Ho letto anche io il libro della giornalista Galina Sapozhnikova, La congiura Lituana, Sandro Teti editore, sebbene esuli dai miei interessi più immediati. Ma ero curioso di vedere conferma sul modo in cui gli stati si fondano sulla menzogna e il sangue di innocenti.
Un libro controverso, la cui presentazione in Italia si dice che la Lituania abbia cercato di fermare in ogni modo.
Sono un outsider su questo tema ma capisco che il grande merito della giornalista è stato di andare a scavare nei fatti del 1991 alla torre della televisione di Vilnius dove vennero uccise 14 persone e dice l'autrice non dai russi ma da alcuni elementi di reparti (para)militari lituani che appostati sui tetti delle case adiacenti alla torre spararono sui Lituani.
Tutto era stato preparato. Ci si era appoggiati alle teorie delle rivoluzioni non-violente teorizzate dall'americano Gene Sharp, dandosi "un aiutino" con un bagno di sangue moderato (per i particolari rimando alle 240 pagine del libro).
Si sa che gli stati si fondano sempre su bagni di sangue spesso fratricida. Sulla menzogna e la prevaricazione dei diritti.
L'unificazione d'Italia è stata fondata ugualmente ed è nei metodi mainstream ante litteram. E la Lituania non sembra sottrarsi all'onda che coinvolge e regola simili stati di fondazione.
Ammiro che una giornalista coraggiosa dia finalmente una versione non occidentalizzata e perciò anodina quanto menzognera come è sempre nell'essenza del mainstream americano che insegna ad alterare ogni realtà per fondarla secondo la sua visione eccezionalistica.
Concordo con questa versione in quanto a pelle dissento sempre dal mainstream americano che ci voleva pure far credere che l'Isis fosse un movimento spontaneo e non finanziato e fondato dagli USA (coadiuvato dai paesi satellite, Arabia ecc...)
Quello che però mi lascia perplesso, dopo aver inteso che si perseguitano a tutt'oggi funzionari sovietici per fatti anteriori alla fondazione dello stato lituano quando la Lituania era ancora un paese sovietico e quindi ingiustamente, è l'insistenza quasi ossessiva nel dirci che "sovietico è bello". Che l'occupazione sovietica della Lituania era invece voluta e benvenuta dalla stragrande maggioranza della popolazione lituana.
Che i crimini commessi da parte dell'Unione Sovietica (deportazioni ecc..) erano
in fondo il male minore.
Capisco che forse in Lituania molte cose non funzionano, capisco che forse ci siano al potere personaggi che hanno da difendere se stessi dal passato, ma non accetto che uno stato che ha occupato un altro stato per più di quaranta anni possa e debba essere assolto da ogni colpa e che si aspetti la massima comprensione da chi per quasi mezzo secolo è stato invaso e occupato.
Mi sembra che la Sapozhnikova abbia il merito di rivelare la verità sui i crimini commessi da una dirigenza lituana già compromessa fin dagli inizi ma abbia il demerito di insistere troppo nel volere decolpevolizzare un sistema sovietico che ha ingenerato nei sovietici stessi la vergogna di essere sovietici.
Concordo con questa versione in quanto a pelle dissento sempre dal mainstream americano che ci voleva pure far credere che l'Isis fosse un movimento spontaneo e non finanziato e fondato dagli USA (coadiuvato dai paesi satellite, Arabia ecc...)
Quello che però mi lascia perplesso, dopo aver inteso che si perseguitano a tutt'oggi funzionari sovietici per fatti anteriori alla fondazione dello stato lituano quando la Lituania era ancora un paese sovietico e quindi ingiustamente, è l'insistenza quasi ossessiva nel dirci che "sovietico è bello". Che l'occupazione sovietica della Lituania era invece voluta e benvenuta dalla stragrande maggioranza della popolazione lituana.
Che i crimini commessi da parte dell'Unione Sovietica (deportazioni ecc..) erano
in fondo il male minore.
Capisco che forse in Lituania molte cose non funzionano, capisco che forse ci siano al potere personaggi che hanno da difendere se stessi dal passato, ma non accetto che uno stato che ha occupato un altro stato per più di quaranta anni possa e debba essere assolto da ogni colpa e che si aspetti la massima comprensione da chi per quasi mezzo secolo è stato invaso e occupato.
Mi sembra che la Sapozhnikova abbia il merito di rivelare la verità sui i crimini commessi da una dirigenza lituana già compromessa fin dagli inizi ma abbia il demerito di insistere troppo nel volere decolpevolizzare un sistema sovietico che ha ingenerato nei sovietici stessi la vergogna di essere sovietici.
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