Wednesday 25 October 2017

"Rugìle" ovvero un romanzo contro la menzogna



"Rugìle" pur trattando di sesso è un libro contro la menzogna.

Che c'entra il sesso con la menzogna?

Innanzitutto una costante nel romanzo è l'essere sottoposti dei personaggi della storia alla "dittatura" dell'istinto sessuale. Nell'istinto sessuale non c'è spazio per la menzogna: o stai sopra o stai sotto, o sei etero o gay (o bisessuale), o pedofilo o zoofilo...

Puoi mentire agli altri sui tuoi gusti sessuali ma non a te stesso.

Nel romanzo ci sono due personaggi, Ipazia e Rugìle, che si eccitano all'idea di essere violentate. Si rendono conto che questo è un pensiero assurdo (questo era il punto a cui riducevano la realtà gli esistenzialisti senza riuscire ad andare oltre: l'assurdo), sbagliato, ma non possono farci nulla.
"Mi masturbo tutte le notti pensando a essere violentata", dice Ipazia.
"Una volta ho letto di una donna che era stata violentata da cinque uomini. Mi sono eccitata e masturbata. Molte volte dopo quel giorno mi sono masturbata pensando a questo. Ogni volta mi chiedevo se fossi normale. “Sarò normale?” mi chiedevo. Non mi sembrava normale eccitarmi per una cosa simile. Mi sembrava assurdo. Eppure mi eccitavo e mi masturbavo", dice Rugìle.Se reprimono l'istinto sessuale che le fa eccitare soffrono se lo liberano liberano se stesse e il proprio egotismo. Liberano e creano il proprio "io".

Il Chandamaharosana Tantra, un testo buddista del III o IV sec. dopo Cristo, afferma che "colui che avendo desiderio, reprime il desiderio, vive nella menzogna". Ed è vero. L'istinto sessuale rivela ciò che nudamente siamo a noi stessi. L'arcaicità e animalità che abbiamo dentro.

"L’amour est profondément animal: c’est sa beauté" - dice Rugìle uscendo di casa per andare a fare la puttana ed eccitare il suo uomo, citando Remy de Gourmont.

In "Rugìle" più volte si parla della menzogna: la menzogna dei mercati finanziari, la menzogna delle corporations, delle proxy wars, false flags...che si allineano al tema principale: l'istinto, che poi trova la sua fondazione nella fisica quantistica.

L'istinto è bit(s). E' informazione che fa parte del programma (universale) del nostro universo, del computer (universale) che si autoprogramma all'interno del nostro universo a cui apparteniamo e dal quale siamo a nostra volta (auto-)programmati.
Avere un istinto è come seguire un entanglement fra il programma universale e il nostro programma personale a cui si riallaccia.
E' come passare da un istinto all'altro, è come di volta in volta sintonizzarsi su un programma diverso fra i tanti programmi presenti all'interno del computer. In altre parole come passare da "un universo" a "un altro universo".
Certi fisici quantistici ci dicono che quando noi diciamo "No" le nostre particelle (bits) non hanno la stessa conglomerazione di quando diciamo "Sì". Passare da un "Sì" a un "No" significa passare da un universo all'altro.
Seguire l'istinto è seguire l'originalità dei sistemi semplici (fisica quantistica) che presiedono alla manifestazione dei sistemi complessi (realtà newtoniana), a cui pertiene la menzogna che nei sistemi semplici non trova spazio.


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