Diego ritornò. Come aveva promesso.
Ma Diego era cambiato. Non tanto verso Rūta ma verso la vita.
- Mi ami ancora Diego?
- Sì, Rūta. Ti amo tantissimo. Senza di te non so che farei, non so chi sarei…
- Ma ti vedo triste, amore mio…
- La morte di mia madre…onestamente non credevo…mi ha colto impreparato…mi sento disorientato. In vita con lei ho litigato spesso. L’ho trattata male. Era la persona che più mi rendeva nervoso…non aveva un carattere facile, non era una persona facile…ma il viaggio che abbiamo fatto insieme è stato lungo. E’ morta a novantasei anni
- Ma è normale che a novantasei anni si muoia, no?
- Sì, è normale ma…
I giorni passavano e Diego non sembrava più Diego. Era dimagrito, aveva una faccia spaurita. Sembrava più triste.
L’isola della loro felicità era rotta?
A Rūta sembrava che Diego perseguisse un’altra felicità che non era più della loro isola. Una felicità che Diego immaginava più grande.
Ma quale?
- Perché invecchiamo e moriamo Rūta? – le aveva chiesto una sera a cena
- Non so Diego. E’ così: si nasce e si muore…è la natura umana forse. E’ il mondo di cui facciamo parte. Forse in questo universo (o in questi universi) siamo veramente niente…
- Io non vorrei morire mai Rūta
Rūta sorrise. Le pareva un atteggiamento infantile quello di Diego e tuttavia lo accettava.
- …Io credo che un giorno sarà possibile essere immortali
- Come?
- Grazie alla scienza. Io credo che l'ingegneria genetica, la nanotecnologia e la tecnologia informatica trasformeranno la vita umana…grazie a queste scienze diverremo metà esseri umani e metà robot e allungheremo la vita. Forse un giorno sarà possibile trasferire l’intelligenza, la coscienza di un essere umano morente e continuare a farlo vivere in una macchina...
Rūta fu sorpresa di queste parole. Erano alla libreria Vaga di Pilies gatvė. Si erano seduti a un tavolo vicino alle grandi finestre che danno su Pilies gatvė e bevevano un cappuccino. Un sabato mattina presto. Verso otto del mattino. La libreria apriva, a parte la domenica, la mattina alle sette.
Era febbraio e la temperatura si manteneva sui -6.
Diego la notte non aveva dormito. Alle cinque e trenta del mattino si era alzato. Aveva fatto un caffè e riempito di marmellata dei cornetti che Rūta aveva preparato la sera prima. Poi con un piccolo vassoio aveva servito la colazione a letto a Rūta.
Quelle attenzioni riempivano di gioia Rūta, che regalò un largo sorriso a Diego.
Mentre sorseggiavano il caffè Diego le aveva detto:
- Rūta perché non andiamo in quella libreria dove abbiamo bevuto il nostro primo cappuccino insieme quando ci siamo conosciuti e abbiamo parlato del nostro futuro insieme?
- Ora?
- Sì, ora…ti prego
Poi mentre sedevano al tavolo della libreria Vaga, dal cappotto di Diego era caduto un libro in inglese.
Rūta fece in tempo di leggere il titolo “The physics of immortality”.
- Che leggi Diego?
- Un libro molto interessante. Parla di fisica quantistica e immortalità…. Io credo che un giorno sarà possibile essere immortali
…
- Credi che sarà una bella cosa vivere in una macchina Diego?
- Non so Io Rūta, davvero non lo so…ma almeno ora avrei potuto continuare a comunicare con mia madre. Non sarebbe definitivamente scomparsa. Ora in nessun modo vi è più…se fosse stato possibile sarebbe stata una gioia artificiale ma sempre una gioia, non credi?
- Credo
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