Tuesday 22 August 2023

Talking about a new genre of literature

 



I think it's important to move away from what is commonly known as entertainment literature. 

There is an excessive amount of entertainment forced upon people with the intention of distracting them from reality, from what is really going on. 

It's crucial that we avoid this and adopt instead a different way of thinking.

Now is the time to challenge ourselves with a genre of literature that encourages critical thinking rather than mere entertainment. Although some may consider Albert Camus outdated, I believe he is a perfect example of anti-entertainment literature.

I would like to mention authors like Christa Wolf, J.M. Coetzee, Milan Kundera, and Luigi Pirandello, particularly his plays rather than his novels. These authors represent a unique genre of literature that I recommend we explore further.

The above names consist of carefully chosen writers who were selected with great deliberation and patience on my part, after having discarded tons of writers who (in my opinion) relapse into Sturgeon's law.

All these authors have one thing in common - they don't write to offer comfort. They are not comforting writers. Their works can be unsettling and uneasy to read, but ultimately they leave you with a sense of high literature.

Sunday 13 August 2023

Il piacere di sentirsi cane

 


-        Fammi il caffè - gli disse sua moglie vedendo che lui era già in cucina e stava armeggiando all’acquaio.

-        Sì - Le rispose, e avvertì qualcosa nella regione dell’inguine.

-        Ma subito, non voglio aspettare.

Alle seconda richiesta aumentò quel qualcosa nella regione dell’inguine e gli parve che fosse piacere. Ebbe la sensazione di scodinzolare, come un cane e ubbidire.

Aveva provato piacere?

Il tono della voce di sua moglie non era stato perentorio ma lui lo aveva percepito come un ordine, perché lei aveva omesso quel “per piacere” che usava ogni volta che gli chiedeva qualcosa.

Quella omissione gli aveva aperto un altro orizzonte. Quello di un piacere inatteso.

Quando rispose “Sì”, quel “Sì” fu debole, sua moglie gli sembrò, allora sì, un po’ arrabbiata di non aver ricevuto risposta (forse non aveva sentito) perché aggiunse:

-        Hai capito?

-        Sì – rispose più forte – te lo faccio.

-        Grazie – rispose lei.

Quel grazie fu inopportuno. Gli tolse quel piacere dalla regione dell’inguine e sentì ritornarsi al mondo di prima.

Aveva davvero provato piacere? Gli pareva strano. Lui era sempre stato orgoglioso. Indisponibile a essere comandato. Se vi era una cosa che non sopportava era quella di dover sottostare alle imposizioni. In automatico si ribellava.

Come poteva aver provato piacere nell’esser comandato? O forse, concesse un’attenuante a sua moglie, nell’essersi sentito comandato.
Ma era stato davvero piacere?

Ora, mentre preparava il caffè si interrogava su quel qualcosa alla regione dell’inguine. Non ne era invero più tanto sicuro. Eppure sperava che fosse stato piacere, perché era un tipo di piacere nuovo che gli accendeva un desiderio di sesso che pareva morto nell’ultimo anno.

Che pensi? - si chiese - che il sesso sia pulito? Il sesso è sporco. Il sesso è irrazionalità. Non puoi spiegarti perché una cosa ti eccita, per quanto cerchi di capirne le ragioni. Esiste qualcuno che si eccita pensando a cose belle, piene di amore, perfette e meravigliose? Se lo chiedeva e per quanto ci pensasse ammise che mai aveva conosciuto una persona così. Tuttavia era anche possibile che ci fosse.

-        Posalo lì sul tavolino – lo avvertì la moglie quando gli portò il caffè in bagno, dove si truccava davanti allo specchio.

-        Lo bevo fra poco. Ora finisco di truccarmi le ciglia.

Quel “Posalo lì” di nuovo gli diede quella fitta nella regione dell’inguine. E questa volta sentì il suo membro indurirsi.

Non vi era dubbio si eccitava ai comandi della moglie. Ora ne era certo.

Fu felice per quello? Non poteva dirlo. Provava piacere e sentiva l’adrenalina corregli per tutto il corpo. E si sentiva vivo, come quando aveva venti anni. Ma appena passava l’effetto, si vergognava di se stesso. Ed era pure arrabbiato con se stesso, per aver accettato quella umiliazione da parte della moglie senza risponderle:

-        Ma come mi tratti? Pensi forse che sia un cane?

E tuttavia la parola “cane”, il sentirsi cagnolino di sua moglie, di cederle a lei ogni autorità sulla vita di lui, gli faceva indurire il membro per il piacere che provava.

Quando poi uscì per incontrare un amico in un caffè del centro la parola “cane”, l’idea di essere un cane per sua moglie, cominciò a procurargli di nuovo un fremito in tutto il corpo che lo rendeva euforico, e non desiderava altro che quello. Di essere comandato da sua moglie. Di essere trattato male come un cane. E godere. Provare quel piacere infinito simile a una lama che entra nella carne e che lo distoglieva dal mondo e lo elevava altrove, da questa realtà, come solo il dolore procurato da una lama sa fare.

Si era aperto dentro di lui un abisso che prima non c’era. Com’era possibile che si fosse spalancato così all’improvviso? Com’era possibile che non si fosse accorto prima di qualche crepa almeno, che annunciasse quell’abisso?


CONTINUA...

Wednesday 2 August 2023

Pirandello è la naturale evoluzione di Kundera - o Kundera è l'appiattimento della profondità di Pirandello

 



Mi è capitato di leggere Kundera, dopo un girovagare di anni in cui iniziavo molti autori e li abbandonavo in un atto di grande delusione. La legge di Sturgeon che il 90% di quello che viene pibblicato è merda, è purtroppo vero. Lo confermo.

Kundera in verità lo avevo iniziato a leggere molti anni fa, all'epoca del suo famoso bestseller "L'insostenibile leggerezza dell'essere", che confesso non avevo disprezzato ma nemmeno mi aveva impressionato.

Avevo provato a leggere altri suoi libri, ma alla fine il mio interesse per lui era decresciuto e si era alla fine estinto.

Si deve arrivare alle cose, sempre quando le cose sono pronte per noi.

Ebbene dopo molti e molti anni sulla scia di Kazuo Ishiguro, "The Bruried Giant", il tema della memoria mi ha affascinato e mi ha portato di nuovo a Kundera. A sua volta l'istrionismo, il surrealismo che talora rasenta il limite della follia, mi ha fatto piano piano deviare a Luigi Pirandello. Altro autore che confesso avevo a malapena letto alcune pagine del "Il fu Mattia Pascal" e di "Uno nessuno e centomila", trovandolo noioso. Non parliamo poi del suo teatro. Che allora trovavo di un tedio mortale e ora lo trovo invece geniale.

Ecco, credo che per una più profonda comprensione dei temi di Kundera si debba necessariamente ritornare a Pirandello.

Kundera porta alla superficie il tema dell'istrionismo, dei molti volti dell'uomo, delle sue variazioni, ma non scende mai nella profondità della follia dell'uomo che in Kundera rimane sempre a livello epidermico e scivola via da una variazione all'altra.

Pirandello ha un'arte così capace di frantumare la realtà delle apparenze e di esasperarla per rispecchiare il nulla interiore dell'individuo, che che Kundera non ha.

Il brano seguente, preso da "L'immortalità" di Kundera, ci fa vedere come lo stesso tema di "Uno nessuno centomila" di Pirandello, che scende molto più in profondità, è presente anche in Kundera:

Aprì di nuovo la rivista e disse: “Se metti accanto le fotografie di due facce diverse, il tuo occhio è colpito da tutto ciò che le distingue una dall’altra.
Ma se hai una accanto all’altro centosessanta facce, d’improvviso scopri che si tratta solamente di un’unica faccia in tante varianti e che non è mai esistito alcun individuo”.
“Agnes” disse Paul, e la sua voce era improvvisamente seria. “Il tuo viso non somiglia a nessun altro”.
Agnes non colse il tono serio della voce di Paul e sorrise.
“Non sorridere. Lo penso seriamente. Quando ami qualcuno, ami il suo viso, che diventa così completamente diverso da tutti gli altri”.
“Sì, tu mi conosci per il mio viso, tu mi conosci come viso e non mi hai mai conosciuto diversamente. Non poteva neanche sfiorarti l’idea che io non sono il mio viso”.
Paul rispose con la paziente premura del vecchio medico: “Come sarebbe, non sei il tuo viso! Chi c’è dietro al tuo viso!”.
“Immagina di vivere in un mondo dove non ci sono specchi. Il tuo viso lo sogneresti e lo immagineresti come un riflesso esterno di quello che hai dentro di te. E poi, a quarant’anni, qualcuno per la prima volta in vita tua ti presenta uno specchio. Immagina lo sgomento! Vedresti un viso del tutto estraneo. E sapresti con chiarezza quello che ora non riesci a comprendere: tu non sei il tuo viso”.


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A state of anxiety well explained - Claudia

She remembered well when she was young and was just a mere vessel of emotion untinctured by experience. And moods of her childhood lurked in...