Se corro indietro con il pensiero all'Italia in cui sono nato, è come ora, dove vivo. Un-non-dove. Ora vivo sospeso, come vivessi senza essere presente.
Ecco quell'Italia è lo stesso.Vive senza essere presente. Per chi ne volesse avere un'idea dovrebbe leggere Bacchelli, Quasimodo, Montale, Bianciardi, Pasolini...Bisognerebbe vedere i film di Rosi, riandare ad Alberto Lupo, Gian Maria Volontè, tutti non luoghi ormai...
E onestamente non ho un bel ricordo degli anni Settanta. Della guerra civile degli anni Settanta. Lì è iniziata la falsificazione dell'Italia. Si voleva cambiare un'Italia contadina in un'Italia operaia e comunista.
Ma è l'Italia di Bitossi, Gimondi, Dancelli e Adorni che ricordo...un'Italia di gente gobba sul manubrio...e sul lavoro. Che faticava e voleva crescere.
E' anche l'Italia di Moro, Fanfani e Andreotti. Certo allora falsificati dall'ideologia comunista in nemici del popolo, con l'eccezione di Moro, martire della sua onestà e forse anche del voler mantenere l'Italia come era. Poi il picco raggiunto da quell'Italia, ma che ormai si avviava al declino, con Craxi. E poi...il Nulla.
Ovvero Berlusconi e le sue televisioni ovvero l'istupidimento totale del popolo italiano. L'imbarbarimento, la corruzione l'esautorazione del parlamento la distruzione delle sue industrie, l'allontanamento dalla politica di un popolo ormai bue e pecora reso tale dalla cura Berlusconi. Il Nulla.
Ecco fra l'Italia in cui sono nato e quella di oggi vi è un salto: il Nulla. E dopo quel salto, il Nulla è rimasto. E gli epigoni del Nulla son ben più orribili, sono mostri che ne fuoriescono avidi di denaro potere e di scarsa intelligenza, di nessuna cultura e pronti a tutto pur di vivere nei piaceri di quel Nulla che li ha partoriti.
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