Non in multitudine exercitus victoria belli, sed de caelo fortitudo est
(LIBER MACCABAEORUM I, 3:19)
Dice Camus: "L'homme révolté est l'homme situé avant et après le sacré. et appliqué à revendiquer un ordre humain où toutes le réponses soient humaines [...] il serait possible de montrer ainsi qu'il ne peut y avoir pour un esprit humain que deux univers possibles, celui du sacré (ou, pour parler le language chrétien , de la grâce), et celui de la révolte. La disparition de l'un équivaut à l'apparition de l'autre."
(LIBER MACCABAEORUM I, 3:19)
Dice Camus: "L'homme révolté est l'homme situé avant et après le sacré. et appliqué à revendiquer un ordre humain où toutes le réponses soient humaines [...] il serait possible de montrer ainsi qu'il ne peut y avoir pour un esprit humain que deux univers possibles, celui du sacré (ou, pour parler le language chrétien , de la grâce), et celui de la révolte. La disparition de l'un équivaut à l'apparition de l'autre."
Non concordiamo con Camus, non vi è un aut-aut così radicale e insanabile. Non aveva probabilmente in mente Camus l'homme chrétien della Madonna delle Milizie di Scicli del 1091, della battaglia di Lepanto del 1571, o di Vienna del 1683 e neppure quella della Vistola del 1920, in cui lo spirito del soprannaturale e lo spirito guerriero dell'uomo si fusero per proporsi sul campo di battaglia nel loro se révolter contro un nemico di gran lunga superiore in numero e mezzi.
Inoltre noi pensiamo che raramente la coscienza di un uomo riesce a se révolter, se non sia illuminata da una coscienza soprannaturale che opera per disegno divino (che si inquadra nella teologia della storia).
Come potersi spiegare oggi tutte le coscienze che pur sapendo di esporsi e di pagarne le conseguenze si sono esposte per dimostrare la falsità della narrazione sulla pandemia e sul falso culto del siero di breve vita che si vuole forzatamente incoculare nei popoli?
Molte di queste coscienze infatti apertis verbis si dichiarano nel nome di Dio, e anche quelle che non lo dichiarano certamente operano sotto l'agenzia di quel disegno divino che si rivela solo ad una attenta analisi della teologia della storia.
Dostoevsky lo chiarisce bene in un passaggio dei Fratelli Karamazov, che cito dall'edizione inglese che ho a mia disposizione, dove si coglie perfettamente come la forza, talora distruttiva del se révolter quando accompagnata dalla illuminazione divina ha i suoi disegni difficili da interpretare tuttavia presuntivamente appercepibili.
My brothers are destroying themselves [...] my father too. And they are destroying others with them. It's the "primitive force of the Karamazovs" [...] a crude, unbridled, earthly force. Does the spirit of God move above that force?
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