Una mia amica, Monica Bucciantini, attrice di teatro mi ha più volte ripetuto che il male della nostra cultura (in senso late) è "la mancanza di Maestri. Non ci sono più Maestri oggi".
All'inizio mi pareva un'opinione poco condivisibile. Troppo teatrale forse. Troppo confinata alla cultura teatrale (stricte).
Invece con il tempo credo di aver raggiunto il punto di coincidere con il suo giudizio.
Se mi guardo intorno di Maestri non ne vedo. Solo ripetitori, che a furia di ripetere opinioni acquisite e consolidate da decenni non hanno altra alternativa che continuare a ripeterle.
Per trovare Maestri devo risalire a qualche anno indietro: a Pasolini, a Fellini, a Moravia, a Totò, Mastroianni, Strehler, Gaber, Evola...alcuni di questi erano pure noiosi (e tutti di Sinistra, con la sola eccezione di Evola) ma avevano tutti qualcosa da dire.
Mi ricordo in particolare Pasolini: un logorroico, un noioso, uno che parlava di tutto...ma aveva qualcosa dire. E con vigore e veemenza lo esprimeva. Anche con volgarità e disgusto talora.
Oggi ai Maestri si sono sostituiti i meme. Replicatori senza novità e senza fine, senza la forza dell'aver qualcosa da dire. Replicatori di modelli vuoti e deboli.
La creatività sta nel connettere un'idea alla forza della sua espressività. Un Maestro infatti connette la forza dell'idea alla forza di espressione. Al bisogno di dire in modo inequivocabile e assoluto ciò che ritiene come un valore inderogabile.
Il meme invece è un valore relativo che tende a ripetersi non per una forza interna ma per una comodità di espressione, conformità alla comodità, omologazione, per mancanza di iconoclastia, all'interno di una società lassista e troppo permissiva.
I valori forti infatti si sviluppano solo sotto regimi, società dominate da forti contrasti sociali, società oppressive e autoritarie...La troppa permissività distrugge i valori forti.
Nelle società democratiche, dove il liberalismo (i.e. capitalismo selvaggio) e il permissivismo (apparente) dominano, esiste solo conformità per mancanza di contrasto, per piattezza di espressione, per ripetizione infinita, per replicazione, per annullamento dei contrasti e delle differenze (l'esempio più calzante è Facebook).
E' la società dei meme, che agiscono solo in modo deterministico, quasi in assenza di libero arbitrio, ben descritta da David Deutsch in "The Beginning of Infinity":
"Meme: An idea that is a replicator. A rational meme replicates because people find it valuable. An anti-rational meme replicates by disabling its holder's rational thinking so that one has no choice but to spread it"
Princas VilniuJe
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