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Io non mi sento italiano




Una canzone di Giorgio Gaber diceva:

Io non mi sento italiano
...
questa nostra Patria
non so che cosa sia
...
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi
...
Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia


Forse non saremo la periferia estrema, ma come tutte le periferie siamo poco creativi, innovativi, smidollati, senza centro, abulici, disorientati, vegetativi, un po' zombi...
Ma chi ci rappresenta (chi rappresenta questa periferia), il nostro primo ministro, supera ogni aspettativa.
Più volte vedendo le smorfie (da idiota) i contorcimenti facciali, le espressioni ebetiche del volto mi chiedo se il nostro premier sia affetto (più o meno leggermente) da asperger.
Lo sospetto ma non ne sono certo.
Se lo fosse almeno avrebbe una scusa plausibile.

Uno dei ritornelli più comuni fra gli italiani una volta era "Ma perché l'avete votato?".
Ora non possiamo dire nemmeno questo, il sistema che governa il mondo ce lo ha imposto.
Il terzo colpo di stato (dopo Napolitano e Monti) incruento (a differenza della Turchia) in Italia, in meno di un decennio.
Però in tutta onestà mi chiedo come possa, chi lo ha favorito lo appoggia e lo sostiene, aver lo stomaco di guardare siffatta creatura. 
Le sue interviste internazionali in lingua inglese rassomigliano in modo impressionante al comico americano Jerry Lewis.

Ma almeno lui lo faceva per lavoro. 
Il nostro premier lo fa solo per esibizionismo, credo. Non vedo altrimenti la necessità di assumere simili pose davanti a giornalisti allibiti e ironici (al limite di ridergli in faccia).

Dunque quei poteri forti che lo sostengono si chiederanno mai che idiota, nel senso anche etimologico del termine (singolare), abbiano messo al posto di comando?

O forse lo hanno scelto proprio per aver bene inteso l'essenza del popolo italiano: a Firenze, quando era sindaco, mi dicono che lo chiamassero "palle di segatura".
Uno evidentemente poco coraggioso: come il suo popolo, che nemmeno lo ha scelto a rappresentarlo.




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