Monday 31 October 2022

Comment on "A new stage in the conflict between democracy and religion" by Alvydas Jokubaitis (first Part)

 

The article we are going to discuss  is to be found here: https://m.delfi.lt/uzsakomasis-turinys/pt/article.php?id=90330401

There is also a YouTube video available: https://www.youtube.com/watch?v=9US3TFvA3uc&t=432s


As I said in other posts of mine, one of the most brilliant minds (probably the only one) of Lithuanian intelligentsia is the philosopher Alvydas Jokubaitis. Above all he is to be appreciated because of the freshness of the themes that he checks in with.  

In the last months, he devoted his analysis to Christianity and democracy to finally land on the topic of how the devil insinuated itself and entered our society.

His analysis is noteworthy, but he is missing the last final step: he persists in considering the Valstybė, the state, as the certified centre that has the power to decide [1], when, in reality, the State has become, in the Unipolar World, just a mere executor of decisions that are made elsewhere by different powers completely unrelated to every single state.

Those centres are the same centres that rule(d) the finance and economy of the world, whose ideology, it has become undeniable at this point of the state of the Art, is Satanism, whose main aim was the infiltration of the Catholic Church and the substitution of the Christian religion with a different religion which we see Bergoglio is day by day elaborating [2]


[1] See for example this assertion Dabartinių visuomenių įstatymus leidžia krikščionybės suprasti nenorintys parlamentarai "The laws of today's societies are made by parliamentarians who do not want to understand Christianity". But I think, but it is of course just my personal supposition, that he may speak a sort of Ezopinė Kalba: a language which deliberately fails to mention its deliberate objectives to avoid censorship but which, within the limits allowed, manages to convey the fundamental concept/concepts. Ezopinė Kalba is well rooted in Lithuanian literature, at least since the Soviet occupation onward. See it in Nerija Putinaitė, Nenutrūkusi Styga, Aidai 2007, chapter V p. 160 etc...

[2] We refer to the attentive dissection that Bergoglio's unique and real opponent makes of this slow penetrating and changing attempt to eradicate Jesus from the Christian religion: that is Don Minutella. Passim you can find his impressive bringing-to-light analysis of Bergoglio's apostasy on his YouTube channel: https://www.youtube.com/c/RadioDominaNostra 

Friday 28 October 2022

Silvia si interroga: Il suo piacere di vivere si era da allora spento e come una foglia in balia della corrente del fiume in piena, come un palloncino tra le volute del vento, aveva cominciato a fluttuare verso la propria fine?

 


Da "Essere mio padre" Paragrafo XIV
romanzo in fase di scrittura.


Babbo, non hai mai avuto paura di seguire i tuoi pensieri lungo i loro sentieri tortuosi, e io, io che ora ti sto incarnando su questa terra, ho paura di questa eredità che mi ha generato come tua materia vivente diretta a testimoniarti, al mondo .
Sono così spaventata, perché non so su cosa posso contare e cosa no.
E sento, in questo regno del tuo lascito, quanto è inquietante che siamo finalmente in grado di parlare ora, ora che sei oltre il regno in cui mi hai lasciata e tuttavia riempi il mio cuore con il tuo spirito perché non vuoi io vi vaghi, da sola, senza di te.

Svegliarsi la notte e cominciare a scrivere a suo padre era divenuta un’abitudine che acquisiva il tono dell’impellenza. Non poteva dire che le piacesse o le dispiacesse. Era un imperativo. Una chiamata a cui non poteva disubbidire.

Apriva gli occhi nel mezzo della notte. I primi attimi non rifletteva. Poi capiva e ubbidiva. Andava in cucina, si faceva il caffè, prendeva il diario, lei che mai aveva avuto un diario, e principiava a scrivere in quella lingua che non era la sua.

E finito di scrivere provava piacere. Piacere di essere in pace con se stessa, e con il mondo (forse). Ed era una buona sensazione. Una sensazione che non sentiva da tanto. Nemmeno ricordava di aver mai sentito. E le piaceva. E quel silenzio della notte e quella tazza di caffè caldo, quel mondo notturno che la avvolgeva la ispirava ad una vita migliore. E le dava abento, in cui finalmente intendeva cose che mai durante il giorno aveva tempo di intendere. In particolare, che la siua vita aveva bisogno di cambiare. Che necessitava un cambio.

Solo gli stupidi non cambiano mai. Le ricordava la voce interiore.

E che poteva cambiare?

Era così lineare, strutturata la sua vita, che cambiare anche un piccolo componente avrebbe fatto crollare tutto il resto.

Voleva che crollasse tutto? Il lavoro, la famiglia, la vita che si era costruita negli ultimi venti anni, con fatica e...volontà...?

Non ne era sicura. Ma capiva che qualcosa doveva cambiare. Altrimenti che senso aveva svegliarsi la notte, tenere un diario e scrivere a un padre morto, ma vivo dentro di lei? Altrimenti che senso aveva quella tazza di caffè fra le mani, fumante? che si preparava alle tre del mattino, lei che di caffè ne beveva pochissimo durante il giorno?

Erano i segni che qualcosa si preparava, e magari lei ancora non vedeva, ma si preparava indipendentemente da che lei volesse o no?

Poi si lluminò. E trovò in quella calma notturna una sua colpa, dopo che di colpe al padre ne aveva trovate molte.

Man mano che un padre invecchia si volge sempre di più verso la figlia. Cerca in lei la sua salvezza.

Eppure lei gli aveva chiuso la porta in faccia. Gli aveva impedito di volgersi a lei, come forse aveva cercato - e si ricordò di tanti momenti in cui aveva avuto quella sensazione, che suo padre cercasse in lei conforto.

E si era rifiutata.

In particolare si ricordò di un giorno che l’aveva chiamata dall’aeroporto di Vilnius, mentre aspettava l’aereo per tornare in Italia.

Voleva parlare. Si sentiva.
Lei invece. provava disturbo. Lui insisteva, e si percepiva il suo bisogno di trovare parole di conforto in lei. Lei però si indispettiva e si negava.

Non ce la faccio più, disse lui, ad andare avanti e dietro. Mi devo trasferire qua. E’ un dolore immenso essere qua con Živilė e poi dover tornare, ogni volta. Il mio animo è a pezzi.

Lui pensava forse di poter parlare a lei a cuore aperto, e rifugiarsi in quello di sua figlia, la maggiore, e invece il cuore di lei si chiudeva davanti alle confessioni del padre, disperato.

Anzi si infastidiva. Soprattutto il nome di lei, detto così allo scoperto le generò quasi disgusto. Un urto di vomito.

Era gelosa? Allora nemmeno si era posta questa domanda. Ma ora sì, capiva che era gelosa.

E deve aver trovato un modo per troncare la comunicazione.

Non si ricordava come, ma qualcosa doveva aver fatto.

Perché poi lui mandò qualche messaggio via whatsapp, a cui lei non rispose, e poi lui tacque.

Forse ancora più disperato.

E lei non si curò mai più della sua disperazione.

Quando lui si sposò in Lituania senza dirle nulla, e lei troncò ogni rapporto, lui continuò a cercarla, a tentare un dialogo.

Ma lei fu irremovibile, e ora si rendeva conto dell’ostinata stupidità in cui aveva vissuto.

Provò, provò tante volte suo padre a riprendere il dialogo interrotto. Ma poi alla fine si arrese e non la cercò più.

Doveva aver capito quello che lei solo ora, dopo la sua morte, capiva, che non poteva più cercare il suo sostegno. Che lei avrebbe dovuto da sola nel suo muto accanimento contro di lui doveva trovare da sola il giorno e l’ora in cui sarebbe riuscita ad uscire da quel buco nero in cui era deplorevolmente caduta.

E lui certamente aveva intuito che quel giorno e quell’ora sarebbero stati solo dopo che lui se ne sarebbe dipartito.

Forse era stato anche quello che aveva influito nella sua decisione di non voler più vivere, un modo per abbreviare un’agonia, che per il padre, ripudiato dalla figlia maggiore, non deve essere stata leggera.

Il suo piacere di vivere si era da allora spento e come una foglia in balia della corrente del fiume in piena, come un palloncino tra le volute del vento, aveva cominciato a fluttuare verso la propria fine?

Wednesday 26 October 2022

De admonentibus signis

 




There are signs coming to this saeculum from what stays behind and beyond the visible reality of this saeculum, invisible to the eyes but not to the minds and hearts trained to listen, which is a quality of those people that are made of light and not opaque matter (the majority).

In this little paragraph (I, 10, 2) of the De Civitate Dei by Saint Augustine, you can track back to the nature of the signs which help to develop the training of listening.

Signum 1) Nudus exivi de utero matris meae, nudus revertar in terram. Dominus dedit, Dominus abstulit, sicut Domino placuit, ita factum est:  Naked I departed from my mother’s womb, and naked I shall return. The Lord gave, and the Lord has taken away. Just as it pleased the Lord, so has it been done. 

Being-toward-death, used to say Martin Heidegger, but we will say instead being-toward-nudity. Listen to your nudity, your being-human, and see yourself beyond the layers that are covering your nudity.  Have as ultimate aim the vision of your nudity in front of your destination. To that destination, you will bring just your nudity and not your layers that are covering it to your conscience. 

Signum 2)  Magnas facultates...quas cito fuerat moriens relicturus: those things [layers] that, dying, [man] would soon abandon.

Signum 3)  Experimentorum disciplina: in the harsh experimentation of events, you learn the training to listen

Signum 4) Apprehendere veram vitam, in listening to, you will seize the real meaning of life, and the place of your heart

Signum 5) Ubi est cor tuum, illic erit thesaurus tuus, your heat will be there where is the goal of your listening (thesaurus)

Signum 6) Ubi enim sint omnia mea, tu scis, at that moment you will know where is all that it matters to you

Signum 7) Ibi enim habebat omnia, There, in fact, it was what you needed to know and you knew through the listening
 
Signum 8) and this happens because si non praecedente sapientia, certe consequente experientia didicerunt, those attempts to develop your faculty of listening was taught to you if not by innate wisdom, certainly by a consequent experiencing.

Monday 24 October 2022

Father, you don't want me to wander, alone, without you - Spiritus patris super Silviam descendit









Father you have never been afraid to follow your thoughts down their winding track, and me, me that I am now embodying you on this earth I am scared of this inheritance, that fathered me as your living matter steered to witness you, to the world.

I am so scared because I don't know what I can draw on, and what not.

And I feel, in this realm of your bequest, how eerie is it that we are finally capable of talking now, now that you are beyond the kingdom where you left me and yet you fill my heart with your spirit for you don't want me to wander in it, alone, without you.

Sunday 23 October 2022

Latin ablative absolute Greek genetive absolute and Lithuanian past participle in -ęs/-ę

 


Lithuanian has quite an "overgrown" participial system in comparison with the other Indo-European languages, like Latin, Greek and Sanskrit. In most of the Indo-European languages the inherited participial systems were reduced but Lithuanian not only kept all the inherited Indo-European participles, but it expanded their system.
In this short note we focus on the comparability of the past active participle in -ęs with some participial forms of Latin and Greek.

The Latin ablative absolute finds its counterpart in Lithuanian in the past participle in  -ęs (singular masculine nominative) (plural masculine nominative) -usi (singular feminine nominative) -usios (plural feminine nominative):


Dux, caesis hostibus, liberavit exercitum = vadas, priešą nužudęs, išlaisvino kariuomenę = The commander after slaughtering the enemy freed the army

Caesar, oratione habita, in Italiam profectus est = Cezaris, pasakęs kalbą, išvyko į Italiją = Caesar, having made a speech, set out for Italy

which in turn corresponds to the genitive absolute in Greek:

Ἡρπασμένης τῆς χώρας, οἱ πολίται ἐπί τούς πολεμίους ἐπορεύοντο = piliečiai, apiplėšę teritoriją, žygiavo į priešų pusę = after plundering the territory, the citizens marched against the enemies

Sunday 16 October 2022

Larvatus prodeo and misfit I live

 






Misfit. I feel like a misfit to reality, to this new dimension, I am living now in. I ask myself why and feign not to understand, yet I know the answer. Yes, I know it but I pretend not to know. It is a harsh thing to say to myself, I know, but, regrettably, it is true and my ego must accept it. I must accept and understand that all my life I have been following the wrong indicator for the direction I need to go, and I am unable to get out of it. I go disguised (larvatus prodeo). I disguised myself all my life to follow the wrong impulse.
And for all my life I disguised myself to please the others. My family, my friends, my colleagues, my loves, my life...
And the pain was so excruciating that caused me suffering and illness.
And now, when I thought I was healed, it is happening again but under a form of possession. There are moments when I am not what I am. I am my mother or my father. I catch myself in a simple gesture that is not mine, it was the gesture that my mother or father used to do. I am brought to another dimension where I feel I am them and not me. I make coffee and I am my father making it. I caress my wife as my mother caressed people. I sit down sometimes as my mother used to sit down. I lose saliva from my mouth as my father lost, I sit in the bathroom and suffer as my father suffered...


Am I possessed by their spirits? Yes, I think so. They embody me for a while, they take possession of my body, my spirit and my soul to manifest that they are close to me and abide in me.
I can ask: Why? But again I know the answer.
Angelicis igitur operationibus fieri crediderim, sive permittatur desuper, sive iubeatur [1]
Well, I would be inclined to believe that this can happen due to an intervention of the Angels, permitted or desired from above.

[1] Saint Augustine DE CURA PRO MORTUIS GERENDA LIBER UNUS, 10,12

Studiare le lingue insegna a resistere alla follia che domina il mondo

 



Questo brano è preso dal mio testo "A New Normal" che parla della cosiddetta pandemia e dei suoi effetti sulla vita e ha finora coperto l'arco di tempo che va dal 2020 al 2022 (inizio anno). Mi sono al momento arenato perché gli avvenimenti del mondo reale hanno preso uno sviluppo ad una velocità talmente ineguagliabile che mi ha provocato uno stallo nello scrivere questo testo. Nel frattempo ho cominciato a scrivere un nuovo testo "Essere mio padre".                                                                  Come sempre devo compiere una swerve per poi ritornare al punto di partenza con una nuova visione.

Cresceva forte il bisogno di una pausa dalla narrativa della follia che ormai riempiva ogni attimo di vita, ogni minuto di vita. Soffocava.

Ormai si parlava solo di virus, varianti e vaccini.

Lo coglieva il senso di vomito ogni volta che apriva Telegram e leggeva. Era pieno di gruppi e canali privati che parlavano solo di quello. E sempre in termini negativi e catastrofici, la stragrande maggioranza. Deprimevano e demoralizzavano.

Doveva pensare ad altro, altro che non fosse quello di cui tutto il mondo parlava da due anni.

Quasi senza accorgesene ritornò ad uno degli amori della sua gioventù. La linguistica.

Quasi per caso prese ad appassionarsi ad uno degli argomenti più complessi e più difficili da apprendere: le forme participiali in lituano.

Lo avevano fatto penare costruzioni del tipo

Valgant Karina Štolovski papasakojo, kad savaitgalį ją aplankysią tėvai.

Quando aveva iniziato a studiare il lituano aveva imparato che è la desinenza che marca l’accusativo singolare femminile dei nomi e pronomi, come in “lei“, accusativo singolare femminile, quindi di primo acchito si pensa che aplankysią sia un accusativo singolare femminile riferito a anche data la contiguità all’interno della frase, ma non è così. Aplankysią è un participio futuro, ed è esattamente il nominativo plurale maschile del participio futuro che termina in – ą e quindi si accorda con tevai, genitori, maschile plurale..

Per cui la traduzione diveniva la seguente

Mentre mangiava (valgant) Karina Štolovski disse (papasakojo) che durante il fine settimana (savaitgalį) i genitori (tevai) l‘ (ją) avrebbero visitata (aplankysią).

Roba da spaccare la testa. Ma lui la trovava affascinante.

Si immerse allora in studi specialistici sul participio lituano e non contento anche sui verbi causativi in lituano. Ovviamente dal lituano al sanscrito, due lingue, impressionantemente uguali, il salto è presto fatto. Aveva studiato il sanscrito e il tamil all‘università a Pisa, a quello che allora si chiamava “Istituto di Glottologia“. Entrambe le lingue le aveva poi dimenticate, per un semplice motivo, a parte la letteratura vedica che trovava interessante, ma solo gli inni cosmogonici a dire il vero, la letteratura e la filosofia indiana le aveva trovate noiosissime, come pure la letteratura tamil, che era alla fine una scopiazzatura di quella classica sanscrita. E perciò aveva abbandonato le due lingue.

Ma ora era il momento di riprendere quegli studi. L‘isolamento in cui viveva gli diceva di cercare altre strade che non fossero quelle del covid e dei vaccini.

Anche in sanscrito, vi era un lato “participiale“ affascinate, sebbene non complesso come quello lituano.

Prendi per esempio la frase

Mantribhir militvā Damayantī vijñaptā

Di quella frase lo colpiva come fosse interamente costruita, senza un verbo di forma finita, su un gerundivo (militvā), in sanscrito indeclinabile, e un participio passato (vijñaptā) accordato al soggetto (Damayantī) di una frase di senso passivo

Dai ministri (Mantribhir), dopo che si furono radunati (militvā), Damayantī fu informata (vijñaptā).

Questi erano i giorni, questa era la sua guerra asimmetrica, resistere e rifiutate il mondo folle che da fuori aggrediva, in modo massiccio. Anche questa era una forma di resistenza.

Ogni suo atto quotidiano era resistenza. Prendere un fucile, una rivolta armata, poteva essere il picco della resistenza, ma per fare quello si deve essere in tanti ed organizzati, addestrati e finanziati.

Da solo, isolato, che poteva fare? Gli rimaneva la preghiera che avrebbe scardinato quel mondo fuori, la volontà di sottrarsi e di non riconoscere il sistema. Era stato con la febbre, era stato male in modo grave, aveva sofferto. Non aveva fatto il tampone, se lo avesse fatto di sicuro sarebbe stato positivo al covid e una volta guarito gli avrebbero concesso il green pass, che in Lituania chiamavano galymibių pasas, il passaporto delle opportunità. Ma quali opportunità? L’opportunità di obbedire a Loro? Di essere il Loro schiavo? Aveva rifiutato la Loro narrativa, rifiutando un’opportunità da Loro concessa.

Ogni suo atto quotidiano era una testimonianza di quella guerra asimmetrica, in cui lo scopo principale non era al momento la vittoria, ma ingaggiare una guerra di resistenza. Creare dissenso. L'Unione Sovietica crollò per il dissenso interno fra il popolo e lo stato. Il polo è fatto di individui diceva Sant’Agostino. E il dissenso di ciascun individuo avrebbe potuto creare il dissenso generale.

E sotto quel cielo grigio così diverso da quello in cui era nato e cresciuto cercava la via di uscita.

Non mi riconosco qui, ma qui terminerò di vivere? Si chiedeva. Ben sapendo che i tempi e i luoghi del cielo non son quelli della terra.

Finirò per riconoscermi in questo cielo e questa terra, così lontana e diversa dalla mia fatta di sole e blu?

Eppure, sempre più si rincantucciava in quel grigio, come se il grigio fosse sempre più in lui. Come se nutrisse ormai i suoi pensieri, di lupo solitario, che parlava la stessa voce della foresta in cui era stato abbandonato.

E non era una voce di pace; l’uomo porta con sé la guerra dovunque fugga. In lui abitano i due mondi, sempre in guerra, e chi non è stolto sempre vigila sui giorni che vengono. E ora, quei giorni, erano i giorni cattivi. I giorni in cui si doveva vigilare per resistere ed esistere e mostrare al mondo che si può anche in modo indefinito, come le forme participiali; che reggono il mondo delle frasi in modo apparentemente non marcato ma sorprendente.

 

Saturday 8 October 2022

We live and experience selective times

 




We live and experience selective times, Deo gratias, where the evil that is hitting humanity has the power to select and separate and show who deserves to know the truth and who does not, ABOVE ALL who is structured to understand the truth and who does not. Saint Augustin, once again, has the best words to express it.


Nam sicut sub uno igne aurum rutilat, palea fumat, et sub eadem tribula stipulae comminuuntur, frumenta purgantur; nec ideo cum oleo amurca confunditur, quia eodem praeli pondere exprimitur: ita una eademque vis irruens bonos probat, purificat, eliquat; malos damnat, vastat, exterminat. Unde in eadem afflictione mali Deum detestantur atque blasphemant, boni autem precantur et laudant. Tantum interest, non qualia, sed qualis quisque patiatur. Nam pari motu exagitatum et exhalat horribiliter caenum et suaviter fragrat unguentum. (De Civitare Dei, I, 8,2)

“For, in the same fire, gold gleams and straw smokes; under the same flail the stalk is crushed and the grain threshed; the lees are not mistaken for oil because they issued from the same press. So, too, the tide of trouble will test, purify, and improve the good, but beat, crush, and wash away the wicked. So it is that, under the weight of the same affliction, the wicked deny and blaspheme God, and the good pray to Him and praise Him. The difference is not in what people suffer but in the way they suffer. The same shaking that makes fetid water stink makes perfume issue a more pleasant odor.”

Saturday 1 October 2022

La mayor parte de la humanidad está hecha de una materia opaca que no le permite comprender ni ahora ni nunca

 




Muchas veces me he preguntado por qué frente a la verdad la mayoría de la gente no comprende, ni siquiera frente a las pruebas más evidentes que no comprende todavia, porque las repelen, como el famoso caso del médico aristotélico que fue llevado ante
la cuidadosa disección de el anatomista, que mostraba claramente cómo los nervios se originan en el cerebro y en la médula espinal, dijo: usted me has mostrado esta cosa tan abierta y sensible, que si no fuera contrario el texto de Aristóteles, que dice abiertamente que los nervios provienen del corazón, sería necesario confesarlo como verdadero.

He tratado de veer esta causa en la incapacidad de la mayoría para poder desarrollar ciertos componentes de la escucha (AQUI), que puedan elevarla a un nivel superior de conciencia. Y yo estaba bastante convencido de esta idea. Pero ante la reiterada evidencia de que la mayoría simplemente no entiende y no quiere entender y nunca entenderá, al final solo queda una posibilidad: la mayoría de la humanidad está  hecha por una materia opaca que la hace incapaz de entender, o al menos intentar de encuentrar la verdad. Una verdad que no deja salida y no admite otra verdad.

Este es el verdadero drama existencial del hombre. Es el verdadero sentimiento trágico de la vida.

Un antecedente in Agostino del famoso detto di Wittgenstein „Wovon man nicht sprechen kann, darüber muss man schweigen.“

 



E' curioso come la famosa frase di Wittgenstein "Bisogna tacere delle cose di cui non si può parlare" trovi un parallelo in Sant'Agostino molto simile nella formulazione, sebbene su un piano diverso per il senso.

"Non enim parvus est fructus, si aliqua obscura et incerta, quae comprehendere non valemus, clarum saltem certumque sit nobis non esse quaerenda; et quod unusquisque vult discere, putans prodesse si sciat, discat non obesse si nesciat." [1]
San Agostino DE CURA PRO MORTUIS GERENDA LIBER UNUS 17,21

„Wovon man nicht sprechen kann, darüber muss man schweigen.“
―Ludwig Wittgenstein

[1] Non sarebbe infatti piccolo frutto se, di tante cose oscure e incerte che non riusciamo a capire, ci diventa chiaro almeno e certo che non si devono indagare; e di tante cose che uno vorrebbe imparare pensando quanto gli sarebbe utile saperle, impari che non è un danno ignorarle.

About anxiety and dreaming spirits

Only dreaming spirits are anxious because they are full of Spirit. Are animals full of spirit? Are stupid people full of spirit? Children a...