Recensione di Anna Ciampolini
Foschi
Un intellettuale sulla sessantina, ancora sofferente per gli
strascichi di una misteriosa e debilitante malattia, cerca conforto in una
serie di incontri erotici con ragazze molto più giovani. In parole semplici, questo non è un tema nuovo per un romanzo, ma l’ autore Fabrizio Ulivieri riesce
a decostruire il concetto tradizionale di amore e sessualità
e ad aggiungere livelli di profondità psicologica e emotiva al tormentato
protagonista e alle donne che incontra. Nonostante le descrizioni esplicite di
rapporti sessuali spesso di natura estrema abbiano già attirato molta
attenzione su Rugíle, che è il più recente
romanzo di Ulivieri, sono piuttosto le oscure, primordiali inquietudini che
esprime ad emergere come il tema più profondo della narrazione.
Rugíle è davvero una odissea dei sensi, un tentativo di trascendere i confini
della normalità, ma
soprattutto è una dolente,
cerebrale elegia, un esorcismo contro la impermanenza, l’ inquietudine, il declino dell’
invecchiamento, la morte. Il
protagonista, il cui nome non viene mai rivelato, e le sue amanti sono tutte
esistenze condannate. Lui è un uomo
italiano, maturo, colto, con una buona posizione sociale, che insegue incontri
con amanti giovani ed esotiche con un’ansia quasi vampiresca, in parte per
recuperare la giovinezza perduta e in parte perché affascinato dalla diversità. Non ama le
donne italiane, che considera volgari e sboccate. Trova repellenti le donne
mature perché nelle loro rughe
avverte il disfacimento della carne nella morte. Invece, cerca di abbeverarsi
al vigore della gioventù. Le sue donne vengono dall’ Asia,
dall’ America, dall’ Europa dell’ Est. Ognuna nasconde un passato tragico, una
storia famigliare tormentata o una dipendenza da ossessioni sessuali
inconfessabili. Ognuna, però, offre una prospettiva su altre culture e altri
stili di vita che lo attraggono. Esse rappresentano dei possibili portali su
altri possibili universi multipli e sono in fondo l’ ultima possibilità rimastagli di provare un
sentimento di amore. Il protagonista, che all’ inizio del romanzo afferma di
aver perduto ogni rispetto per le donne, si coinvolge in una serie di incontri
sessuali che lo portano a sperimentare “cinquanta sfumature di sentimento” e lo
conducono anche attraverso varie sfumature di tragedia: tre amanti muoiono
tragicamente. Ipazia, una ninfomane bi-sessuale con la quale egli vive una
intensa relazione, concepisce con lui un figlio e lo perde a causa di un aborto
spontaneo. Infine, muore consumata da un cancro inesorabile. Un’ amica
incontrata su Skype, l’
inquieta Ingrid, muore suicida. Un
incidente d’auto spezza la vita di lui e quella della donna che forse avrebbe
potuto amare veramente.
Rugíle, al cui nome si ispira il titolo del romanzo, vien dalla
Lituania. È ossessionata dal
sesso orale al punto di offrire i propri servizi dietro compenso a uomini
sconosciuti, in incontri frettolosi in macchina o nei gabinetti di luoghi
pubblici. Rugíle avvia il protagonista verso un insolito percorso che comprende
una complessa esplorazione di co-dipendenza, entanglement, somme trasgressioni, accettazione, complicità e il tentativo di ridefinire il concetto stesso di amore.
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Due città, Firenze, dove il
protagonista vive, e Vilnius in Lituania, costituiscono lo sfondo dove
avvengono gli incontri del protagonista. Mentre la geografia di Firenze viene
rappresentata soprattutto attraverso la descrizione dei vari locali alla moda
come librerie, caffè letterari e ristoranti
esclusivi dove il protagonista incontra le sue amanti, i segmenti della
narrazione che si svolgono a Vilnius mettono in risalto la vitalità e la bellezza struggente della città e offrono anche una prospettiva su una società
post-totalitaria e post-moderna che cerca di ricostruire la propria nuova identità
e riappropriarsene.
Altre
culture e paesi che svolgono un ruolo importante nelle vite dei personaggi,
come la Corea, il Giappone, gli Stati Uniti e, in misura minore, Milano, sono
elementi di rilievo nella tormentata esistenza dei personaggi del romanzo.
Kami, una ragazza giapponese, si sente prigioniera delle rigide regole della società
nipponica. Ipazia, coreana, si porta dietro una tremenda eredità famigliare
legata alle divisioni politiche e territoriali della sua patria.
L’ americana Camille vive in una
dualità, in bilico fra la sua cultura di origine basata sull’ ossessione per l’ efficienza, il consumismo e la
sessualità senza coinvolgimento emotivo e lo stile di vita che in Italia le
appare molto più rilassato.
Ulivieri
scrive con scorrevolezza, con una narrazione fluida. Il libro inizia con una
scena esplicita di masturbazione, che viene descritta, come del resto tutte le
altre scene di sesso, in maniera distaccata e quasi asettica. Dato che non
viene lasciato spazio all’immaginazione del lettore e ciò neutralizza la
carica erotica della narrazione, sembra giusto supporre che Ulivieri abbia
scelto questo genre narrativo per
ricordarci che il romanzo si basa più su una ricerca incessante della
conoscenza e dell’ immortalità e che il sesso è soltanto uno dei tanti percorsi
che si possono tentare. La tragica conclusione del romanzo rappresenta anche la
liberazione, lo spalancarsi
dell’ingresso verso la dimensione cosmica che il protagonista ha tanto a lungo
cercato di comprendere.
Al termine di ogni capitolo, un sommario guida il lettore ad
addentrarsi nei collegamenti e le conseguenze delle nostre azioni e su come
esse si riflettono su una scala più ampia, a
livello cosmico. Cita inoltre le leggi della fisica dei Quanti e altre teorie
scientifiche. Non tutti i lettori sono competenti nella fisica dei Quanti o
nella teoria delle stringhe. Alcuni lettori potrebbero pensare che l’uso di questa tecnica letteraria rallenta un
poco la narrazione e può apparire un pò didattico.
Ulivieri afferma che Rugíle sta incontrando un grande successo
fra i giovani e i Millennials. È infatti un romanzo contemporaneo, nel quale convergono moltissimi
echi della realtà odierna: intimità virtuale, social media,
migrazioni di massa, guerre per procura, stagnazione, incertezza e il malessere
generalizzato che permea la nostra esistenza, l’ impermanenza, appunto, sulla quale si basa
la vita dei suoi personaggi.
Fabrizio Ulivieri vive a Firenze. È professore di lingua e letteratura italiana presso l’ Istituto Europeo. Ha
pubblicato numerosi romanzi, fra i quali:
Il ritorno che non volevo, L’ eterno ritorno, Il sorriso della meretrice (2013), Cecilia,storia di un’aliena a
Firenze (2014), Amore Šaltibarščiai e pomodori rossi: Biografia di un amore dall'interno, e Rugíle. È inoltre l’ autore dei saggi, Il Culo e
la riduzione fenomenologica, e Albert
Richter: un’aquila fra le svastiche. Il ciclismo tedesco fra nazismo e
esoterismo, 1919-1939, pubblicato nel 2007.
(Traduzione dall’inglese di Anna Ciampolini Foschi)
Anna
Ciampolini Foschi vive a Vancouver, British Columbia, Canada. Scrittrice bilingue
di racconti, curatrice di antologie, traduttrice e giornalista, pubblica in Canada, Stati Uniti,
Italia e Costa Rica. Membro fondatore della Association of Italian Canadian
Writers, co-fondatrice e co-presidente del F.G. Bressani Literary Prize, sponsorizzato
dal Centro Culturale Italiano di Vancouver. Ha detto di Rugíle: “ Il genre del romanzo era piuttosto nuovo per me. Scrivere una recensione dal
mio punto di vista è stata una esperienza interessante.”
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