A Sabatina e Silvano
Mamma - babbo dov'è il mondo nostro
Il mondo che di Italia fece estro
E da voi ho imparato? Non qua dove vivo.
Qua ora che il caldo si fa schivo,
Già l'autunno incunea suo tremore.
Salutare la patria è dolore.
Le radici, lí dove tu sei nato.
Con voi tutto per sempre è andato.
Non importa se giusto o sbagliato
Ma con voi dagli occhi è sparito.
Lei mi ama, gli occhi suoi un invito.
Un corpo siamo e quasi una mente
Ma il mondo che la tiene è reticente.
Non il mondo che era mio, ma opposto.
Oggi il giorno è di sole, è agosto.
È già malata l'aria - è autunno.
Lo leggo, nel suo morbido affanno.
Nella luce settembre è limpido.
Nel colore dell'erba verde - pallido.
Con dolore io tengo - babbo e mamma
Non il mondo ch'è mio, ma quella fiamma
Voi m' avete passato - ombre a me date
In me forti vivete - indimenticate.
Il mondo che di Italia fece estro
E da voi ho imparato? Non qua dove vivo.
Qua ora che il caldo si fa schivo,
Già l'autunno incunea suo tremore.
Salutare la patria è dolore.
Le radici, lí dove tu sei nato.
Con voi tutto per sempre è andato.
Non importa se giusto o sbagliato
Ma con voi dagli occhi è sparito.
Lei mi ama, gli occhi suoi un invito.
Un corpo siamo e quasi una mente
Ma il mondo che la tiene è reticente.
Non il mondo che era mio, ma opposto.
Oggi il giorno è di sole, è agosto.
È già malata l'aria - è autunno.
Lo leggo, nel suo morbido affanno.
Nella luce settembre è limpido.
Nel colore dell'erba verde - pallido.
Con dolore io tengo - babbo e mamma
Non il mondo ch'è mio, ma quella fiamma
Voi m' avete passato - ombre a me date
In me forti vivete - indimenticate.
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