Wednesday 31 August 2016

Italiano quarta lingua studiata nel mondo si diffonde nonostante l'assenza dello Stato grazie ai nuovi eroi



Se l'Italia economicamente va a fondo e politicamente è in mano alla finanzia globale ebrea che schiavizza indebitando e distruggendo le strutture socialmente utili a livello di lingua va a gonfie vele.

Infatti si dice che l'italiano sia la quarta lingua più studiata al mondo e questa stima a mio avviso ha buone probabilità di essere vera.

Quello che colpisce (almeno a me) è che non ha questa posizione in virtù di valori letterari (la letteratura italiana moderna e contemporanea è veramente provincialissima - basta vedere la scrittrice di maggior successo all'estero: Elena Ferrante) ma in virtù di certi settori economici trainanti: cibo, vino, moda, automobili, design, architettura, arte, musica leggera che costituiscono i motori che muovono tante persone nel mondo a innamorarsi della lingua e di riflesso del nostro paese.

Un altro grande motore, e meno noto, sono l'opera e il canto lirico. Sono tantissimi gli studenti che da tutto il mondo vengono in Italia per studiare canto e lingua.

Dispiace, al solito, vedere come lo Stato sia latitante nel sostenere la diffusione della lingua all'estero.

Molto attivo invece nel chiudere gli istituti culturali all'estero (per supposta mancanza di fondi) che erano e sono veri avamposti nella diffusione della lingua.

Ora i veri avamposti moderni e eroi moderni per la diffusione della lingua sono i ristoratori che vivono all'estero, gli agenti di commercio che fanno export, le aziende che fuggono dall'Italia per la tassazione assurda e a causa dei sindacati che hanno immobilizzato e addormentato questo paese nella livellazione dei meriti a favore anche di chi non merita.

Sono eroi i Toto Cutugno, Gli Albano e Romina Power, gli Eros Ramazzotti, le Laure Pausini, i Tiziano Ferro, i vari Zucchero...

A questi eroi io aggiungerei le tantissime scuole di lingua private in Italia e all'estero che vivono vendendo il prodotto "Lingua Italiana", che cercano studenti per vendere la conoscenza di questa lingua, la promuovono alla fine e la diffondono.

Viva l'Italia comunque:

Viva l'Italia
L'Italia occupata
L'Italia dei sindacati
L'Italia del Bomba
L'Italia derubata e colpita al cuore
Viva l'Italia
L'Italia che muore.
Viva l'Italia presa a tradimento
L'Italia assassinata da giornali, politici e cemento
L'Italia piena di escrementi
Viva l'Italia!
L'Italia africana

Sunday 28 August 2016

La retorica del buonismo italiano




Ogni epoca ha la sua retorica.
Per retorica intendo un eccesso di informazione che scade nella disinformazione. La retorica (disinformativa) nasconde un vuoto. Può essere il vuoto politico, culturale, economico, morale...
Il trasformismo e voltagabbanismo italiani ne sono due aspetti. La retorica è soprattutto falsità volta a coprire...qualcosa.
Sì pensi alle falsità storiche sull'unificazione d'Italia; alle stragi perpetrate ai danni di chi nel sud si opponeva al regime Savoia coperte dalla retorica dell'unificazione.
Si pensi agli atroci crimini operati dai partigiani rossi a guerra finita sempre coperti dalla retorica di "rosso è bello", "rosso è libertà" che perdura a tutt'oggi con l'idea che "Sinistra è  bello".
Si pensi infine alle falsità degli USA che dal 2001 sono in costante guerra con il mondo in nome della retorica idea che loro rappresentino l'eccezionalismo democratico da seguire ed esportare.

Se si guarda bene in tutti questi come in altri innumerevoli casi la retorica è caratterizzzata dal buonismo (l'aspetto buonista) della falsità.  In tutti questi casi ogni atrocità è  stata commessa in nome di un Bene comune o superiore.
Ebbene quanto buonismo appare nella retorica degli autoreferenziali politici italiani in occasione di disastri naturali e stragi?
I media anche traboccano di buonismo in siffatte occasioni.
Il buonismo ha effetto virale, basta vederne le ripercussioni sui social media in questi giorni di vittime da terremoto.
Il buonismo retorico è ugualmente  ciò che copre, anima e sostanzia (economicamente è Bruxelles e gli interessi occulti di chi vuole destabilizzare l'Europa che la sostanzia) l'immigrazione sfrenata volta a portare l'Africa e il medio oriente in Europa.
La cultura italiana post guerra a causa del neorealismo e del cristianesimo democristiano da facciata (Renzi ne è un degno seguace) ci ha plagiati di buonismo. Siamo purtroppo figli del "volemose bbene", "itagliani brava ggente" di Anna Magnani e Alberto Soldi...
Per il troppo buonismo questo paese vive un coma irreversibile che porta alla morte.
Abbiamo abdicato al sonno. Ci Siamo consegnati all'ozio perenne, al temporeggiare  fine a se stesso.
Facciamo finta di essere sani e nemmeno più sentiamo il peso della nostra inutilità

Princas VilniuJe
Fabrizio Ulivieri

Wednesday 24 August 2016

Come il cielo d'autunno il cuore delle donne






Ho scritto un libro strano.
Il titolo è "Onna gokoro to aki no sora"un detto giapponese che in italiano suonerebbe "Come il cielo d' autunno il cuore delle donne"..

Innanzitutto è la storia dei tanti universi dell'amore.
Ma è anche la storia della decoerenza della vita,del suo passaggio da uno stato all'altro colti ad un determinato punto della decoerenza.
È un libro che coniuga la realtà prima del mondo esplicito (visibile) fatta di direzioni logiche e leggi fisiche e umane e morali, esistenziali, alla seconda (ma in realtà prima nell'ordine della generazione) fatta di funzioni d'onda, di mondi (universi) impliciti su cui si fonda quello esplicito.
La seconda realtà (di cui si parla apertis verbis nei sunti) è fatta di particelle (bits) che informano la realtà esplicita; è la realtà non di un universo ma di tanti universi che comincia da una Singolarità (Big Bang) e terminerà in una Singolarità (Big Crunch). È una realtà che si autopragramna e programma ogni cosa nell'universo (universi) autoprogrammandosi. È una realtà strana fatta di particelle che sono allo stesso tempo in luoghi diversi, che a distanze impressionanti, di anni luce, possono correlarsi e influenzarsi; dove tutto è possibile. Anche l'impossibile del mondo esplicito diviene qui possibile e trova (forse) spiegazione.
E si parla del libero arbitrio, il nesso indubitabile fra le due realtà: ciò che tu decidi ora potrebbe già essere stato deciso dal programma che tiene in vita l'universo (universi)

È un libro strano ma l'ho scritto, è quasi terminato dopo quasi sei anni.


Princas Vilniuje
Fabrizio Ulivieri

Friday 12 August 2016

Agosto: l'atroce moda solo italiana del tutto chiuso





Si legge che sia iniziata nel dopo guerra, a causa della FIAT. La FIAT chiudeva ad agosto e di conseguenza anche l'indotto (tutte le aziende che lavoravano e collaboravano con la FIAT) era costretto a chiudere ad agosto.
Il boom è stato certamente negli anni Sessanta, Settanta e anche Ottanta. Città vuote, spettrali, turisti che si aggiravano come birilli nel deserto.
A partire dagli anni Novanta la situazione è leggermente cambiata.
Ora ci sono un po' più persone in città (ma sempre poca cosa): a causa della crisi economica, un po' le ferie si scaglionano, alcune aziende hanno scelto di continuare a lavorare...
Ma è comunque sempre e poco cambiato.
Città alla fine vuote, bar irreperibili (devi camminare a lungo per trovarne uno aperto), negozi chiusi...
L'apice sono i giorni attorno al 15, prima e dopo, dove la serrata generale è un must.

Quello che si nota meglio in questi giorni sono i negri (che sono già tanti - troppi - quando ci sono gli italiani in attività), che spiccano di lontano in tutta la loro lucente negritudine e nel loro olezzo inconfondibile.
Ora  ancor più sembra l'Africa vista la latitanza dell'italiano. 
I negri non vanno in vacanza. Gli italiani sì.
In compenso però i negri hanno (spesso) iphone e android che gli italiani si sognano.
Sarà perché gli italiani vanno in vacanza e i negri no?
Non so. Ma una cosa accomuna sempre di più i negri agli italiani, li avvicina e li equipara: il desiderio di apparire e la poca voglia di lavorare.
Diciamola la verità! Con poche eccezioni gli italiani non hanno voglia di lavorare ma vogliono tutti i diritti del mondo.
Come i negri.

Thursday 11 August 2016

Io non mi sento italiano




Una canzone di Giorgio Gaber diceva:

Io non mi sento italiano
...
questa nostra Patria
non so che cosa sia
...
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi
...
Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia


Forse non saremo la periferia estrema, ma come tutte le periferie siamo poco creativi, innovativi, smidollati, senza centro, abulici, disorientati, vegetativi, un po' zombi...
Ma chi ci rappresenta (chi rappresenta questa periferia), il nostro primo ministro, supera ogni aspettativa.
Più volte vedendo le smorfie (da idiota) i contorcimenti facciali, le espressioni ebetiche del volto mi chiedo se il nostro premier sia affetto (più o meno leggermente) da asperger.
Lo sospetto ma non ne sono certo.
Se lo fosse almeno avrebbe una scusa plausibile.

Uno dei ritornelli più comuni fra gli italiani una volta era "Ma perché l'avete votato?".
Ora non possiamo dire nemmeno questo, il sistema che governa il mondo ce lo ha imposto.
Il terzo colpo di stato (dopo Napolitano e Monti) incruento (a differenza della Turchia) in Italia, in meno di un decennio.
Però in tutta onestà mi chiedo come possa, chi lo ha favorito lo appoggia e lo sostiene, aver lo stomaco di guardare siffatta creatura. 
Le sue interviste internazionali in lingua inglese rassomigliano in modo impressionante al comico americano Jerry Lewis.

Ma almeno lui lo faceva per lavoro. 
Il nostro premier lo fa solo per esibizionismo, credo. Non vedo altrimenti la necessità di assumere simili pose davanti a giornalisti allibiti e ironici (al limite di ridergli in faccia).

Dunque quei poteri forti che lo sostengono si chiederanno mai che idiota, nel senso anche etimologico del termine (singolare), abbiano messo al posto di comando?

O forse lo hanno scelto proprio per aver bene inteso l'essenza del popolo italiano: a Firenze, quando era sindaco, mi dicono che lo chiamassero "palle di segatura".
Uno evidentemente poco coraggioso: come il suo popolo, che nemmeno lo ha scelto a rappresentarlo.




Wednesday 10 August 2016

Il mito della privacy

Via www.repubblica.it




La parola privacy è divenuto solo un termine retorico a cui ci si appella per, in realtà, giustificare l'invasione della privacy.
Non esiste la privacy. In nessun modo. Siamo tracciabili in ogni momento.
Esiste il processo di mostrarsi ormai insito in ognuno. Siamo ormai programmati da internet e social media a mostrarci. A mostrare i nostri lati, più intimi e meno intimi.
Come può esserci privacy dal momento che è ferma la volontà di mostrare se stessi in ogni momento della vita?
Alla privacy si appellano ormai e solamente le autorità quando fanno ricorso a misure restrittive e penalizzanti rispetto alla libertà.
Libertà e privacy decrescono pari passo.
Ormai social media e media e internet sono in grado di ri-programmare le volontà di coloro che li usano.
Ci tengono in un flusso aperto e continuo e si autoprogrammano riprogrammandoci.
Matrix è qui, hic et nunc.

Tuesday 9 August 2016

Italia terra di finocchi

via http://meridianamagazine.org/




Il titolo è forse forte e sicuramente non tutti gli italiani sono così ma la maggioranza lo è, in quanto o gay veramente o depallizzati, cioè privi di palle, di coraggio di ribellarsi, di dire le cose come stanno preferendo seguire la cultura depallizzata e sminchiata di quella che era una volta la Sinistra (difatti la "Sinistra" favorisce appoggia e sostiene la lobby degli omosessuali - sicuramente una delle più potenti in Italia)
In Italia non si può parlar male di finocchi, negri, ebrei (di loro è proibito parlarne male in tutto il mondo) e bisogna per forza dire che gay è bello.

Gay non è bello. Gay è nevrastenia, se essere gay significa imporre assurdità come matrimoni o adozioni come cosa legittima e giusta.
Sicuramente favorire questo tipo di unioni aiuta - a lungo termine - a decrementare l'innalzamento della popolazione mondiale assieme alle guerre senza fine che sono in atto nel mondo.
L'orientamento sessuale non mi interessa e non ne parlo. Ognuno sessualmente (e personalmente) ha il diritto di orientarsi sessualmente come vuole ma non di assurgere il suo privato a cultura nazionale.
Gli italiani in generale preferiscono la cultura del piagnisteo, del fighettismo, della comodità, del parlare male alle spalle, del non esporsi mai in prima persona, del non incazzarsi, la politca da Facebook e Twitter, dove l'impegno è solo mediatico e mai fisico (Salvini docet).
L'omosessualità come forma di libertà ad ogni costo è certamente viva solo in stati dove la troppa libertà ha contribuito alla scomparsa di valori forti (solo nelle dittature la cultura di contrapposizione al regime sviluppa valori forti).
In Italia l'individualismo esasperato e il menfreghismo hanno ampiamente sostituito i valori, gli ideali. Oggi l'deale più forte è "farsi i cazzi propri", gridare al mondo intero la propria intimità, sbandierare i propri gusti (non solo sessuali) in modo sfacciato e irritante.
Ma questo è esibizionismo non è avere le palle.
Avere le palle significa anche arrivare allo scontro fisico e armato per difendere i propri diritti.
E nel dire questo penso a tutti quelli che sono morti (di destra e di sinistra) nella Seconda Guerra Mondiale perché credevano in un mondo migliore.
Immagino che se oggi potessero vedere in che mani hanno consegnato il sacrificio delle loro vite la vergogna rabbiosa che proverebbero per se stessi e per il sacrificio estremo che hanno compiuto.


Princas Vilniuje
Fabrizio Ulivieri



Italia o Africa?

Via http://gioschiavinato.blogspot.it/




Italia o Africa?
Sinceramente non lo so. Comincio ad avere dubbi, e forti.
Cammini e vedi solo negri. In alternativa cinesi, filippini, indiani, pakistani, marocchini, albanesi, rumeni, bulgari, singalesi...
Ma sono italiano? Mi chiedo.
Dove sono gli italiani?
Il senso di identità è perso.
Rumore rumore e rumore. È un paese che dovunque produce rumore (basta entrare in una grande stazione e ti sembra il giorno del giudizio). E ben si adatta ai vocioni dei negri.
Razzista?
Se per razzista si intende la perdita della propria identità e cultura a favore di corpi estranei e nocivi, allora si sono razzista. E felice di esserlo.

Ma perché nessuno mai si arrabbia in questo paese?
Perché nessuno mai dice che è divenuto un paese toppato come la pelle delle mucche? In cui il nero dilaga sul bianco. In cui l'estraneo e più forte dell'indigeno?
Per un motivo. È un paese di gente senza palle.
Un paese depallizzato.




Princas Vilniuje
Fabrizio Ulivieri

Aboding monsters

being by faith forgotten being in sin befallen the same man has gotten from innocence swollen raised and delv'd his night high monsters ...