Quando si avvicinò pensai alla caduta dell'impero di Roma.
Non so la relazione, ma dal momento che la pensai concludo che una relazione doveva pur esserci.
Forse perché era scivolata.
Non so la relazione, ma dal momento che la pensai concludo che una relazione doveva pur esserci.
Forse perché era scivolata.
Nel tentativo di raggiungermi infatti scivolò. Infatti dopo la neve era arrivata la pioggia e nella notte si era gelata la città.
E camminare era come camminare sulle uova.
Cadde all'indietro di lato, per fortuna sollevando la testa. Non si fece nulla. Prontamente si rialzò. Aveva solo lanciato un urlo. Mentre cadeva.
Un tonfo.
Tutto bene? Le chiesi.
Sì, non mi sono fatta nulla. Rispose rialzandosi, rossa in volto, toccandosi la coscia all'altezza del femore.
Mi sovvenne che mio padre cadendo per un leggero ictus che gli aveva fatto perdere la conoscenza e l'equilibrio mentre lavava i piatti era caduto a terra in cucina e si era rotto il femore.
Che avrà pensato in quel momento che voleva di nuovo raggiungere l'acquaio che da terra gli appariva lontano e non poteva?
Mi sovvenne allora che l'aver pensato alla caduta dell'impero romano è una di quelle cose che per un istante ti modifica la percezione dell'intero mondo, per cui uno cessa di essere un semplice ingranaggio delle oscillazioni e dei va e vieni degli accadimenti del mondo e ti fa protagonista del potere di decidere tutto quello è utile sapere e ti dà l'esclusiva di poter conoscere e decidere solo tu quello che importa al mondo e quello che non importa senza l'intermediazione comune della massa dei mortali. E questo però si prolunga nella testa di uno non più di un attimo, se è sano di mente. E' solo un'intuizione, una sorta di schermo su cui si proietta in modo fugace per poi fuggire via lo sforzo che uno normale necessita per dare una risposta plausibile a ciò che accade inaspettato con i dati a disposizione senza indugiare e perdere tempo.
Il fatto è che dopo che lei aveva risposto toccandosi il femore "Sì, non mi sono fatta nulla" io ancora indugiavo e prolungavo quella incoerente visione. Per un attimo dubitai.
Ma siccome ero sano di mente dissi allora: Lo sapevi che era ghiacciato, devi prestare più attenzione.
E tuttavia la visione non scomparve, perché nei suoi occhi ancora vedevo il terorre e la paura della morte perdurare, che si incrociò subito e si confuse e si fece una con quelli angosciati di mio padre a terra, immobilizzato. Impaurito e solo.
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