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Italia terra di finocchi

via http://meridianamagazine.org/




Il titolo è forse forte e sicuramente non tutti gli italiani sono così ma la maggioranza lo è, in quanto o gay veramente o depallizzati, cioè privi di palle, di coraggio di ribellarsi, di dire le cose come stanno preferendo seguire la cultura depallizzata e sminchiata di quella che era una volta la Sinistra (difatti la "Sinistra" favorisce appoggia e sostiene la lobby degli omosessuali - sicuramente una delle più potenti in Italia)
In Italia non si può parlar male di finocchi, negri, ebrei (di loro è proibito parlarne male in tutto il mondo) e bisogna per forza dire che gay è bello.

Gay non è bello. Gay è nevrastenia, se essere gay significa imporre assurdità come matrimoni o adozioni come cosa legittima e giusta.
Sicuramente favorire questo tipo di unioni aiuta - a lungo termine - a decrementare l'innalzamento della popolazione mondiale assieme alle guerre senza fine che sono in atto nel mondo.
L'orientamento sessuale non mi interessa e non ne parlo. Ognuno sessualmente (e personalmente) ha il diritto di orientarsi sessualmente come vuole ma non di assurgere il suo privato a cultura nazionale.
Gli italiani in generale preferiscono la cultura del piagnisteo, del fighettismo, della comodità, del parlare male alle spalle, del non esporsi mai in prima persona, del non incazzarsi, la politca da Facebook e Twitter, dove l'impegno è solo mediatico e mai fisico (Salvini docet).
L'omosessualità come forma di libertà ad ogni costo è certamente viva solo in stati dove la troppa libertà ha contribuito alla scomparsa di valori forti (solo nelle dittature la cultura di contrapposizione al regime sviluppa valori forti).
In Italia l'individualismo esasperato e il menfreghismo hanno ampiamente sostituito i valori, gli ideali. Oggi l'deale più forte è "farsi i cazzi propri", gridare al mondo intero la propria intimità, sbandierare i propri gusti (non solo sessuali) in modo sfacciato e irritante.
Ma questo è esibizionismo non è avere le palle.
Avere le palle significa anche arrivare allo scontro fisico e armato per difendere i propri diritti.
E nel dire questo penso a tutti quelli che sono morti (di destra e di sinistra) nella Seconda Guerra Mondiale perché credevano in un mondo migliore.
Immagino che se oggi potessero vedere in che mani hanno consegnato il sacrificio delle loro vite la vergogna rabbiosa che proverebbero per se stessi e per il sacrificio estremo che hanno compiuto.


Princas Vilniuje
Fabrizio Ulivieri



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