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La via della foresta ovvero la via della ribellione interiore






La "Via della Foresta" continua la riflessione che era stata iniziata ne "Il Cuore Immacolato Della Madonna", la via della ribellione. Albert Camus, che per noi incarna, insieme a Dostoevsky, quello che intendiamo con la parola "scrittore", una parola che come "giornalista" ha perso ogni autorità ed è complemetamente discreditata grazie al numero infinito di cialtroni e venduti che abusano di tali titoli, vi aveva dedicato un intero libro, L'homme révolté.

Per noi scrivere significa innanzitutto pensare la verità e pensarla fino in fondo concentrandoci sul contenuto e mai sul frame. Indagare l'esistenza dell'uomo e non solo in questa città terrena ma allargare la prospettiva a quella spirituale e divina a cui l'esistenza umana terrena si apre e si rivolge per attingere senso, a quello che Camus chiamava "assurdo" e in Dostoevsky a nostro avviso prorompe dalla pazzia latente in modo vivo in ogni personaggio.

Abbiamo pensato questa nascita della ribellione in forma di Via Crucis, perché arrivare alla decisione di ribellarsi è una via crucis.

Ribellarsi impone la rottura di schemi consolidati, impone il lasciare la "via sicura" o almeno nota per una via ignota e certamente lastricata di sofferenza. Cadere nella dissonanza cognitiva per un periodo indefinito. 
E ribellarsi è sicuramente soffrire come Cristo soffrì per arrivare dal palazzo di Pilato al Golgota.Ma la ribellione, quando raggiunta in profondità piena è anche pace piena, è pace del cuore come quella che testimonia nella sua morte santa padre Maximilian Kolbe, il miliziano di Maria.

Sinossi:

Uno Stato può arrivare al punto da soffocare l'individuo. Uno stato può trasformarsi in una dittatura tanto oppressiva da spingere l'uomo alla ribellione. Ma la vera ribellione ha una sua strada da percorrere prima di affiorare e fare male al mondo di Satana (1) che l'ha provocata. Una ribellione ha bisogno di una forma nuova di coscienza, che può prendere la forma di un sentiero di foresta da percorrere fino in fondo per arrivare al cuore della foresta. In questo contributo si parla di questa forma che un individuo isolato e dislocato in una parte del mondo in cui non può contare appoggi può solo seguire come l'idea di una via crucis, che si snoda in XIV Stationes e lo porta a una definitiva resurrezione "come tigre che sbuchi dal nulla".


QUI
il link per leggere il breve ma denso testo: https://www.academia.edu/59349066/La_Via_Della_Foresta

(1)
Vorrei qui per inciso riportare le parole di una persona che ha un senso molto pratico della vita senza grande interesse per i voli pindarici dell'intellettualismo e che parlando mi ha detto: "Faccio fatica a crederlo e pensarlo, ma non trovo altra spiegazione: all'origine di tutto questo caos e follia a cui assistiamo oggi non può non esserci un' esistenza demoniaca."

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