Thursday 30 December 2021

L'uomo in rivolta e la rinascita di Dio


Tratto dal mio Libro in corso di scrittura "A New Normal"

Inutile
mi annoio
incapace mi trastullo
aspetto un segno
che so verrà
e non dispero.


Il rosario era un atto quotidiano che si compiva fra mille altre piccole cose. Il caffè la mattina, una camminata per la foresta, il lavoro, gli esercizi per rimuovere l’ernia inguinale che lo tormentava (da dopo che era stato malato aveva temporaneamente smesso gli esercizi di Muay Thai la sbarra e le flessioni), la cena, il sonno… erano atti quotidiani e ormai il rosario anche era divenuto un atto quotidiano a cui più non poteva rinunciare, perché da quell’atto dipendevano tutti gli altri atti.

Da molto tempo pregava il rosario invocando la Madonna che intervenisse a “tirar giù” i criminali psicopatici che avevano inscenato la più grande farsa della storia dell’uomo con lo scopo di decimare la popolazione mondiale e renderla schiava, in un ordine satanico che mirava a distruggere l’immagine di Dio insita nell’uomo operando sui corpi, di modo che l’anima che appartiene a Dio arrivasse a rinnegare se stessa e Dio medesimo.
Fin dall’inizio aveva designato il rosario come la sua arma più efficace, non avendo altro a cui aggrapparsi nello stato di isolamento in cui si trovava. Vi si era dedicato come un vero miliziano, credendo nella forza della sua battaglia e delle sue armi.
Quando cominciò a sentire le notizie che rendevano imminente la morte dell’Antipapa in Vaticano, le voci che davano i cardinali in stato pre-conclave, che una TV inglese in diretta aveva annunciato prematuramente la morte dell’Apostata che sedeva sul soglio di Pietro, che vari tabloid di lingua inglese davano per sicuro che non sarebbe sopravvissuto oltre il 2022 a causa di due tumori allo stomaco (ma vi era anche chi sosteneva che fosse morente a causa delle due vaccinazioni a cui si era sottoposto), che
il dottore personale dell’Antipapa apostata era morto, stranamente, di covid si diceva (ma chi muore stranamente in Vaticano, lascia una lunga scia di sospetti), che Piazza San Pietro era stata altrettanto stranamente chiusa al pubblico per diversi giorni senza una spiegazione, allora si rese conto che una forza potente operava dietro tutto questo.
Strane cose, quotidiane, annunciavano un’operazione grande. Immensa. Annunciavano la rimozione di uno dei pilastri della farsa messa in atto dai poteri massonici che operavano nella chiesa al servizio del governo ombra dei 38, che hanno in mano il mondo. Il controllo della chiesa era uno di punti capitali del Nuovo Ordine Mondiale. Moriva il “papa” impostore e rimaneva in vita il papa che era stato estromesso dai poteri massoni infiltrati, ma che mai aveva rinunciato al munus, rivelandosi come katechon.

E tutto passava per quella corona, tutto iniziava da quella corona, da quel pregare continuo e meccanico giorno dopo giorno, come un semplice atto quotidiano.

Una cosa che però accompagnava la quotidianità di quei giorni era un grande segno di stanchezza. E quella stanchezza diveniva il centro di ogni atto, per cui ormai più non poteva sottrarsi alla domanda: perché questa grande stanchezza, questo completo distaccarsi da ogni forma di arte e di cultura? Una noia che derivava da quella stanchezza e si riversava verso tutto ciò che aspirava ad essere arte e letteratura, filosofia. Trovava sollievo solo nei poemi di Ungaretti, per la loro brevità secchezza e istantanea illuminazione gli concedevano abento davanti alla noia che gli procuravano le scritture lunghe, prolisse e inconcludenti.

Non bastava la pandemia lunga, infinita, senza limiti e monotematica. Forse da questi due anni di ripetizione continua gli derivava il senso di stanchezza e di noia verso tutto ciò che non fosse sintetico e concludente. Dappertutto si affacciavano Soloni, Cassandre, sproloquiatori di professione, gatekeepers, voltagabbana, leccaculo, e soprattutto ripetitori all’infinito di tematiche decise altrove, oltre le loro modeste capacità di orizzonte, epigoni di una linea di pensiero a cui si accodavano come servi o per corruzione, o per criminalità o per inettitudine e ignavia.

D‘improvviso capì. Il suo rigetto non era una fuga ma un segno di rivolta. Dal disgusto iniziava la sua rivolta.

Era un uomo in rivolta fin dall’inizio e non se ne era accorto. Non si era accorto che il mondo era in rivolta, la storia dell’uomo era in rivolta, e Dio che De Sade, Nietzsche, Dostoevsky a suo modo, e Camus avevano negato, ritornava prepotente, rinasceva e aveva smesso di morire.

Ma l’uomo in rivolta tira seco un problema urgente: la morte. Un uomo che si rivolta deve imparare a fronteggiare la morte, prepararsi alla morte, saper scendere nella morte, credendo in un’altra vita dopo la morte o se non vi crede prepararsi allora a scendere nel Nulla. Nel Gorgo.
Chi scende nel Gorgo, vi scenderà muto con il rimpianto di dover lasciare tutto, o vi scenderà con la disperazione di chi ha fallito.
Chi volerà a un’altra vita volerà con la gioia e nella la fede, perché senza fede mai attraverserà il confine fra questo mondo e quello dell’altra vita.
Lui sapeva di credere ma non sapeva se davvero aveva fede. E questo era il suo dramma. In lui era rinato Dio, ma la fede non si era completata. Non era così forte come avrebbe voluto. Solo nella fede aveva capito poteva prepararsi alla morte. Per quello, anche, la sua rivolta rimaneva incompiuta. Chi ha paura di morire non può veramente rivoltarsi.
Eppure sapeva, era certo che Dio sarebbe intervenuto, avrebbe fatto la sua venuta in questo mondo impazzito. Ne aveva la certezza assoluta. Aveva ricevuto segnali evidenti dell’assistenza di Nostra Signora, la Madonna, alla sua vita personale. Lo aveva toccato con mano, come l’apostolo Tommaso. Credeva ciecamente nella forza e nella potenza del rosario. Perché allora non aveva piena fede nell’aldilà?

Si poneva questa domanda e non riusciva a rispondersi.
E lo tormentava.

Il cuore, il cuore si spenge. Fu un soffio. Quasi un sussurro. Il solito sussurro. Parla meno con gli uomini e più con me. E cielo e terra si unirà.

Tuesday 21 December 2021

Apartheid

 



Mattina

Ha il colore dell'incertezza

e della speranza anche

e dei segni che potrebbero tradursi

in quello per cui sono stati cercati


Pomeriggio

Ha il sapore del sonno

del dubbio che gonfia

della costanza di voler continuare e non mollare


Sera

Ha il dolore del cibo

mangiato male 

del dolore di pancia di un cibo indesiderato

della delusione di aver perso la direzione

dei segni del mattino


Notte

Ha l'inquietudine del buio

del sonno che non viene

di un tunnel oscuro 

alla cui fine non vi è luce

e della pace che non viene



Sunday 19 December 2021

E il segno è arrivato

 







E il segno è arrivato

e di nuovo ha parlato

parla di cose

inutili per altri

stolte

quotidiane

ma è un segno forte

come il sentiero della foresta

che traccia muto

e netto

e inequivocabile

così 

in mezzo alle mie cose

allora

io credo

Saturday 18 December 2021

Un segno che verrà

 


Inutile

mi annoio

incapace mi trastullo

aspetto un segno

che so verrà

e non dispero.

Thursday 16 December 2021

La forza del rosario

 



Dal Rosario si può ottenere tutto. È una lunga catena che lega il cielo e la terra. Una delle estremità è nelle nostre mani,l’altra in quella della Madonna.
(Santa Teresina di Lisieux)

E quando arrivava era dolce.
Non si può dire no. È una dolcezza a cui è impossibile sottrarsi. È piacere, è gioia. È dire finalmente sì a qualcosa che vuoi, che hai cercato e voluto ma non avevi la forza. Anche se disperatamente l’avevi voluto, ti sentivi in colpa, non riuscivi, ma pregavi che ti desse la forza di accostarti di nuovo e più a lungo a quella preghiera ma sentivi di non avere la forza.
Ma è così. Devi attendere. Inutile che forzi. E quando ti chiama, è leggerezza, è piacere di ubbidire.
E così quando arrivò quel momento seppe che poteva e che non avrebbe sofferto, perché sì, talora la preghiera lo stancava. E c’erano giorni che faticava a dire tutto il rosario, arrivava alla fine come fosse stato percosso, scosso in modo brutale da un peso insopportabile.
Ma ora quella mano lo afferrava e lo tirava su verso il cielo, dall’altra estremità.
E lui sapeva, che era la sua sicurezza e la sua protezione.

Quella dolcezza si contrapponeva alla follia che regnava nel mondo senza Dio. Che era fuori in tutta la sua oscenità.
Scoppierà. Verrà giù. Si ripeteva spesso.
Non può durare. È tutto troppo illogico, folle, contro natura, che presto comincerà a venir giù. Non può continuare.
E quella dolcezza a cui lui si sentiva di appartenere, capiva che poteva fare breccia in quel tumore che là fuori si stava gonfiando a tal punto che non poteva che esplodere, versando fuori tutto il pus che lo aveva fatto gonfiare oltremodo.
Obbligare alla vaccinazione i bambini, avrebbe potuto essere il detonatore. Avrebbe potuto essere l’inizio del crollo.
Il dolore che deriverà dalla morte o dalle malattie gravi di tanti bambini sarà intollerabile. Farà aprire gli occhi a molti. E molta rabbia schiumerà dalla bocca di genitori, anche da quella dei più ciechi.
L’intenzione è di sterminare l’umanità. Cominciare dai bambini è come cominciare dal taglio delle radici per far seccare un albero il prima possibile.
Molti genitori ora ciechi, perderanno la mente, inizieranno a chiedersi dov’è Dio. Lo bestemmieranno, ciechi come sono nella loro cecità.

E gli uomini bestemmiarono il nome di Dio
che ha in suo potere tali flagelli, invece di pentirsi per rendergli gloria
(Apocalisse 16.9)


E allora scaglieranno la rabbia sui politici, sui dottori, sui giornalisti che hanno mentito e sarà una caccia all’uomo. La consapevolezza di essere loro stessi condannati alla morte, per aver scelto di essere inoculati, il dolore di aver visto morire i loro figli, darà loro una sete di vendetta che sarà difficile fermare, estinguere. Sarà violenza, morte, sangue, vendetta.

Posò il rosario. Guardò fuori dalla finestra. Quella finestra era stata il suo contatto con il mondo esterno per tutto il mese che era stato malato. Si stava faticosamente riprendendo.
Pioveva. Dopo la neve la pioggia, che portava via la neve sporca e soprattutto il ghiaccio che era il nemico di ogni passo che facevi. Era facile scivolare e volare a gambe all’aria.
Ne fu contento. Odiava camminare come se si movesse sui trampoli. Soprattutto ora che era più debole e camminava con fatica.
Guardò fuori vide gli alberi sparuti, come scheletri sopravvissuti al freddo che li aveva spolpati, vide il verde scuro, brullo, che la neve sciogliendosi, lasciava dietro di sé.
Alzò gli occhi verso il cielo. L’aria aveva una luce nuova, che sebbene il cielo fosse grigio e coperto, era una luce inattesa. Una luce che dava speranza, e sembrava profferire parole nuove.
Parole che avrebbero parlato nella quotidianità, si sarebbero rivelate nella loro verità nelle piccole cose della vita quotidiana.
Oh sì, come era vero! Lui lo aveva esperimentato.
La parola di Dio, e l’aiuto di Nostra signora, dovevi cercarlo negli atti modesti di quello che accade ogni giorno. E lui aveva ricevuto i doni di quelle parole nelle piccole cose che gli avevano permesso di andare avanti e non essere travolto dalla pazzia che dominava nel mondo, che è potente e forte.
Quel parlare attraverso le piccole cose confondeva e ingannava, sfuggendogli, ciò che è potente e forte nel mondo.
Quel potere che tutto voleva tracciare e controllare non riusciva a rilevare i segnali di una parola più forte che stava dietro le piccole cose.
Da lì veniva a lui l’aiuto e la protezione.
Dalle piccole cose, quelle che parevano insignificanti.

Tuesday 7 December 2021

La grande importanza del senso della malattia

 



Una malattia nella vita di una persona è, per quanto non atteso e gradito, un momento apparentemente normale. Normale, nel senso che càpita o può capitare di essere malati. E' una parte integrante della vita. E qui sta l'errore.

Spesso la malattia viene vissuta in modo negativo, nel senso di un' interruzione della propria quotidianità, vista come positività invece, come se la quotidianità fosse il bene più a portata di mano nella vita di una persona.

Eppure, ci sono dei segni contrari. E quei segni non sono facili da interpretare. Per interpretarli bisogna innanzitutto accettare la malattia, come un bene, e nient'affatto negativa. La malattia interrompe la quotidianità che copre il senso vero della vita, lo occulta. La malattia dà l'opportunità di riscoprire il senso vero della vita.

Quei segni ce li abbiamo davanti agli occhi, sono dentro di noi, nella sofferenza stessa che patiamo. Costituiscono un flusso che entra dentro e ci parla; ma solo se siamo disposti ad accettare la malattia come un bene, un dono, ci introduce alla sua lingua.

Perché la malattia ha una lingua, e logica. Si deve seguire la sua logica per capirla. E la lingua è fatta di immagini che si proiettano nel futuro non facili da essere viste e soprattutto difficili da sottrarre all'abitudine della quotidianità che ti fa pensare che la vita sia sempre quella: quella che viviamo ogni giorno e finiamo per pensare che che sia l'unica vita possibile.

Si seguano dunque i segni che si rivelano dalla malattia, gli impulsi profondi della malattia, e potremo ricominciare a reimpostare la vita scivolando via dalla copertura azzerante della quotidianità e a cominciare a seguire la voce interiore della lingua nuova che ci parla dentro e aspetta il nostro consenso per guidarci altrove, strappandoci dalla cecità della routine che ci aveva fatto cadere nel peggiore dei mali possibile: l'appiattimento del quotidiano.



About anxiety and dreaming spirits

Only dreaming spirits are anxious because they are full of Spirit. Are animals full of spirit? Are stupid people full of spirit? Children a...