Tuesday 28 September 2021

Il Greg - blogger di fama

 






Il Greg, un faro del web bannato.
Ho cominciato a seguirlo dall' inizio della "pandemia", postavo sulle sue pagine Facebook. Ne uscii perché invitò ad uscire tutti quelli che sostenevano il generale Pappalardo.
Pappalardo poi ha denunciato limiti strategici, è apparso ondivago, forse anche mal consigliato e ha perso tutto quello che con la sua grinta di leader aveva costruito di buono all'inizio.
Ho smesso di seguire Pappalardo, per i motivi detti sopra, ma onestamente non ho mai avuto la sensazione che fosse un disonesto, mi è sempre apparso come una persona onesta.
E mi pare che ora abbia pagato il prezzo della sua onestà, essendo stato degradato. Un'infamia.

Ma ritorniamo al Greg.
L'ho seguito poi su You Tube, poi ha fondato un canale a pagamento a cui però non ho aderito. Non ho capito bene che gli sia successo e me lo ritrovo su Telegram. Che seguo/-ivo con piacere. Poi ha cominciato a dar segnali di essere al picco della sua ὕβρις.
E' sicuramente una mente fine, uno che sa vedere. Mi piace(-va) ascoltarlo, ti dà(-va) sempre la visione di un particolare a cui magari non avevi mai pensato.
Ma ultimamente mi sembra anche lui diventato autoreferenziale, troppo autoreferenziale, unicamente autoreferenziale, la malattia di tutti i politici che hanno travalicato la propria ὕβρις, fondando se stesso come il centro di tutta l'intelligenza umana. 
Mi sembra che stia esagerando.
Se capisco bene dal suo ultimo intervento sui gatekeeper, quello in cui ho scorto il picco della sua ὕβρις, l'unico che si salva è lui. Nessuno si salva. Nemmeno quelli che prendendo certe posizioni rischiano carriera e stipendio.
Se devo essere onesto, concordo con lui che molti dei personaggi che oggi cavalcano il mainstream della controinformazione sono dubbi, soprattutto quelli che si schierano con Monsignor Viganò (del perché, rimando agli interventi puntuali di Don Minutella).
Ma la sua ὕβρις tracotante mi pare che oggi lo stia spingendo verso un vicolo cieco che si chiama ottusità. Per un semplice motivo: lui è l'unico che parla dentro la verità assoluta, ergo non ha bisogno nemmeno di dubitare. Il dubbio non gli appartiene. Ha perfino oltrepassato Descartes.
Io ho imparato una cosa nella vita: se non sei disposto a metterti in gioco, se pensi di sapere tutto, di avere sempre ragione (e oggi nel web tutti sembrano così, tutti veggenti e possessori della verità assoluta, che avevano previsto tutto), ecco allora, a quel punto, sei alla fine. E diverrai solo un infecondo creatore.
Mi sembra che il Greg, sia arrivato a questo punto.

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Monday 27 September 2021

La natura umana della massa esposta nel De Civitate Dei di Agostino - II

 






L'essere né caldo né freddo è un altro aspetto della natura umana della massa, che concerne quella parte dei boni, quelli che noi chiamiamo gli ignavi, che non prendendo posizione e perciò conducendo un'esistenza unicamente volta al mantenimento del loro status, li rende predisposti alla schiavitù del proprio egoismo personale in vista della salvaguardia del piacere che gliene deriva.

E in ciò si associa (simul) ai mali, ai corrotti e criminali, che invece operano di proposito per far andare il mondo in una certa direzione, che in ultima analisi ha come mira la schiavizzazione dei boni, deboli e incapaci di uscire dal proprio stabulum.
E per questo sono paragonabili ai mali, perché non opponendovisi ma dando loro direttamente o indirettamente il consenso, acconsentendo ai loro diktat, divengono parimenti colpevoli e non meritano trattamento diverso.
L'Apocalisse (3:15-16) in questo è tranchant

Scio opera tua, quia neque frigidus es neque calidus. Utinam frigidus esses aut calidus!
Sic quia tepidus es et nec calidus nec frigidus, incipiam te evomere ex ore meo.

"Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Oh fossi tu pur freddo o caldo!
Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo né caldo, io ti vomiterò dalla mia bocca."

Anche qui, nel passo sotto,  Sant'Agostino individua bene, con il suo linguaggio che ovviamente rispecchia i tempi e riferimenti della sua formazione culturale e spirituale, la natura ignavia di chi acconsente per codardia o infingardaggine.

Non mihi itaque videtur haec parva esse causa, quare cum malis flagellentur et boni, quando Deo placet perditos mores etiam temporalium poenarum afflictione punire. Flagellantur enim simul, non quia simul agunt malam vitam, sed quia simul amant temporalem vitam, non quidem aequaliter, sed tamen simul, quam boni contemnere deberent, ut illi correpti atque correcti consequerentur aeternam, ad quam consequendam si nollent esse socii, ferrentur et diligerentur inimici, quia donec vivunt semper incertum est utrum voluntatem sint in melius mutaturi.***

"Non mi sembra una ragione di poco rilievo che anche i buoni siano colpiti con i cattivi dal momento che Dio vuole punire la immoralità anche con la calamità delle pene nel tempo. Sono puniti insieme non perché conducono insieme una vita cattiva ma perché amano insieme la vita nel tempo, non in maniera eguale, comunque insieme. I buoni dovrebbero averla in minor conto affinché i malvagi efficacemente ammoniti conseguano la vita eterna. E se non volessero esser compagni nel conseguirla, dovrebbero esser sopportati e amati come nemici, giacché finché vivono, non si sa mai se non muteranno in meglio il proprio volere."

***De Civitate Dei I, 9-3

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Tira giù i folli madre - preghiera

 


Basta odio, Madre
basta il brutto che ci circonda
dà noi un po' di pace.
Siamo stanchi, Madre.

Noi, che cerchiamo 
diperatamente te,
siamo stanchi,
non abbiamo più pace
nel cuore.

Tanto odio, tanta menzogna,
tanta lotta senza fine
con i dèmoni, spossa.

Siamo esausti, Madre.
Porta noi la pace, finalmente.
Porta la bellezza e l'amore,
finalmente.

Tira giù i folli
il seguito dei loro dèmoni
tira giù i folli inganni
di loro.
Il loro odio, la sete di avere tuttto
per solamente distruggerlo.

Dona noi la tua spada,
sprona il tuo cavallo,
mettiti alla testa di noi,
dà la pace della vittoria.

Siamo pochi
che aspettiamo,
siamo pochi che crediamo,
siamo i pochi che credono
che vinceremo
con te, sempre.
Nel segno della tua spada 
e del tuo cavallo
che aspetta e freme
nel furore dell'attacco,
vicino.


Sunday 26 September 2021

La natura umana della massa esposta nel De Civitate Dei di Agostino - I







Leggendo il De Civitate Dei di Agostino, un libro la cui analisi parte dalla caduta di Roma del 410 d.c. sono rimasto sorpreso dalle tante similarità con il momento di grande caduta in cui ci troviamo ora e quello che descrive Sant’Agostino che dovette essere un momento simile per l’intensità con cui un mondo, quello dell’impero romano, giungeva a fine, chiudendo una civiltà durata secoli, come la nostra attuale.

Sotto proponiamo uno dei tanti passi che ci ha impressionato per somiglianza nel descrivere la natura umana della massa infingarda.
In questo passo, al di là del linguaggio ovviamente radicato in riferimenti altri rispetto al linguaggio che potremmo usare oggi per esprimere la stessa intensità di caduta globale, si coglie bene il senso di comodità amata dalla massa timorosa di andare contro i corrotti e i criminali che stanno al potere per paura di perdere tutto ciò che hanno acquisito nel tempo, preferendo vivere, allora come ora, nell’egoismo del proprio stabulum che ribellarsi ed esporsi e denunciare i crimini e le angherie, che potrebbe solo fargli perdere il benessere raggiunto, che è il sunto dell'ignavia della vita loro.
E finiscono così per vivere, dunque. nella paura di dire quello che pensano, nella paura di perdere tutto, nella paura della morte, tutto quanto radicato nel loro egoismo animale di esseri di massa.

Non solum quippe infirmiores, vitam ducentes coniugalem, filios habentes vel habere quaerentes, domos ac familias possidentes, multa temporalia, multa terrena libenter adipiscuntur et moleste amittunt, propter quae non audent offendere homines, quorum sibi vita contaminatissima et consceleratissima displicet; verum etiam hi, qui superiorem vitae gradum tenent nec coniugalibus vinculis irretiti sunt et victu parvo ac tegimento utuntur, plerumque, suae famae ac saluti dum insidias atque impetus malorum timent, ab eorum reprehensione sese abstinent, et quamvis non in tantum eos metuant, ut ad similia perpetranda quibuslibet eorum terroribus atque improbitatibus cedant, ea ipsa tamen, quae cum eis non perpetrant, nolunt plerumque corripere, cum fortasse possint aliquos corripiendo corrigere, ne, si non potuerint, sua salus ac fama in periculum exitiumque perveniat, nec ea consideratione, qua suam famam ac salutem vident esse necessariam utilitati erudiendorum hominum, sed ea potius infirmitate, qua delectat lingua blandiens et humanus dies et reformidatur vulgi iudicium et carnis excruciatio vel peremptio; hoc est, propter quaedam cupiditatis vincula.***


"Or vi sono individui più deboli che menano vita coniugale, hanno figli o desiderano averli, posseggono casa e famiglia. Costoro con piacere conseguono molti beni temporali e terreni e con dolore li perdono, quindi per mantenerli non osano affrontare coloro la cui vita peccaminosa e delittuosa, a loro avviso, è reprensibile. Ma anche quelli che hanno raggiunto un grado più perfetto di vita, non sono intralciati dai legami coniugali e si limitano nel vitto e nel vestito, nel temere le macchinazioni e la violenza dei malvagi contro il proprio buon nome e incolumità, per lo più si astengono dal riprenderli. Certamente non li temono al punto da giungere a compiere simili azioni a causa delle intimidazioni e perversità dei malvagi. Tuttavia spesso non vogliono rimproverare le azioni, che non compiono assieme ai disonesti, sebbene potrebbero col rimprovero correggerne alcuni, perché, se non riuscissero, la loro incolumità e buon nome potrebbero subire un grave danno. Non lo fanno perché considerano il loro buon nome e la vita indispensabili all'educazione degli uomini, ma piuttosto per debolezza perché fanno piacere le parole lusinghiere e la vita serena e si temono il giudizio sfavorevole del volgo, la sofferenza e la morte fisica, cioè a causa di certi legami della passione e non dei doveri della carità."

***De Civitate Dei I, 9-2

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Saturday 25 September 2021

Non credete a tutto quello che vi racconta la controinformazione sul web, è quasi sempre fuffa da meme

 







Qualche tempo fa ho avuto modo di inviare delle email ai quattro/cinque maggiori canali informativi di controinformazione presenti sul web, riguardo a quanto sotto.
Avevo ascoltato nel sito dell'avvocato Reiner Fuellmich  Stiftung Corona Ausschuss  una dirompente intervista al dottor David Martin QUI. in cui affermava che i vyruus erano nati come armi bio-logiche.
Di nuovo in un'altra intervista QUI allo Stew Peters Show il dottor David Martin approfondiva l'argomento spiegando meglio come il vxxine non sia in nulla un vxxine ma un'arma bio-logica che viene inoculata e che vorrebbe essere soprattutto usata sui militari USA. Il che fa presupporre che si voglia indebolire un'intero sistema militare. Si chiariva benissimo il ruolo di Fauci di Moderna e della stampa nella pianificata operazione di questo γένος-cidio.
Avevo infine ascoltata un'altra intervista sempre al dottor Martin su Brighteon di Mike Adams QUI dove approfondiva e apertis verbis dichiarava che il vxxine era un attentato alla persona umana.
Come se non bastasse una  ex impiegata della Pfizer, Karen Kingston, ribadiva le parole del dottor Martin sempre nello Stew Peters Show, QUI, asserendo che i vxxine siano sempre un'arma biologica e che a questo primo giro vengono usati per testare la capacità di quanto ossido di grafene possono tollerare gli umani prima di morire schiattati, ma che il prossimo turno sarà quello di collegare l'umano al Cinque Dži e all'AI.
Avevo fatto riferimento al fatto che La FOIA, agenzia governativa americana (https://www.foia.gov/) aveva chiesto a 40 agenzie governative nel mondo la prova del vyruus isolato secondo i postulati di Koch, ma nessuna di queste ne ha fornito prova. 40, parliamo di 40 istituzioni governative, che non avevano fornito la prova.
Qui citavo molti link a video e articoli e websites.
Ne riporto solo un paio QUI e QUI, ma erano almeno una decina. Che la famosa variante Δέλτᾱ è un'altra fallacy. QUI.
Infine che le ricerche del dottor Robert O. Young, QUI, confermavano senza ulteriori dubbi che il sangue dei vxxnadi contiene, ossido di grafene, parassiti e metalli e non faceva che confermare che chi si inoculava il siero di breve vita non poteva andare incontro a una lunga vita.

Ebbene, cosa avrebbe fatto un vero giornalista che ama la verità, come dicono di amare questi meme del web che fanno controinformazione usando fuffa trita e ritrita? Avrebbe almeno risposto, avrebbe di sicuro provato ad indagare, troppe le evidenze, troppe le auctoritates che parlavano, non poteva essere un bunch di falsità.

No, nulla di tutto questo, neanche una risposta***, né dopo settimane e settimane un accenno nelle loro narrative che abbiano cercato di cambiare la narrativa della fuffa memetica che insiste a definire vxxne quello che è arma bio-logica.

Mi chiedo perché. Non credo che siano in malafede, anche se per qualcuno di loro i signa del gatekeeper qua e là appaiono. Non credo che sia mancanza di coraggio, alcuni hanno dimostrato coraggio.
Credo qualcosa di molto più semplice: PIGRIZIA mentale e fisica. Nessuna voglia di mettere in gioco quella narrativa che fino a qui gli ha dato credibilità sul web.
L'italiano in fondo è un pigro infingardo, che gli piace riposare dove sta bene, non fare mai il passo più lungo dell gamba, a cui piacciono le comodità acquisite.
Mi vengono in mente certuni di una nota rivista che vanno in giro per l'Italia a fare forme di dissenso organizzando aperitivi.
Un popolo comodone e con la pancia troppo piena che si bea di essere piena, non vi è dubbio.

Salvo poi, fra non molto, quando diverrà talmente evidente che i vxxine sono biowea..po...ns, dire che lo avevano predetto, che lo avevano detto prima di tutti, che sembra ormai divenuto lo sport primario di tutti questi Nostradamus del web controinformativo.

***Solo uno in verità ha risposto e ringraziato ma non ha fatto nulla poi, nel senso che ha iniziato a fare dei video sui vxxni ma ha sposato la tesi ufficiali della fuffa, cioè che i vxxini sono comunque vxxni anche se impropri.

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Wednesday 22 September 2021

La via della foresta - X Takas

 




Proseguiamo la nostra analisi della via della foresta. Una forma di dissenso spirituale interiore che prepara a quello esteriore.


Illud est culpabile, quod hi, qui dissimiliter vivunt et a malorum factis abhorrent, parcunt tamen peccatis alienis, quae dedocere aut obiurgare deberent, dum eorum offensiones cavent, ne sibi noceant in his rebus, quibus licite boni atque innocenter utuntur, sed cupidius, quam oportebat eos, qui in hoc mundo peregrinantur et spem supernae patriae prae se gerunt. (Sant’Agostino)

“È da considerarsi colpa il fatto che coloro i quali vivono onestamente e detestano le azioni dei malvagi, sono tuttavia indulgenti con i peccati degli altri che dovrebbero redarguire o rimproverare. Lo fanno per evitare le loro reazioni perché non nuocciano loro nelle cose che i buoni usano lecitamente e onestamente ma con desiderio più intenso di quanto sarebbe opportuno per chi è esule in questo mondo e professa la speranza di una patria superiore”

Queste parole di Sant’Agostino mettono a nudo quale coscienza debba avere il Waldgänger, una coscienza di confine di chi è esule dal mondo che lo ha rigettato ma è centrato nel mondo che scopre lungo il takas. E’ oltre quelli che vivono dissimiliter, e anche oltre la massa che che offende (offensiones) coloro che dissentono dalla massa e che tuttavia ancora credono più del lecito (cupidius) nei mezzi comuni che lo stato mette a disposizione per dissentire formalmente (ne sibi noceant in his rebus, quibus licite boni atque innocenter utuntur) e questo purtroppo li trattiene dall’indirizzarsi verso quella strada, takas, dove tutto quello che accade è racchiuso nella parola di Dio e nel suo disegno divino, e che metro dopo metro, curva dopo curva gli si dischiude, sotto il peso di una croce che metro dopo metro, curva dopo curva gli diviene più leggera.

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Sunday 19 September 2021

La swerve comincia da lontano - I Vitelloni di Federico Fellini (1953)




Il modo di essere del nuovo intellettuale non può più consistere nell’eloquenza, motrice esteriore e momentanea degli affetti e delle passioni, ma nel mescolarsi attivamente alla vita pratica, come costruttore, organizzatore, “persuasore permanentemente” perché non puro oratore – e tuttavia superiore allo spirito astratto matematico; dalla tecnica-lavoro giunge alla tecnica-scienza e alla concezione umanistica storica, senza la quale si rimane “specialista” e non si diventa “dirigente” (specialista + politico) - Antonio Gramsci

In un pomeriggio grigio e pieno di pioggia e uggioso di metà settembre, nel paese dove vivo, che potrebbe essere paragonato a uno dei peggiori novembre in Italia mi è capitato di rivedere il film di Fellini "I Vitelloni".

E' un film del 1953. Un'altra Italia. Dal mio punto di vista la vera Italia, quella che mi ricordo, ancora immersa nella tradizione contadina e cattolica di Papa Pio XII, ante Concilio Vaticano Secondo che ha travolto poi l'Italia con il modernismo e il relativismo.

Eppure già vi si scorgono i prodromi del disastro attuale. E mi ritengo fortunato a poter fare questo confronto, ad aver vissuto e vivere entrambe le realtà.

Il primo signum è la comparsa di Alberto Sordi, un attore che io ritengo responsabile, al pari di Berlusconi che però ha solo concorso l'ultimo ventennio a rimbecillire un popolo che già nel film di Fellini era pronto a ricevere i signa che prefiguravano l'attuale imbellità e ignavia del popolo italiano.

Dicevo di Alberto Sordi, un attore che ha contribuito con i suoi personaggi a costruire la figura dell'italiano codardo, vigliacco, opportunista, falso, bugiardo ma che alla fine ha sempre, seppur meschino in tutto, un grande cuore. Lo ritengo altamente colpevole di aver influenzato e convinto con i suoi personaggi il popolo italiano che si potesse vivere, approfittare della vita e far carriera seguendo i suoi stilemi.
Uno stilema su tutti è il gesto del manico dell'ombrello che fa dalla macchina verso i lavoratori.

I vitelloni sono sicuramente la visione di un popolo infingardo, infantile, mendace che agisce solo per soddisfare le opportunità e i propri infantili egoismi e sempre pronto a rinnegare se stesso quando gli convenga. Il carattere che nel film meglio esemplifica questo oltre ad Alberto (Alberto Sordi) è Fausto (Franco Fabrizi).
Soprattuto il cibo, è l'onnipresente divinità italica, che incombe anche nelle situazioni più drammatiche, rassicurando la pancia potrai affrontare e accettare anche il destino più tragico, come quando scomparsa Sandra, moglie di Fausto, con la bambina  entrambe introvabili, e  si  teme il peggio, il meschino protoitalico di tutti gli italici di oggi, Alberto (Alberto Sordi- sic!), si preoccupa di mangiare innanzitutto e non della sorte di Sandra e della bambina.
Quando agli italiani si toglierà il piacere principe della pancia solo allora questo popolo (la maggioranza) imbelle e egoista troverà la rabbia della rivolta. Non prima. Inutile illudersi. E' un popolo con la pancia troppo piena per ribellarsi.

Mi hanno anche colpito gli accenni di omosessualità abbastanza evidenti nella figura dell'attore ormai sul viale del tramonto Sergio Natali (Achille Majeroni) e suggeriti (pedofilia pure?) anche e probabilmente dalla immatura quanto malinconica ed enigmatica figura di Moraldo (Franco Interlenghi). Omosessualià che se in quegli anni saliva in superficie come latenza di una passione carnale personale oggi ha dilagato nell'omosessualismo ideologico e autoritario. O i riferimenti a presunti autori di scarsa talento che magari poi nella realtà, come Pavese di cui salvo solo un paio di poesie e Vittorini e Moravia...e che rivedo nella figura del commediografo Leopoldo (Leopoldo Vannucci), che pur non dotati si sono potuti solo affermare con il sostegno del PCI, senza il quale non avrebbero avuto chance.

A distanza di anni il film mi appare come modesto, lento, con uggiosi insistimenti sulla Weltanschauung felliniana del mondo sub specie circi, tanto caro a Fellini. e sul mito, in quegli anni molto radicato, del "partire", dell' "andare via", che oggi è diventato non più un mito ma una condanna sofferta particolarmente da quegli italiani capaci, intelligenti, coraggiosi che non si vogliono piegare alla dittatura che in Italia, come ha rilevato recentemente Cacciari, è in fieri da circa 15 anni. 
Allora era un mito di libertà oggi è un esilio forzato.
Mito della libertà tout court che, estrapolandolo dal film, sembra appunto celare molto di più, ovvero il disagio incipiente verso la famiglia che sfocerà nel disastro del Sessantotto, culminando nell'aperta ribellione verso la famiglia e ogni ordine di potestas  non solo del paterfamilias ma di qualsiasi altra auctoritas sociale o religiosa. Prodromo, per di più, di ogni libertà verso l'autodistruzione di ciascun valore tradizionale fagocitato poi ad infinitum dal marxismo degli intellettuali organici tanto cari al PCI.
E questa Italia di oggi, quella che vediamo felice di essere schiava e tiranneggiata ( la maggioranza) da quelli che liberamente vengono accettati come classe dirigente al potere e divengono i loro propri aguzzini criminali, è il risultato di quei signa che già fanno capolino nel film di Fellini, I Vitelloni, e che allora illudevano il popolo come segnali di un nuovo mondo migliore e più felice rispetto al tetro mondo della tradizione.


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La via della foresta Takai VIII e IX





Continuo a Postare sparsim le mie riflessioni sui Takai e il Waldgänger. Ovvero di uno spostamento che si verifica nella vita di quegli individui che si trovano a prendere coscienza della violenza del potere e scelgono la loro libertà, che non è mai una libertà in sé e per sé ma una libertà che va al di là della città degli uomini e si configura nella città di Dio o della coscienza laica illuminata da Dio.

E' una lingua spesso esopica, nel senso della Ezopinė kalba, che gli intelletuali lituani usavano in periodo di occupazione e censura sovietica per esprimere le loro idee e farle passare.
In parte l' ho approfondito anche QUI
In tutto saranno 14 takai, stazioni, come quelle della via crucis. Chi sceglia la libertà contro la dittatura intraprende una sua via crucis


[VIII] Aštuntas Takas

La sua vita si fa parallela, parallela a quella dei più. Ogni incontro con uno di loro gli rammenta la sua natura diversa.

A loro non si rivela e adopera una lingua esopica in cui parla per confondere loro le sue decisioni interiori, quelle che ha scoperto nella foresta.

E’ un popolo sterile i più su cui non conviene versare lacrime, per le loro scellerate decisioni. Per questo non cerca un dialogo vero con loro e nasconde le sue intenzioni.

Chi ha scelto la foresta si nutrisce di un'altra vita. Che cresce e si trasforma in lui.

  

Cibus sum grandium: cresce et manducabis me.

Nec tu me in te mutabis sicut cibum carnis tuae, sed tu mutaberis in me[1]

 

Il takas muta. Il takas, vivo. vive in chi lo sceglie. Cresce chi lo sceglie. Lo tiene in vita e lontano dalla menzogna e si situa nel centro della verità.

Chi vive nel takas conosce la sofferenza, l’inferno il limbo e il paradiso. Vive lontano dai modernisti seductoreserrantes et in errorem mittentes, che hanno finto un mondo di piacere eliminando astutamente la sofferenza dal mondo. Hanno fatto credere falsamente ad un infinito piacere di vivere una vita che deve essere vissuta solo nell'egoismo e nella ricerca di denaro potere e sesso.

 

[IX] Devintas Takas

Il Waldgänger non soffre, ha la pace nel cuore. Ha permesso un universo altro nel cuore (Dio, il cuore immacolato della Madonna, la coscienza illuminata da Dio). Ha sviluppato una “città” altra nel suo cuore diversa da quella che lo ha costretto a prendere il takas, la via della foresta.

Non sarà più abusata la sua parola, dal marcio che lo circonda. La sporcizia che lo ha premuto verso altra direzione, quella per cui molti anni prima aveva avvertito una swerve di cui non coglieva ancora la direzione non lo riguarda più.

La swerve che lo ha colto di sorpresa anni prima lo ha definitivamente allontanato dalla tirannide criminale e senza scrupoli, quia similes a similibus attrahuntur, che si è si è coortata con la massa pusillanime in preda al terrore eretico, pronta a sacrificare la libertà, i genitori, i figli, gli amici, TUTTO, pur di consegnarsi alle promesse illusorie del Leviatano che le (sper-)giura salva la vita.



[1] Nutrimento dei cresciuti io sono. Cresci dunque, e mi mangerai, né tu me in te muterai, come il cibo per la carne tua; ma tu ti muterai in me. (Sant’Agostino)


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Viganò opera per la distruzione della chiesa come Bergoglio - Don Minutella


Postiamo il video infuocato e irato ma lucido come pochi di Don Minutella, che getta ombre legittime sulle parole apparentemente condivisibili e giuste di Monsignor Viganò che però, tramite l'intervento di Mel Gibson, annuncia la sua pretesa cancellazione di ben 5 papi.



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Saturday 18 September 2021

L'Italia è destinata a finire isolata nello scacchiere internazionale



Continuiamo a postare quelle analisi che contribuiscono a dare aperture, a far vedere come nell'attuale situazione mondiale ci sono margini per ribellarsi in modo positivo e concreto alla dittatura globale.
Qui la bella analisi di una persona positiva e che conosce la materia. Umberto Pascali.
Oltre a mostrare come il NWO sia in affanno e ad individuare i nuovi posizionamenti geopolitici di USA, Cina e Russia, e che la riscossa di una nuova ondata di opposizione venga proprio inaspettatamente da Hollywood, ci delinea come l'Italia e i suoi tiranni al potere siano sempre più destinati a rimanere isolati nello scacchiere mondiale e finire in un cul-de-sac fatto solo di prepotenza e imposizioni criminali fino al momento che crolleranno drammaticamente davanti alla nascita di nuove opposizioni.


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Friday 17 September 2021

Cacciari: la democrazia è finita



Le parole di Cacciari sono una pietra tombale, sull'illusione del dialogo fra gli opposti.

Chi sostiene la politica della vaccinatura dittatoriale è un eretico che devia non solo da quella che viene chiamata la democrazia, ma dalla verità stessa dei fatti.

E con gli eretici, ci insegna la chiesa, non è possibile il dialogo. Gli eretici si combattono con le loro stesse armi.
Le parole di Cacciari non sono parole che devono indurre alla paura ma alla forza, al coraggio e alla consapevolezza, di chi pur avendo sempre vissuto a sostegno di coloro che mantengono in vita la Grande Menzogna, ora finalmente se ne allontana e comunica al mondo, grazie alla sua notorietà, che quel mondo che anche lui aveva sostenuto è finito. E per sempre. Amen.




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The day the path begins

 





There are places unheard of. And they are all with nary a mark on them that may not enable you to trace them on a map. And those who nevertheless go there undergo a long exercise of rehabilitation before being able to get those unheard places.

And those who go there to be reborn must get there solely and compulsorily via a long swerve, that starts a long time before they realize that swerving.

That swerve begins as a breaking point in your life, a bolt of lightning which scores a direct hit on you. That it is an unassimilable spiritual earthquake not every person can cope with, as a result of which people may slip into insanity if they are not strong and solid as cliffs against the waves coming from the sea.

In the beginning, when you realize that you are swerving, you gasps out "Me? Why?". You cannot believe that you are not like the others. That you are different.

It is an inescapable somersault from one state into another, that swerve.

You have thought you were happily borne, and happily, you thought, you were dragged your way - down the long and crooked streets of your lives, past all kinds of walls and fences made of glittering illusions. You never gave a thought to what lies behind that bright apparent reality. You have never tried to penetrate it with your vision or your understanding. Until that day, when a gentle but one-way hand started pushing you into another path.
And your past life, is slammed shut once and for all.
It is like being arrested. But arrested by whom?
By a voice, that can be your consciousness or a new but old faith.
That is why you'll find nothing better to respond with than a lamblike bleat: "Me? Why?".
But that will be your last bleat, because that swerve will bring you into a new status and nature. You will lose the nature of the sheep and acquire the nature of the wolf, the day that the path begins.

Et tenebrae lux 


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Wednesday 15 September 2021

Perché le auto elettriche? Un'altra forma di controllo totalitario




 Continuando nella nostra volontà di selezionare solo contributi positivi o che aprano prospettive postiamo questa bella riflessione filosofico-sociale sulle auto elettriche 

https://thegarage.media/articolo_free.php?id=3l50




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Praesumptuosi scientiam non magnificant

 







Praesumptuosi scientiam non magnificant,sed sese laudant; et multi sunt tales, qui vacui sunt laude , etsi habeant splendorem scientiarum. Faciunt enim casas vesparum, quae non habent favum mellis.

I presuntuosi non magnificano la scienza, ma solo lodano se stessi; e molti sono così, vuoti per la lode, sebbene si ammantino dello splendore della scienza. Fanno infatti come i nidi delle vespe, favi senza miele.

(adattamento dall' Hexaemeron di San Bonaventura)


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Tuesday 14 September 2021

Ricordate che chi vi governa non vi ama

 

All'interno della nostra politica di concedere la nostra attenzione solo alle voci positive, che danno prospettive con aperture verso soluzioni e non meramente verso il mero ripetere il cicaleccio delle Cassandre del web, che hanno come unica mira quella di gettare nel terrore la gente, postiamo un' ottima analisi di quello che significa contro-rivoluzione rispetto alla rivoluzione, vista in un'ottica cristiana dalla nascita del cristianesimo fino ad oggi del professore Massimo Viglione.

A cui facciamo i complimenti per la tenacia con cui combatte.

A differenza del professore, facciamo notare che, come dice lui in un punto del video, non siamo vicini al 1941, ma vicini al 1943 quando la guerra civile fra italiani cominciò. Poi forse verrà anche il 1941. Ma dopo. Non subito. Subito, se sarà, sarà il 1943. Quando gli italiani si sono di nuovo ricordati di essersi da sempre conosciuti attraverso il mirino di un fucile. Sic!



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Monday 13 September 2021

Examples of lofty pathos of Christianity in Dostoevsky





There are times in Dostoevsky that you can outrageously perceive, you can shockingly feel the very essence of Christianity.

You can feel the pathos of the enormous power of humble souls, their immense feeling themselves as persons, their asking for being recognized and rewarded for their existence given by God unconditionally receiving the right to be treated like every other human being.

Below is one of the best examples taken by Dostoevsky of his powerful ability to describe the moving pathos of these people.

"Anger!" the captain repeated, "that's just what it is. He is a little creature, but it's a mighty anger. You don't know all, sir. Let me tell you more. Since that incident all the boys have been teasing him about the 'wisp of tow.' Schoolboys are a merciless race, individually they are angels, but together, especially in schools, they are often merciless. Their teasing has stiffed up a gallant spirit in Ilusha. An ordinary boy, a weak son, would have submitted, have felt ashamed of his father, sir, but he stood up for his father against them all. For his father and for truth and justice. For what he suffered when he kissed your brother's hand and cried to him 'Forgive father, forgive him,'- that only God knows- and I, his father. For our children- not your children, but ours- the children of the poor gentlemen looked down upon by everyone- know what justice means, sir, even at nine years old. How should the rich know? They don't explore such depths once in their lives. But at that moment in the square when he kissed his hand, at that moment my Ilusha had grasped all that justice means. That truth entered into him and crushed him for ever, sir," the captain said hotly again with a sort of frenzy, and he struck his right fist against his left palm as though he wanted to show how "the truth" crushed Ilusha. "That very day, sir, he fell ill with fever and was delirious all night. All that day he hardly said a word to me, but I noticed he kept watching me from the corner, though he turned to the window and pretended to be learning his lessons. But I could see his mind was not on his lessons. Next day I got drunk to forget my troubles, sinful man as I am, and I don't remember much. Mamma began crying, too- I am very fond of mamma- well, I spent my last penny drowning my troubles. Don't despise me for that, sir, in Russia men who drink are the best. The best men amongst us are the greatest drunkards. I lay down and I don't remember about Ilusha, though all that day the boys had been jeering at him at school. 'Wisp of tow,' they shouted, 'your father was pulled out of the tavern by his wisp of tow, you ran by and begged forgiveness.'

"On the third day when he came back from school, I saw he looked pale and wretched. 'What is it?' I asked. He wouldn't answer. Well, there's no talking in our mansion without mamma and the girls taking part in it. What's more, the girls had heard about it the very first day. Varvara had begun snarling. 'You fools and buffoons, can you ever do anything rational?' 'Quite so,' I said,'can we ever do anything rational?' For the time I turned it off like that. So in the evening I took the boy out for a walk, for you must know we go for a walk every evening, always the same way, along which we are going now- from our gate to that great stone which lies alone in the road under the hurdle, which marks the beginning of the town pasture. A beautiful and lonely spot, sir. Ilusha and I walked along hand in hand as usual. He has a little hand, his fingers are thin and cold- he suffers with his chest, you know. 'Father,' said he, 'father!' 'Well?' said I. I saw his eyes flashing. 'Father, how he treated you then!' 'It can't be helped, Ilusha,' I said. 'Don't forgive him, father, don't forgive him! At school they say that he has paid you ten roubles for it.' 'No Ilusha,' said I, 'I would not take money from him for anything.' he began trembling all over, took my hand in both his and kissed it again. 'Father,' he said, 'father, challenge him to a duel, at school they say you are a coward and won't challenge him, and that you'll accept ten roubles from him.' 'I can't challenge him to a duel, Ilusha,' I answered. And I told briefly what I've just told you. He listened. 'Father,' he said, anyway don't forgive it. When I grow up I'll call him out myself and kill him.' His eyes shone and glowed. And of course I am his father, and I had to put in a word: 'It's a sin to kill,' I said, 'even in a duel.' 'Father,' he said, 'when I grow up, I'll knock him down, knock the sword out of his hand, I'll fall on him, wave my sword over him and say: "I could kill you, but I forgive you, so there!"' You see what the workings of his little mind have been during these two days; he must have been planning that vengeance all day, and raving about it at night.
"But he began to come home from school badly beaten, I found out about it the day before yesterday, and you are right, I won't send him to that school any more. I heard that he was standing up against all the class alone and defying them all, that his heart was full of resentment, of bitterness- I was alarmed about him. We went for another walk. 'Father,' he asked, 'are the rich people stronger than anyone else on earth?' 'Yes, Ilusha,' I said, 'there are no people on earth stronger than the rich.' 'Father,' he said, 'I will get rich, I will become an officer and conquer everybody. The Tsar will reward me, I will come back here and then no one will dare- ' Then he was silent and his lips still kept trembling. 'Father,' he said, 'what a horrid town this is.' 'Yes, Ilusha,' I said, 'it isn't a very nice town.' 'Father, let us move into another town, a nice one,' he said, 'where people don't know about us.' 'We will move, we will, Ilusha,' said I, 'only I must save up for it.' I was glad to be able to turn his mind from painful thoughts, and we began to dream of how we would move to another town, how we would buy a horse and cart. 'We will put mamma and your sisters inside, we will cover them up and we'll walk, you shall have a lift now and then, and I'll walk beside, for we must take care of our horse, we can't all ride. That's how we'll go.' He was enchanted at that, most of all at the thought of having a horse and driving him. For of course a Russian boy is born among horses. We chattered a long while. Thank God, I thought, I have diverted his mind and comforted him. 
(The Brothers Karamazov)


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The forthcoming parallel society

 




Following up my new credo to select and following exactly what is positive and constructive, deleting forever what is negative and disheartening we publish HERE an interesting contribution on the forthcoming parallel society








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Sunday 12 September 2021

E' ora di cambiare la narrazione e la resistenza

 






Le manifestazioni come forma di opposizione sono giuste e devono essere continuate, soprattutto manifestazioni pacifiche in cui possano partecipare famiglie intere senza soffrire danni.
Manifestare e cercare lo scontro con la polizia a mani nude è quanto più di stupido ci possa essere.
Non ne trovo il senso. Come puoi scontrarti a mani nude con chi ha tutti i mezzi e la preparazione fisica e tecnica per sopraffarti?
E' totalmente insensato.
Siccome ancora rimane un po' di democrazia è giusto che le manifestazioni siano pacifiche e sicure perché possano garantire la partecipazione del maggior numero possibile di persone.


Detto questo si capisce che le manifestazioni pacifiche non portano a nulla, in termini di cambio di posizioni politiche all'interno dei governi.
L'esempio più eclatante è la Francia.
Mesi di manifestazioni non hanno portato il benché minimo cambiamento.
Quindi si impone una revisione dei modi di manifestare. Si devono trovare anche altre forme di manifestazione legali più incisive. Sicuramente la disobbedienza civile sarebbe la più forte. Se un popolo intero rifiutasse di obbedire con un semplice "No", che potrebbe fare uno stato?
Bendetto XVI ne è l'esempio lampante. Nessuno gli obbediva più, tutto il mondo politico e dei media e il clero cardinalizio del Vaticano era contro di lui, ha dovuto rinunciare ad essere il gerente materiale del Vaticano (ma non della fede cattolica).
Ma a parte questo, la totalità di un popolo non sarà mai unita, le minoranze devono praticare forme di disobbedienza consone al loro numero.

Si deve anche procedere a cambiare narrativa. Bisogna smettere di parlare del VIRUS e del siero da inoculare nelle persone come vac***no. Non è un vac***no è bensi un' arma biologica, l'idea che sta alla base di questo siero è nata come arma biologica. Ormai vi sono evidenze inequivocabili.
Bisogna inoltre smettere di seguire la narrativa ufficiale che ci impone di parlare dalla mattina alla sera di Covid e vac***ni. Stop al covidismo e al vaccinismo.
Bisogna ricominciare a occuparsi di altri valori, scomparsi e da ricostruire. Ne cito alcuni, terreni: patria, onore, coraggio, virilità.
Altri semiterreni: amore e bellezza.
Spirituali: Dio e cristianesimo, che sono i fondamenti dell'Europa.
Basta l'inclusivismo, il relativismo e il modernismo della chiesa bergogliana. Questi sono la morte della religione cattolica in senso stricte e cristiana in senso late.
Soprattutto dobbiamo ricominciare a pensare che i popoli devono riacquistare il diritto alla propria difesa.
Privare un popolo della capacità di difendersi è come evirare un uomo (vero) della sua virilità. Né più né meno.
Bolsonaro, per esempio, ha capito questo.
Altrove si dovrà cercare un'unione fra chi non ha la capacità di difendersi e quelle forze dissenzienti che hanno la capacità di difesa.
Si è ormai capito che anche all'interno delle polizia e dell'esercito italiani vi sono forze che si fronteggiano ideologicamente.

In particolare bisogna anche smettere di seguire tutti quei canali Telegram, Youtube, Rumble, ecc...che propongono in continuazione la narrazione del catastrofismo, animati da Cassandre infinite e potenti il cui unico scopo di apparire in video è gettare nel panico la gente che ascolta. 
Oppure quei canali che sebbene di controinformazione denunciano una totale pigrizia mentale tale da non uscire dall' evidente pantano della narrazione mainstream della controinformazione (sic! anche la controinformazione è divenuta mainstream di se stessa), ormai davvero appiattita su se stessa e totalmente autoreferenziaria..
Bisogna cercare e selezionare quei canali che escono fuori dal coro, che porgono aperture, positività, cercano soluzioni ai grossi problemi che ci incalzano in modo continuo...
Che tutto vada male, che il mondo sia alla fine, già lo sappiamo.
Secoli fa hanno scritto un libro possente per dircelo: L'Apocalisse

E chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro;
e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico,
Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro


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Saturday 11 September 2021

Il sublime in Dostoevsky

 




Leggere Dostoevsky, almeno per me, non è facile. Dostoevsky è eccessivo, in tutto. Nella scrittura, nei colpi di scena, nei concetti, nelle esternazioni ipercarnali dei personaggi, nelle sue tirate politiche e spirituali, nella mole dei romanzi...che talora ti bloccano e ti impediscono di andare avanti a causa della loro eccessività.

Così è stato per me con "L'idiota". Due volte ho provato a leggerlo e dopo un inizio emozionante verso la parte finale, poco dopo la metà, mi sono arenato.

Altre volte Dostoevsky è davvero indigesto, come per esempio "Le memorie dal sottosuolo".

Ma ci sono momenti in cui tutto si combina così perfettamente che si arriva al sublime, come nel capitolo sesto del libro IV de "I fratelli Karamazov".

QUI lascio il link per la lettura (testo in inglese).


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Il nuovo Arcipelago Gulag








Il paese in cui mi trovo a vivere ora, di cui si sa così poco nel mondo, nemmeno da sapere dove si trova, viene talora ritenuto un paese dove regna la libertà per il semplice fatto che mai si parla di questo paese per cui si presume che in esso nulla accada di quello che accade altrove.
In realtà la realtà è ben altra.
Oltre a tutte le misure che sono in atto in Italia, né più né meno, si supera l'Italia perché ormai si fa la terza dose e da lunedì 13 settembre la maggioranza dei supermercati saranno interdetti alle persone che avendo capito che la narrazione ufficiale del mainstream è subdola rifiuta di farsi invadere le vene e il corpo tutto da una sostanza che appare sempre di più un' arma biologica (ormai in rete vi sono fior fiore di autorità che parlano in questo senso, con documentazione che loro dicono di avere a disposizione - e dal momento che nessuno li denuncia o li cita in giudizio dimostrano di non mentire).

Mia moglie piangeva alla notizia che non si potrà entrare nei supermercati. Stenta a credere che sia vero, che si possa essere arrivati a tal punto, che in toto è paragonabile al divieto dei nazisti verso gli ebrei di accedere ai posti di lavoro e nei negozi. 
Come allora, possono entrare i cani senza certificazione, non possono invece entrare certi esseri umani senza certificazione.

In effetti è difficile credere che un' Europa in cui, ci dicevano, si sarebbe potuto circolare liberamente senza passaporto ci voglia il passaporto per andare al bar.
Ma questa è la realtà. Non molto dissimile da quella che Aleksandr Solzhenitsyn descriveva in "Arcipelago Gulag". Una realtà in cui, sebbene meno violenta (per ora), si è riusciti a convincere la gente (la maggioranza) a sottoporsi a un processo di scelta, che sarà solo nocivo per la loro salute, come se fosse una loro libera scelta e che gli stati solo incoraggiano e non costringono in virtù del loro interesse a salvaguardare la salute dei loro popoli. 
Sic! è vero solo l'opposto invece.

Io mi chiedo allora, come si sentiranno questi goveranti, parlo di quelli di tutto il mondo, ma in particolare voglio soffermarmi su quelli di questo paese perché essendo un paese piccolo sono più a contatto con il loro popolo, come si sentiranno dunque quando vanno a letto o si guardano nello specchio? Come si sentiranno nel loro intimo? Nel recesso della loro coscienza? 
Possibile che non sappiano, coloro che stanno al potere, a quali vessazioni stanno sottoponendo il loro popolo con i quali sono a stretto contatto ogni giorno? Possibile che arrivino fino al punto di privarli della possibilità di comprare il cibo?
Perché si può fare il male, ma il male porta sempre a un profondo disgusto della vita e di se stessi sopratutto. Il cardinale Bergoglio mi sembra un bell'esempio di questo. Ha distrutto la chiesa cattolica ma al solo vederlo e dalle notizie che arrivano  sembra che stia adeguatamente soffrendo a livello privato per tutto quello che di male ha fatto.

Vorrei anche dire, che il Modernismo, è vero, ha cancellato l'idea di Dio, del peccato, dell'Inferno, del Limbo e ha concesso il perdono e il Paradiso a tutti, ma in questi tempi in cui i termini dell'Apocalisse si fanno più evidenti giorno dopo giorno, a questi governanti, che oltre a provare privatamente disgusto di se stessi, a provare l'amaro della vita ogni volta che si svegliano la mattina, a provare il nero che li avvolge nel loro modo di vivere senza onestà, vorrei dire a loro che la loro vita finirà, presto, un giorno e quando trapasseranno dovranno fare i conti con una Giustizia che, grazie a Bergoglio e a chi ha contribuito prima di lui a eliminare astutamente la sofferenza dal mondo per far credere falsamente ad un infinito piacere di vivere una vita che deve essere vissuta solo nell'egoismo e nella ricerca di denaro potere e piacere, è stata artatamente obliterata ma che non vuole dire che non esista, quella Giustizia.
E con quella Giustizia, se prima non avranno fatto i conti con quella terrena dei giusti (che è molto probabile per molti di loro, perché presto cominceranno a cadere pezzi della loro falsa narrativa che porteranno alla caduta di tanta impunità di cui hanno finora goduto), con quella Giustizia si preparino a fare di conto. A quella non hanno nessun modo di sfuggire.

PS. Vorrei anche chiedere, a tutti i governanti del mondo, se loro davvero si siano iniettati il liquido con cui costringono i loro popoli a iniettarsi.
Il dubbio realmente esiste. I social media sono pieni di morti, di offesi dalle conseguenze del liquido. Ma tutta gente comune. Nemmeno un politico. Almeno di quelli che siedono in parlamento.
Poi infatti si scopre, in Italia, che un politico che si era fatto almeno 4 dosi, a giudicare dalle numerose foto da lui stesso messe in circolazione, in realtà ha un green pass scaduto che era stato ottenuto dopo aver fatto un PCR test.


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Friday 10 September 2021

Il cantico degli occhi (in fieri)






Deivės Akys[1]

 



I.                 Gli occhi dei suoi occhi mi rapirono

Più distanti si facevano e più mi rapivano.

Mi perdevo in essi nella loro distanza

Incolmabile.

 

II.                E oltre il sorriso dei suoi occhi cobalti

Percepivo il mondo che amavo

Irraggiungibile.

 

III.              Di quella luce di neve e ghiaccio mi inebriavo

Stanco di cercarla

Da sempre

 

IV.              E ora mi attiravano a sé, come magneti.

Dono di Dio quegli occhi. Ma quale Dio?

A che Dio mi indirizzavano quegli occhi?

Un Dio di Amore, certo.

 

V.               Sono  venuta e non so perché.

Sono venuta in questa città

Mossa da un comando,

che urlava e non cedeva.

Da sempre urlava.

 

VI.              La mia pelle è bianca e i miei occhi

Dicono cobalto, come una Ásynja.

Io vengo dal nord, figlia degli Æsir,

signori assoluti del Cielo.

 

VII.            La madre mia non mi rappresentò

Nei giorni degli anni che doveva.

Si mostrava irata con me

E in chi non mi amava, lei credeva.

E io di me persi così ogni amore.

 

VIII.           Dove in questo dedalo di stradine

Strette e torte ti nascondi?

Dove incontrarti, senza neanche conoscere

il suono della tua voce, il colore dei tuoi capelli

lo sguardo profondo degli occhi

che mi direbbero che sei tu che cerco?

 

IX.              Non sa lei, dove. Non sa lei, quando.

L’ Ásynja scesa dal nord trema.

Gettati Ásynja  nel dedalo stretto delle viscere

Di questa città. Ascolta il suono delle pietre

Dei passi tuoi saranno a lui la tua guida.

 

X.                Tu mia bella straniera,

in questo dedalo di budelli di pietra

persa, io ti paragono al mio futuro che viene

in silenzio.

 

XI.              Fra i biondi capelli

I tuoi occhi splendono come luci.

In loro io specchio un mistero

Che non parla.


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[1] In lituano. Traduzione: Occhi di una dèa 

Tuesday 7 September 2021

Mala tempora currunt


Istos doctores tamquam praesides ac defensores colere, quid est aliud quam tenere non numina bona, sed nomina mala?



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La via della foresta - Takas VII

 



[VII] Septintas Takas

Cristo alla settima stazione è caduto per la seconda volta. E’ caduto per indicarci la via da seguire. Il pentimento dei nostri peccati.
Chi ha preso la via della foresta, addentrandovisi, diviene perfettamente consapevole che quella che al mondo potrebbe parere una caduta, non lo è. Lui si è pentito di appartenere a quella massa che sostiene un governo repressivo, autoritario e dittatoriale. Quello era il suo peccato.

Lui sa che è diverso. Lui è lupo, non una pecora mansueta.

Chi prende la via della foresta è un lupo solitario, che non chiede il permesso allo stato per prendere quella via. Non manifesta il suo dissenso verso lo stato chiedendo il permesso allo stato.

In quella caduta, apparente, impara che qualunque decisione vorrà prendere non dovrà chiedere il permesso allo stato per prenderla, ma decide in autonomia. E agirà in autonomia. La sua condizione di lupo glielo detta.

Nel sentiero che lo conduce dentro il cuore della foresta sa bene che con gli eretici non vi è dialogo. Gli eretici vanno combattuti. Con gli eretici non si dialoga.

Mai più cercherà il confronto per comprendere quella massa con cui condivideva prima della caduta un apparente simile destino.

La sua caduta verso i margini del mondo è la sua forza e non la sua sconfitta come ai più appare.

E finché mantiene la sua condizione di lupo e solitario, che gli deriva dalla caduta in quella condizione, la sua forza aumenta e non diminuisce.
Lui ha fede. Fede nel Cuore Immacolato di Maria o nella sua coscienza.

I compagni di viaggio, se ci saranno, li dovrà scegliere bene. Il lupo segue un istinto. Già al primo incontro il fiuto gli dirà, come giudizio inequivocabile, la natura dell’altro.


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Monday 6 September 2021

La cultura è sempre stata al servizio del potere e mai del Cristo

 







Che gli intelletuali siano sempre e spesso stati al servizio del potere è cosa storicamente fondata.

Qui una testimonianza di Sant'Agostino.

Ecce qualibus diis Urbem Romani servandam se commisisse gaudebant! O nimium miserabilem errorem! Et nobis suscensent, cum de diis eorum talia dicimus; nec suscensent auctoribus suis, quos ut ediscerent, mercedem dederunt; doctoresque ipsos insuper et salario publico et honoribus dignissimos habuerunt. Nempe apud Vergilium, quem propterea parvuli legunt, ut videlicet poeta magnus omniumque praeclarissimus atque optimus teneris ebibitus animis non facile oblivione possit aboleri

"Eppure i Romani si rallegravano di avere affidata la propria città alla protezione di questi dèi. O errore degno di tanta commiserazione! E si adirano con noi quando parliamo così dei loro dèi e non si arrabbiano con i propri scrittori. Pagano anzi per pubblicarli e per di più hanno ritenuto degni di compenso da parte dello Stato e di onori gli stessi insegnanti. Adduciamo come esempio Virgilio. I fanciulli lo leggono appunto perché il grande poeta, il più illustre e alto di tutti, assimilato dalle tenere menti non sia dimenticato con facilità"

Che ci fa capire questa testimonianza? La cultura non appartiene a Cristo. In generale, non appartiene a chi decide di prendere la croce e portarle con sé.

La cultura appartiene al potere, come il progresso e la scienza. Tutt'e tre costituiscono la trinità attraverso cui il potere costruisce le sue necessarie narrazioni per sussistere.

Ha mai Cristo parlato di cultura?

Una cultura che oblitera la visione cristologica non appartiene al Cristo.

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THE NEW NORMALITY - Eric Clapton - This Has Gotta Stop

 

We need to rebuild a culture of liberty and joy, of love and light. Stop with darkness, suffering and enslavement!



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THE NEW NORMALITY - JUST WAIT - Shawn Gallaway & Dr. Jane Ruby

 



We need to rebuild a culture of liberty and joy, of love and light. Stop with darkness, suffering and enslavement!

This song is about asking folks to "Just Wait" before getting the Covid Jab until we know what's in it and it's safe especially for our children. Do the research and ask for transparency. Until then "Just Wait"!



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Sunday 5 September 2021

THE NEW NORMALITY - Prendere la propria croce




In an age of madness the pursuit of sanity can be a form of madness (Saul Bellow)

Negli ultimi tempi, in questo eccesso nauseabondo di narrazione vaccinale e di covidismo imbecille (pro-vax, no-vax). In queste narrazioni criminali di chi ci vuole in ogni modo convincere e forzare ad accettare la narrazione vaccinale in toto e di coloro che giustamente vi si contrappongono, abbiamo avvertito in modo sempre più ineludibile il bisogno di ripensare altri temi primari ma dimenticati. Dio, l'amore, la patria, l'onore, la bellezza, la verità. Che sono temi fondamentali della vita, i prima naturae, che sono prima di ogni forma narrativa che mira a costruire qualsiasi forma di realtà, anche qualsiasi forma di falsificazione della realtà.

Vivere secondo questi temi richiede una fede come quella di credere in Dio. Praticare l'amore, esercitare l'onore, credere nella patria, cercare la bellezza e la verità, sono tutti esercizi che non concedono la sottomissione alla comodità e al piacere e alla sicurezza.

La massa non è disposta ad accettare di prendere la propria croce e seguire i prima naturae, o il Cristo.
Il modernismo ha imposto un nuovo Dio, il progresso, la fede nel progresso e nella cultura scientifica o nella cultura tout court. E ha sostituito Dio.
Ma solo prendere la propria croce dà la gioia di vivere. Chi vive solo nel progresso e nella cultura senza assumere la propria croce e di portarla fino in fondo distrugge la voglia di vivere e non vive nella verità.

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Why, are we such a connected strong minority?

 It is not a coincidence. We all, we have all the same spirit and resilience. We are a minority, but a-strong -connected-by-the-same-credo-minority. Why?



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Saturday 4 September 2021

La guerra resta l'opzione sempre più aperta

 




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Non sanno più chi è l'uomo, la famiglia, il maschio, la femmina...




Vivendo in Lituania ho avuto modo di imparare a conoscere un filosofo lituano, un pensatore moderno lituano (uno dei pochi che stands out a mio avviso rispetto alla cultura ufficiale), il cui merito mi pare di riportare al centro della riflessione storica e sociale l'uomo. Soprattutto l'homo interior, l'uomo spirituale della tradizione cristiana, Alvydas Jokubaitis.

In un suo recente articolo del 25 agosto 2021, in Laikmetis (QUI), parlando dello stato lituano fa delle affermazioni valide per tutti gli stati della Unione Europea, ormai sulla via del declino culturale politico e in fase di avanzata bancarotta tenuta artatamente nascosta agli occhi dei cittadini, grazie alla provvidenziale (per i burocrati) "pandemia"

Žmogui nereikia per daug kultūros. Tam pritartų ir moderniosios lietuvių tautos bei valstybės kūrėjai. Tautinio atgimimo laikų lietuvių kultūra neturėjo tų mokslų ir menų, kuriuos turime šiandien, tačiau ji sugebėjo sukurti tai, ką vis sunkiau sugeba išlaikyti dabartinė tauta. Mokslininkai ar menininkai naikina Lietuvą sukūrusią kultūrą. Jie nebežino, kas yra žmogus, šeima, vyras, moteris, Dievas, tiesa, grožis, tauta ir dorybės, t.y. nebežino pagrindinių dalykų.

"I popoli non hanno bisogno di troppa cultura. Questo si adatterebbe perfettamente ai creatori delllo stato e nazione lituani. All'epoca della rinascita dello stato lituano la cultura non aveva le arti e la scienza così come si profilano oggi, ma fu capace di creare quello che la nazione attuale trova sempre più difficile sostenere. Scienziati o artisti oggi stanno distruggendo la cultura che la Lituania ha saputo creare. Non sanno più chi è l'uomo, la famiglia, il maschio, la femmina, Dio, la verità, la bellezza, la nazione e la virtù, ovvero non sanno più che siano le cose fondamentali."

Questa sua osservazione rimette in modo ineludibile al centro della discussione la forza della tradizione e dei suoi valori concepiti nei secoli all'interno di una cultura romano-cristiana. E se da una parte chi sta al potere ha fatto il possibile perché i sopradetti valori venissero fatti a pezzi, dall'altra parte ha fatto sì che in chi si oppone al potere, che ha inteso distruggerli, si sia invece riscoperto la ricchezza di quei valori. Si siano approfondite le conoscenze che fino ad ora venivano mantenute attraverso una menzogna costante e continua ad un livello superficiale e siano state rese più vaste e profonde. Si sia ritornati, appunto in quella parte del popolo che non accetta la narrazione di una realtà che è solo contraffazione,  al valore dell' homo interior e dei valori spirituali e cristiani, nonostante una chiesa svenduta alla massoneria e svuotata della parola di Dio. E si sia attuato il Superuomo nietzschano in senso inverso. Nel senso di un'umanità, quella della minoranza, più forte e sovrumana rispetto alla maggioranza ignava e ubbidiente. Una minoranza che ha superato i limiti di una realtà di copertura e insoddisfacente, atea e massonica. Una umanità di minoranza che ha tuttavia sviluppato una consapevolezza e un coraggio e una fede spirituale e in Dio che prima non aveva, avendo chiaro che qui ormai si gioca non tanto la sopravvivenza dell'uomo ma della vittoria  di Dio su Satana, del Bene sul Male. Ora si ha il coraggio e la forza non di predicare il bene con la speranza che influisca sul male ma di bandire in modo perentorio il male facendo prevalere il bene.
Di espellere dalla porta principale il modernismo e il relativismo, che hanno distrutto la forza della fede, della patria e della bellezza.


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About anxiety and dreaming spirits

Only dreaming spirits are anxious because they are full of Spirit. Are animals full of spirit? Are stupid people full of spirit? Children a...