A Silvia e Claudia nel mio cuore per sempre
Come posso non piangere se penso
quella Italia, cui Corelli cantava
Fellini dirigeva, Pasolini amava,
Visconti ne urtava, il senso.
Ripenso lei pingue e felice
L'Italia dei sogni che credeva
Che a tutti la vita lei scioglieva.
Come non piangere me infelice?
Io vado ora, io muoio, traditrice.
Che sarà di te Italia abietta
mai libera, tu serva e negletta
E ancella di un popolo morto e giudice.
Padrona doma, l'italo giovane
Ti lascia e non si duole, a lui bagascia
Di solo cibo e nulla vivi pascia
Ti fugge, passa i bordi tuoi lui cane.
Lascia una vita piatta di regole
meschina e che soffocano futile
la vergogna di popolo cieco, inutile
Che scompare felice nel suo sole.
Ancora là i due miei occhi vivono.
E amor inganna speme, ma non muore.
Ė libero dai vincoli e di sé è in sé
E un'altra speranza i nomi, ahimè,
Silvia, Claudia io dirò a voi nel cuore,
Di lontan parlerò al vostro amore,
Piano pronuncerò stessa passione,
La stessa che in vita m'era agone.
E allora potrò, dir piangendo:
Alma terra natia, la vita che mi desti ecco ti rendo.
E un'altra speranza i nomi, ahimè,
Silvia, Claudia io dirò a voi nel cuore,
Di lontan parlerò al vostro amore,
Piano pronuncerò stessa passione,
La stessa che in vita m'era agone.
E allora potrò, dir piangendo:
Alma terra natia, la vita che mi desti ecco ti rendo.
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