Da "Il Sorriso Della Meretrice" in Academia
Passava nove ore al giorno in estasi per unirsi a Dio. Aspirava a divenire Uno con Dio. Dei nove livelli dell'estasi aveva raggiunto l'ottavo.
Si rasava la testa completamente perché i capelli gli rubavano energia nella concentrazione, come i nuotatori si rasano per acquistare velocità in acqua.
Io per un caso divenni suo discepolo.
«Dio ci ha creati ma noi siamo merda. Un sacco di merda».
Furono le prime parole di questa iniziazione fortuita.
Pietro qualche volta metteva le mani sulla fiamma del gas per cicatrizzare le ferite che misteriosamente si procurava durante l' estasi.
Ma la mia ferita, di quel "noi siamo merda", non trovò cura nemmeno nelle fiamme.
Poi Pietro scomparve e io molti anni dopo abbandonai il cattolicesimo e smisi di credere in Dio. Ma il Mago coreano ancora lo ricordo, quasi fosse un profondo taglio mai chiuso.
Ora sono epicureo. Un epicureo troppo epicureo per essere vero. Quella verità amara mi tormenta ogni volta che guardo un corpo, anche il più meraviglioso: siamo merda in fondo, pura merda.
I corpi son fatti di parti che decadono e si decompongono. Siamo composti di batteri e di liquidi.
Non c'è altro?
Guardo le braccia, le gambe, i glutei e non vedo che corpi di carne che aspirano alla vita come al punto di incontro degli assi di una croce.
La carne e il desiderio di vita si incontrano e si saldano in quella croce, a cui affidano ogni speranza. Quel punto di incontro è l'in-cui un essere di merda si fa spirito e volge gli occhi in alto a quel cielo dal quale secoli prima ha avuto in dono, o in dannazione, di stare qua su questa terra, come gettato in una fiera crudele.
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