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Dipiazza non ha tutti i torti












In Diario del Web leggo QUI delle dichiarazione del sindaco di Trieste, Dipiazza (nomen omen, a quanto pare) su cui credo dobbiamo iniziare a riflettere.

Come ormai è più che evidente la scoperta della verità è legata a certe narrative, il seguire una narrativa invece di un'altra ti può far avvicinare alla verità o divertirti completamente da essa.

Dipiazza, seguendo questa premessa, dice delle cose giuste.

Dipiazza riconosce il diritto a manifestare, ma con dei limiti. E il limite maggiore è il diritto degli altri alla salute e al lavoro. E queste continue manifestazioni lo violano, come dimostra il focolaio fra i manifestanti.
Bisogna fare come ai tempi delle Brigate Rosse: leggi speciali. Allora c'era l'emergenza terrorismo, oggi c'è la pandemia ma il periodo è sempre drammatico. A mali estremi, estremi rimedi.
In fondo lui è il sindaco di tutti e non solo dei no vax, a cui riconosce il diritto di manifestare ma in un ghetto: "Magari, li metteremo tutti a Porto Vecchio, lontano da alberghi, ristoranti e negozi che in questo periodo stanno subendo danni enormi"
Ma a parte questa anticipazione più retorica che concreta è quando dice che ci sono 60 mila firme favorevoli al green pass, che è la stragrande maggioranza della gente, gente che vuole lavorare e continuare a vivere, si presuppone, qui non posso dargli torto.
C'è gente che vuole lavorare e vuole ricominciare e crede che la scienza dica il vero, che i vaccini siano vaccini e servano veramente a curare e a favorire la ripresa.

E' chiaro a questo punto che se non smonti la narrativa sul vaccino non smuovi la gente da questo limbo in cui vivono.
E' giusto dunque protestare ma non può comunque essere l'unico modo per cambiare le cose, anche perché finora le proteste non hanno portato a nulla di concreto.
Bisogna intanto lavorare a costruire una società alternativa e soprattutto aspettare, perché il castello di menzogne che hanno costruito attorno a questo siero è talmente alto che non potrà che cominciare a crollare da solo. Gli effetti che produce sulle persone sono ormai talmente tanti e in aumento che si arriverà ad un punto che anche i pacifici e bonari abitatori delle comodità del proprio limbo verranno scossi nelle loro certezze da una profonda dissonanza cognitiva che li distruggerà.
Dove appunto bisogna lavorare è nel rendere disponibili le informazioni sulla vera natura di questi seri e sui loro reali effetti e aspettare. Purtroppo, si dovrà aspettare che la verità entri anche nelle loro fuorvianti narrative, perché la loro fede o ottusità cominci a vacillare.
E qui ci dovrebbe essere più onestà anche fra chi fa controinformazione in rete, che purtroppo invece nella maggior parte dei casi manda segni di gatekeeperismo abbastanza evidenti.

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