Il corpo è oggetto, credo, sacro. Si muove e segue moti suoi propri. È d'esso, del suo sentir, simulacro. Nulla di più santo allora scopri Nei giorni che vive - la luce e l'ombra Qual suo scandalo, come in lui s' appropri. In superficie l'anima s'adombra. Nel se stessi del mondo, ei si forma. È ciò, per cui sono, che lì s'incontra.
Dal Nulla vedo salir certi segni Quasi guardassi su una parete Comparir di un mondo i disegni. Si compongono d' una muta rete Che s'apre di luce e senza parole Parla a squarci e a onde inquiete. Di quel mondo non si può dir che duole. Non parla una lingua che ha suoni. Subito passa ed entra nel cuore.