciato per assenza - assenza del dolore. E nello svuotamento principia lo spaesamento. Non può esserci spaesamento senza dolore. Solo chi prova stabilmente dolore vive in uno stato che lo approssima allo spaesamento. Si è spaesati perché si è senza Heimat, che è la casa, la patria, il luogo dove hanno abitato i patres. I tanti padri che hanno fatto sì che io sia...

Warum unterscheiden wir uns so sehr voneinander?

  In diesem Blog habe ich häufig die Frage aufgeworfen, warum es eine deutliche Unterscheidung zwischen einem Individuum und einem anderen gibt. Warum bin ich so beschaffen und du anders? Diese Unterscheidung entsteht in der Beziehung, in der Annäherung von Immaterialität an Materialität: “in der Intentionalität”, wie ein Phänomenologe es ausdrücken würde. Die Worte des litauischen Philosophen Alvydas Šliogeris bieten uns eine ausgezeichnete Erklärung dafür. Kaip negali manęs pavaduoti mirtyje ar meilėje, taip pat niekas kitas negali manęs pavaduoti atsiveriant transcendijos fenomenams. (da  Transcendencijos Tyla , 2011, p.51) „Genauso wie niemand mich im Tod oder in der Liebe ersetzen kann, so kann mich auch niemand in der Offenheit für die Phänomene der Transzendenz ersetzen

Perché siamo così diversi l'uno dall'altro?

  Mi sono spesso occupato anche su questo blog del perché esiste la totale differenziazione fra un individuo ed un altro. Perché io sono così e tu sei cosà? E' nel rapportarsi, nell'avvicinarsi dell'immaterialità alla materialità che si opera questa differenziazione. Nell'intenzionalità come direbbe un fenomenologo. In queste parole di un filosofo lituano, Alvydas Šliogeris, troviamo un'ottima spiegazione. Kaip negali manęs pavaduoti mirtyje ar meilėje, taip pat niekas kitas negali manęs pavaduoti atsiveriant transcendijos fenomenams. (da Transcendencijos Tyla , 2011, p.51) "Come non si può sostituirmi nella morte né nell'amore, così nessun altro può sostituirmi nell'apertura ai fenomeni della trascendenza."

Si avvicina

  Scivolo passo esco Inavvertito - incredulo quasi Vivo stranito e non cresco più fasi. Non mi conosco, Identico pasco, Vado un po' lasso E senza fracasso. Vado verso il luogo Che non chiedo ma vedo Che ormai si dà, certo. E un sorriso mi lega al passato - A ciò che è stato. Ai volti scuri per il tempo E duri alla memoria - morti Senza vittoria. Muti alla legge - che gorgo infinito sola regge.

Memories: Are they a curse or Heaven’s gift? The decision is yours to make.

  She did yet recall that moment when, ascending the steps that led to the roses garden, it was nightfall, one of the first nights when the air was filled with the scent of summer, and her father was sad, She halted upon the uppermost step and gave him a big hug. He was angry with her, now she didn't even remember why, but surely it was because of her, she vividly remembered it. She had hugged him tightly and said: "Father, you're such a child". His response had been: I am as I am. I'm this way". Memories. She was always fighting against memories. And those of the dead father whispered at her like voices, back from remote places, approaching as surely as death. Those voices would crash whatever they met and replace her with themselves. She thought of her mother, of the aunts, of grandmother and grandfather, she thought of so many. They had all passed away. What remained of them? Memories, frail memories sometimes. I am a mystery, she thought. What was I and ...