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Showing posts from April, 2018

Isole di felicità - Il fattore umano

Foto Živile Abrutytė In ogni relazione come in ogni lavoro, disciplina, arte, tecnica… vi è un incognita che gioca un ruolo fondamentale: il fattore umano. E nessuno ne è immune. Anche nell'essere felici, una volta raggiunto uno standard di felicità il fattore umano può essere decisivo per gli equilibri. La tristezza di Diego, la sua pigrizia abitudinaria da una parte e la radicalità di Rūta e il suo modo di vivere fondamentalmente com- pulsivo dall’altra costituivano due fattori umani che venivano a confronto. Per quanto si dessero regole sul come cercare la felicità e mantenersi felici tuttavia, i loro istinti, pulsioni, desideri, disposizioni naturali qualora fossero forzati da agenti esterni interferivano sul comune stato di felicità. Il venerdí per esempio nasceva spesso un’interferenza per cui il loro livello di felicità tendeva a collassare. Quando arrivarono a casa Diego aveva ripreso la sua condizione di ottimismo e Rūta era di nuovo rilassata...

From "Love, šaltibarščiai and red tomatoes" - The black days

Her favorite place in the house was the kitchen. In the kitchen she spent her days: she read, she prepared the dinner, she made calls, she wrote emails, she worked and cried, she laughed and thought. In the kitchen we made love, often. The kitchen was full of her self unlike any other part of the house. There (in the kitchen) she had erected her inner sanctuary, fortified her self and learned to esteem and trust in herself or how pleasurable was to torture herself on questions that could not be answered. She never wanted to share that space even with me. She housed me in that space but it remained exclusively hers. From every other space she excluded me in the black days of menstruation. Who was in those days the hidden Demiurge that broke the world and the space surrounding her? Did that Spirit decide for her and spoke for her? In those days it seemed that every thought of her mind had already been decided in spite of her will . Her thoughts no longer were direct to...

Da "Isole di felicità Laimės salos" - Diego

Foto Živilė Abrutytė Quel pomeriggio uscendo da Impuls, la palestra dove andava nel dopo pranzo, era abbastanza indeciso sul che fare. Era indeciso se andare al Cafè Huracán o alla libreria Vaga di Pilies gatvė. Entrambi erano stati fra i suoi luoghi preferiti. ‘Erano stati” in quanto ora aveva cominciato a pensare di evitartli, perché si sentiva osservato. Sentiva che la gente cominciava a domandarsi chi fosse e che facesse. Troppi mesi che trascinava i suoi giorni per quella città che ogni giorno di piú diveniva meno estranea e perciò piú angusta. Quando non hai un lavoro, quando cerchi di venire fuori da solo da una situazione che pare irrimediabile, quando non hai che te stesso a cui aggrapparti perdi il senso di appartenere al mondo, perché il tuo universo ha i limiti delle tue stesse capacità. Il mondo va secondo i suoi schemi, le sue velocità, i suoi usi, le sue leggi, le proprie dinamiche. O riesci ad entrarvi o vai controcorrente. E Diego stava andando controcorre...