Questa è una delle poesie più famose di Salomėja Nėris, forse la più grande poetessa lituana, vissuta all'inizio del secolo XX.
Salomėja Nėris aveva celebrato in alcune sue liriche Stalin e il bolscevismo, per questo fu accusata di aver tradito la sua patria.
In questa poesia vi è lo struggente desiderio di ritornare in patria e di difendersi dall'accusa di tradimento.
E' importante riproporre temi come la "Patria" in un mondo in cui il il globalismo, il gender liquido, le società multietniche, il politically correct hanno infettato il più naturale dei sentimenti di appartenenza. Chi non ha patria non ha terra sotto i piedi, e vive in un non-dove, che spaesa inquieta e priva id identità e partorisce i mostri che si vedono alla guida del preteso NWO.
Insanguinata e saccheggiata
Sta ai miei occhi...
E cento di miglia andrò a piedi
Fino a che viva la rivedrò.
Saranno in fiore i giardini e i frutti penzoleranno
E le foglie cadranno ingiallite
E per strade senza fine verrò da te
Sotto la pioggia, lungo il gelo della terra, e nel freddo dell'inverno...
Me - come zolla di terra - sentono
i succhi della terra natia
Per te conservo il mio cuore
Pieno di luce e di vita,
Mai ti ho venduto, mai
Mai ti ho tradito, vita mia!
La tempesta passa, la foresta rimane...
E mai mente il cuore, mio.
Insanguinata e saccheggiata
Sta ai miei occhi...
E cento di miglia andrò a piedi
Fino a che viva la rivedrò.
Saranno in fiore i giardini e i frutti penzoleranno
E le foglie cadranno ingiallite
E per strade senza fine verrò da te
Sotto la pioggia, lungo il gelo della terra, e nel freddo dell'inverno...
Me - come zolla di terra - sentono
i succhi della terra natia
Per te conservo il mio cuore
Pieno di luce e di vita,
Mai ti ho venduto, mai
Mai ti ho tradito, vita mia!
La tempesta passa, la foresta rimane...
E mai mente il cuore, mio.
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