Si chiama Elinga ed esce sempre la notte, quando i corvi neri tacciono il giorno.
In questa terra del nord, gelida e buia, lei è figlia di quei colori e del ghiaccio sotto la neve, che dorme.
Elinga non ha paura. Elinga ha coraggio. Il buio fa parte del suo cuore bambino.
Qui è nata qui è cresciuta.
Il buio, a me nemico, a lei si fa sempre amico.
Io sono figlio del sole. Del cielo alto della Toscana, azzurro e profondo.
Il buio lì inquieta. A sera si sta a casa. Soprattutto d'inverno.
D' estate si sciama.
Lei vive parallela a me in un universo tutto suo - io, in uno e in due e in nessuno.
Con il corpo la mente e l'anima lei sta nel gelo della neve e della notte abituata.
Io in un universo straniero, emarginato, rimango estraniato.
Di là, dalla Toscana il corpo si è divertito, l'anima e la mente lo hanno seguito.
È di qua che senza pace s'inquietano - non sanno le membra, lo spirito e i pensieri dove posare.
Lei vive nella sua terra. È un virgulto. Io in una terra che nome non ha. Solo un sussulto.
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