È una questione che mi sono spesso posto. Tutte le volte sentivo che esisteva ma potevo cogliere solo prove indirette di una censura che operava per filtri, delimitando gli ambiti e le condizioni a cui la grande editoria si attiene nella selezione dei testi da pubblicare (si scelgono solo autori che garantiscono un certo numero di vendite, che vengono presentati da, che sono stati selezionati da, che scrivono secondo certi modelli e stili, che evitino riferimenti a...che non rispecchino una linea editoriale ideologica diversa da quella che sostengono).
Cercavo la pagliuzza e non mi accorgevo della trave che avevo nel mio occhio.
Già con "Rugíle" avevo captato una situazione di scomodità che il testo procurava per il tema sessuale trattato in modo esplicito. Certo non vi era una censura da parte di nessuna autorità statale ma vi era un muro che spesso veniva alzato da chi era restio ad ammettere il sesso nella sua crudezza, nella sua capacità di urtare in quanto impossibilitati ad ammettere a se stessi la verità che l'istinto sessuale gli sbatteva in faccia.
Con "Amore, šaltibarščiai e pomodori rossi" la censura è divenuta innegabile, da parte dei lettori lituani per aver toccato il tema della torre di Vilnius, secondo quello che era stato esposto da una giornalista russa, bandita dalla Lituania, anche se da parte mia non vi era e non vi è nessuna presa di posizione personale.
A livello personale io non posso che essere grato alla Lituania per avermi dato l'opportunità di ri-iniziare una vita qui in questa terra. Ma è innegabile che esiste una teoria alternativa a quella ufficiale riguardo ai fatti avvenuti alla torre di Vilnius, su cui si è fondata la Repubblica Lituana. Non è certo chiudendo gli occhi o tappando le bocche che si mina la credibilità dell'opposizione.
Da parte di certa opinione italiana vi è ugualmente censura per le critiche forti rivolte all'Italia. O meglio a una Italia. Quella della Terza Repubblica, nata sotto Monti e proseguita dal PD. Da quella critica escludo il governo attuale, che per quanto ha fatto e sta facendo va contro la tendenza dominante della Terza Repubblica.
Comunque sia, vedo adesso sulla mia pelle, quanto sia difficile e complesso andare contro le narrative ufficiali, anche semplicemente toccando temi che non sono pienamente graditi.
Che dire? Uno scrittore non può in ogni caso cambiare la sua linea ad ogni piè sospinto, deve comunque continuare e confermare quello che è lo scopo della sua vocazione letteraria.
Pier Paolo Pasolini, uno degli autori più censurati e messo a processo della storia della letteratura italiana, docet. Mai ha tradito la sua disperata ricerca di felicità e amore nonosante le pressioni e censure impostegli.
Comments
Post a Comment