Dal mio libro in corso di scrittura "Gli Ultimi Incredibili Anni Prima di Morire"
Di questo uomo
che ero
non è rimasto
che qualche monco ricordo
Di tanti
che mi facevano essere ciò che ero
non è rimasta
che qualche velata ombra
Eppure la parola IO
suona viva
come prima
E credo di essere lo stesso
anche se nulla
di prima
vive in me stesso
Morì Papa Benedetto XVI il 31 dicembre.
Don Torella aveva fatto un video in lacrime in cui annunciava la sua morte.
In quella terra dove viveva cessò anche di nevicare. Venne la pioggia e le temperature divennero miti.
Il cielo era come una passione. Cupo grigio e quasi buio.
Anche durante il giorno se guardavi dalla finestra ti pareva che fosse notte.
La morte di Benedetto XVI non sarebbe stata una morte qualunque.
La passione di quel cielo sembrava confermarlo.
Anche Roma il giorno del suo funerale si coprì di nebbia e la cupola di San Pietro sparì.
Erano giorni in cui meditare.
Lui era stanco di vivere. Vivere di solo spirito dà forza ma si vive nel mondo e si è fatti anche del mondo, e se quel mondo diviene completamente altro il vivere diviene penoso per la carne.
Anche lei penava. Da giorni viveva in una crisi, di lavoro, di se stessa. Una totale incertezza la dominava.
Meditavano di cambiare. Molte cose andavano cambiate. Dovevano essere lasciate dietro e cercare altre strade.
Era cambiata la realtà. Dall‘orrore si era passati a una fase di transizione in cui le forze del male che avevano reso il mondo un incubo ora parevano essersi scontrate con una forza in grado di contrastarle e rallentavano la loro azione. Nasceva un nuovo mondo, nuovi orizzonti geopolitici, una nuova economia che distruggeva la precedente.
Ma lo scontro era in atto e chi viveva doveva essere in grado di cercare di stare nel flusso delle nuove direzioni del mondo e seguirlo e capirne le direzioni non era facile. Richiedeva un‘attenzione continua.
Erano giorni in cui meditare.
Poi le notti cominciarono a farsi molto fredde. Il vento prese a ululare, pareva che fuori branchi di lupi corressero folli, un vento gelido, possente, che impauriva, e faceva piegarer gli alberi. E molti caddero a terra. Il giorno e la notte non marcavano differenza.
Si udirono tuoni, che facevano pensare che la guerra si stesse avvicinando. Ma erano solo tuoni ancora e si videro i lampi.
Lui appese un crocifisso in camera.
Comprò molte candele. E pregò per benedirle come poteva. A chi avrebbe potuto chiederne la benedizione in quella terra? Solo la chiesa dell‘antipapa esisteva. Ma quella era una chiesa senza Cristo, ormai.
Che fosse l‘inizio?
Comprò dei grandi asciugamani per coprire le finestre, se i giorni fossero venuti.
Erano giorni in cui meditare.
Che fai? Gli chiese lei.
Mi preparo.
A che?
Ai giorni del buio. Ai giorni in cui il mondo che conosciamo scomparirà.
Lei lo guardò con occhi strani.
Sei serio?
Sì. Se verranno quei giorni, per tre giorni non potremo uscire. Dovremo coprire le finestre e mai guardare fuori.
Sei cambiato molto in questi ultimi due anni. Disse lei a quelle parole. Ma lo disse non come critica. Il tono della sua voce era quello della sorpresa, di uno che constati in modo positivo il cambiamento dell‘altro.
E quelle parole di lei lo portarono a pensare che sì, era vero, era cambiato perché le sue azioni e i suoi pensieri, la sua vita, il modo di vivere erano cambiati, o erano stati obbligati a cambiare da forze e meccaniche esterne, che avevano agito sull‘interno, e la sua identità era cambiata.
Sì, rispose lui, qualche volta davvero non so più chi sono. Se penso a chi ero e quello che sono è un fenomeno strano: non sono più io e tuttavia mi percepisco ancora come quell‘io che ero. Per farti un esempio, le disse, è come quando uno perde una gamba o un braccio, non ce l‘ha più eppure continua ad avere la sensazione di averli. E‘ come la luce di una stella lontana di una galassia lontana che nel momento che mi raggiunge non esiste più, eppure io la vedo attraverso le lenti di un potente telescopio.
In ciò che accade è già contenuto ciò che accadrà.
Non si muore forse mille volte prima pensando alla morte prima che questa avvenga realmente? Non si temono forse avvenimenti che temiamo che accadano prima che questi accadano? Non si prova forse la paura della malattia e della vecchiaia prima che queste siano?
Ecco nello spirito del tempo trovava una risposta a tutto ciò a cui si apparecchiava.
Erano giorni in cui meditare.
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